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L’Inter batte tre volte sull’orologio di Mazzarri. E su chi sperava

L’Inter ieri ha spazzato via dal campo il Napoli, con uno 0-3 che non può certo essere minimizzato da certa narrativa. Ma non solo: ha anche zittito chi era pronto al varco.

PROVA DI FORZA – Una vittoria negli ultimi diciassette campionati. Era questo il magrissimo bottino con cui l’Inter si presentava ieri a Napoli, stadio letteralmente tabù. La squadra di Simone Inzaghi, che al Maradona non aveva mai vinto in carriera da allenatore, aveva tantissimo contro: le statistiche, un avversario rivitalizzato dal ritorno di Walter Mazzarri, la pressione della Juventus vittoriosa venerdì a 94’ a Monza, gli infortuni (compreso quello di Stefan de Vrij in avvio) e la terza trasferta in una settimana. Complicazioni tutte spazzate via, da novanta minuti spettacolari. Che segnano un “prima” e un “dopo” su questa Serie A, perché per l’Inter aver superato con quattro punti il duo di trasferte terribili Torino-Napoli in una settimana può essere fondamentale.

REAZIONE CHE SERVIVA – Dopo i due pareggi con cui si era ripresentata dopo la sosta, Juventus e Benfica, all’Inter serviva una vittoria. È arrivata: enorme, roboante, pesantissima. Senza che i soliti piagnistei di chi vuole sminuire i risultati di Inzaghi e dei suoi possano in alcun modo contestarla. Detto che chi si lagna sui contatti Lautaro Martinez-Lobotka e Acerbi-Osimhen (dei due l’unico con un minimo di “valore” è il primo, ma non da VAR e non così impattante sull’azione) dovrebbe andare a guardare altre valutazioni degli arbitri italiani non solo in questa giornata, sarebbe molto riduttivo valutare lo 0-3 pensando solo a Davide Massa. Anzi, al contrario è una colpa del Napoli di Mazzarri, caduto nella trappola. Perché l’Inter ha lasciato sfogare l’avversario, con un super Yann Sommer, l’ha tramortito a fine primo tempo (momento ideale) e l’ha abbattuto nella ripresa quando ha pensato all’arbitro anziché a difendere. Gestione perfetta.

SEGNALE MANDATO – All’Inter, per i tanti motivi elencati in precedenza, serviva un successo così. Da venerdì sera tutta l’Italia non interista aspettava (sperava…) un passo falso, e invece. Una risposta di spessore, ai tantissimi che si auguravano un risultato diverso e al grande ex Mazzarri. Che si è nascosto prima e dopo la partita, con Federico Dimarco a imitare un suo celebre gesto. Uno 0-3 che risistema la classifica e ricaccia indietro il corto muso di Massimiliano Allegri. Peraltro alla vigilia di Juventus-Napoli, venerdì sera. Ora l’unico errore è pensare di aver superato il peggio, perché in realtà è proprio qui che una grande squadra deve dimostrare di essere tale. L’Inter ieri ha fatto una partita da grandissima squadra, per tutti i 90’, così come la reazione nella ripresa col Benfica. Ma l’Udinese, altro avversario storicamente ostico, sarà la prima partita dove la necessità si chiamerà “confermarsi”.

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