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L’Inter e la quarta punta, un rebus ancora aperto per Conte

L’Inter di Conte fin dallo scorso anno ha una carenza in rosa alla voce attacco, quella della quarta punta. La società non dovrebbe ignorarla.

MANCANZA STORICA – L’Inter nel mercato estivo del 2019 ha rivoluzionato la sua rosa. Cambiando molto e spendendo altrettanto. Le risorse in attacco sono state destinate praticamente in toto all’acquisto di Lukaku, non a caso il più oneroso della storia nerazzurra. Rispetto ai desideri di Conte è rimasta scoperta però una casella. Quella della quarta punta, il vice Lukaku invocato più volte in tutto l’anno anche da tifosi e media. In estate dopo gli arrivi del belga e di Sanchez la scelta è stata di valorizzare il giovanissimo Esposito, con tutti i rischi del caso. Una lacuna che è stata portata avanti per tutta la stagione visto che nemmeno a gennaio si è trovata una soluzione malgrado l’assenza prolungata del cileno. Arrivati alla vigilia della stagione 2020-2021 la questione non è certo scomparsa. E non andrebbe sottovalutata.

AGGIUNTE NON FUNZIONALI – Ad oggi la rosa dell’Inter in verità vede persino sei punte. Ai quattro dello scorso anno si aggiungono infatti Salcedo e Perisic, entrambi di rientro dai prestiti al Verona e al Bayern Monaco. Due aggiunte poco più che virtuali. Il giovane italocolombiano è un talento che ha ancora bisogno di minuti di campo, magari con un nuovo prestito. Sarebbe qualcosa di più dell’Esposito dello scorso anno, ma non così tanto. Il croato invece semplicemente non è una punta. Conte un anno fa dopo pochi allenamenti decise che nel suo calcio poteva coprire solo quel ruolo. E infatti è andato via. Per giocare da esterno. La sua permanenza creerebbe un nuovo equivoco più che fornire una soluzione. Poi c’è Esposito. Il classe 2002 ha vissuto una stagione dell’Inter trovando più minuti delle aspettative, mostrando talento, ma anche tanto bisogno di crescere. Anche qui, la sua permanenza non è la risposta che serve. Né a lui né alla squadra.

NECESSITA’ REALE – Trovare il profilo adatto non è semplice, sia chiaro. Soprattutto in questo mercato con dinamiche uniche. Conte vorrebbe un profilo esperto, capace di adattarsi a varie configurazioni tattiche e di essere utile anche a gara in corso. Non a caso il nome più ricorrente, perso Dzeko, è stato Giroud. I dirigenti hanno l’arduo compito di scovare il nome, al prezzo giusto. Ma la casella non può restare scoperta un altro anno. E coprirla con approssimazione non basta.

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