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Inter, serve programmare in vista dell’estate. Anche a costo di rifondare

L’esito della stagione 2022/23 dell’Inter è quasi definito ormai. Motivo per cui proprietà e dirigenza devono iniziare a programmare in vista del prossimo anno. Anche a costo di interventi pesanti.

FONDAMENTA INCERTE – La stagione 2022/23 dell’Inter continua a vivere altalene emozionali difficili da spiegare. Ancor meno da comprendere. Il filo conduttore è solo uno: non ci si annoia mai. Motivo per cui i nerazzurri non riescono a godersi la vittoria contro il Porto, perché Bologna fa riaffiorare polemiche che si speravano sopite. Dove Simone Inzaghi torna sulla graticola (pochi giorni dopo l’esaltazione) e mezza squadra sul mercato. Due scenari che non si possono escludere al 100%, ma che nemmeno sono prossimi a concretizzarsi. Di sicuro, però, aiutano a porre il focus sull’impatto fondamentale che i prossimi mesi avranno sul futuro dell’Inter. In cui la parola “rifondazione” potrebbe riecheggiare più forte del previsto.

PORTE APERTE – Ad oggi, con l’Inter ufficialmente in corsa su tutti gli obiettivi, la rosa nerazzurra ha un costo elevato. Forse troppo elevato, specie in funzione del ritardo accumulato in classifica con il Napoli. E del rendimento di alcuni dei giocatori più pagati. Motivo per cui non è assurdo pensare a grandi cambiamenti in estate. Per certi versi sono anzi auspicabili. Per dare una sterzata netta al futuro prossimo dell’Inter. E per tornare a lottare per vincere con rinnovato entusiasmo. Tuttavia non è così semplice ipotizzare concretamente una rifondazione dell’organico. Vediamo perché.

Inter, la rosa inizia ad essere insostenibile

QUANTI COSTI – Come dicevamo, la rosa dell’Inter ha un costo del personale molto elevato. Parliamo di un monte ingaggi di 76 milioni di euro. Questo considerando solo i valori netti degli ingaggi della Prima Squadra. Motivo per cui Beppe Marotta e Piero Ausilio, insieme a tutta l’area tecnica, proveranno a ridurre questa voce a bilancio. Anche a costo di sacrificare qualche big. Una scelta difficile ma doverosa, se rifondazione deve essere (e le parole dell’AD Sport vanno proprio in questa direzione). Ma partiamo dai costi più facili da cancellare.

PROSSIMI ALL’ADDIO – Per la stagione 2023/24 l’Inter può contare su due addii sicuri. Quello di Milan Skriniar, che diventerà un giocatore del PSG. E quello del capitano Samir Handanovic, ormai prossimo al ritiro. E già così siamo a 5,5 milioni di ingaggio risparmiati. A giugno scadranno poi i contratti di Edin Dzeko (che guadagna 5 milioni netti l’anno) e Stefan de Vrij (a quota 3,8). Due profili che l’Inter è disposta a rinnovare, ma alle giuste condizioni. Tradotto: o accettano una riduzione dell’ingaggio, o il rapporto si interromperà in estate. Ma non finisce qui.

PROFILI INEFFICIENTI – Aggiungiamoci poi Romelu Lukaku, Marcelo Brozovic e Joaquin Correa. Il primo tornerà al Chelsea, in attesa di trovare spiragli migliori per tenerlo a Milano. Il secondo guadagna 6 milioni l’anno, ma forse l’Inter ha capito di potervi rinunciare. Il terzo è semplicemente inaffidabile dal punto di vista fisico (siamo già a 27 partite saltate in nemmeno due stagioni). Nel caso in cui tutti questi giocatori salutassero, l’Inter vedrebbe il monte ingaggi quasi dimezzato, dato che scenderebbe di 32,3 milioni di euro. Una diminuzione non inscalfibile, dato che molti di questi dovranno essere sostituiti. Ma rimarrebbe margine a sufficienza per abbassare i costi e rimpolpare la rosa. Purché vengano condotte operazioni intelligenti.

Ricostruire attorno all’asse principale

OSSATURA GRANITICA – In questo preciso momento, l’Inter ha uno scheletro ben visibile. Che parte da André Onana, prosegue con Alessandro Bastoni e Hakan Calhanoglu, e termina con Lautaro Martinez. Quattro giocatori che si stanno imponendo in modo diverso come leader di questa squadra. Compreso anche il portiere camerunense, l’ultimo arrivato. Questo è l’albero maestro attorno a cui la dirigenza dovrà iniziare da subito a costruire l’Inter del futuro. Sacrificando la vittoria (ma non l’accesso alla Champions League) nel breve termine magari. Ma gettando basi solide e sostenibili per il prossimo lustro. Integrando e rinforzando la rosa con profili in linea con questi valori. Giovani, non troppo costosi e con ingaggi contenuti. Ben vengano profili come Marcus Thuram e Tajon Buchanan (per dirne due spesso accostati all’Inter di recente). Alla larga invece parametri zero ingannevoli come Chris Smalling, ossia giocatori dall’età avanzata e con ingaggi già ora in linea con quelli dei big nerazzurri. Se rifondazione dev’essere, che venga fatta in modo intelligente e programmato, a lungo raggio temporale. Per raccogliere domani i frutti dell’investimento di oggi.

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