Longo, undici anni e dieci squadre dopo termina il suo rapporto con l’Inter
Samuele Longo non è più un giocatore dell’Inter, a titolo definitivo. L’attaccante 28enne è un nuovo calciatore del Vicenza (Serie B). Il riassunto della sua esperienza con l’Inter, una storia di promesse mai mantenute.
DUEMILANOVE – Samuele Longo metteva piede per la prima volta nel mondo Inter nel lontano 2009. A 17 anni l’attaccante passa dal settore giovanile del Treviso a quello nerazzurro, ma già in quegli anni compie due esperienze formative fuori da Milano (Piacenza prima, Genoa poi). Nel 2011 torna poi all’Inter e si impone subito come la next big thing della Primavera nerazzurra. È la stagione d’oro della carriera di Longo, che sembra saper fare solo una cosa: segnare, tanto, sempre. In primavera è protagonista della vittoria nerazzurra nel NextGen Series, prima edizione di questa Champions League formato Under-19. Una cavalcata trionfale che porta hype e speranze anche per Andrea Stramaccioni, l’allenatore alla guida di quella squadra. In questo torneo Longo sigla 5 reti, classificandosi terzo in classifica marcatori. Ma è solo la ciliegina su una stagione quasi perfetta in territorio nazionale.
INGIOCABILE – Perché nella stessa stagione l’Inter vince anche il Campionato Primavera, e l’uomo-copertina è sempre l’attaccante di Valdobbiadene. Tra i pari età è capocannoniere stavolta, con 18 reti. Ma è nella fase finale che la sua stella giunge al massimo splendore. La semifinale-derby col Milan finisce 4-3 dopo i tempi supplementari, e tre gol sono tutti suoi. E in finale con la Lazio è suo il gol dell’1-3 al 68′ per l’Inter che mette la vittoria in cassaforte (al 90′ arriverà il 2-3 biancoceleste). Numeri e prestazioni strabilianti per Longo, che hanno come conseguenza diretta i paragoni coi più celebri centravanti prodotti dal vivaio nerazzurro. L’Inter è consapevole del talento del trevigiano e, dopo 2 presenze in prima squadra, inizia a mandarlo in provincia, sia in Italia, sia all’estero, a farsi le ossa. Come sappiamo col senno di poi, una carriera destinata alla gloria si scontra con la dura realtà.
PROMESSE NON MANTENUTE – Dopo l primo prestito all’Espanyol nel 2012/13 (20 gare, 3 gol), l’Inter lo riporta in Italia a prendere confidenza con una realtà più affine, ma il trend si inverte terribilmente. In un semestre a Verona scende in campo 3 volte e segna un solo gol (in Coppa Italia). A gennaio 2014 inizia di nuovo l’interrail tra Italia e Spagna: prima Rayo Vallecano, poi Cagliari e Frosinone. Due anni e mezzo, 58 partite giocate, solo 2 gol segnati. A 24 anni compiuti (uno in meno di Lautaro Martinez oggi, per fare un paragone impietoso) Longo ha la bellezza di 6 gol tra i professionisti. Numeri che forse generano qualcosa anche in lui, che trova uno switch. Le due stagioni successive le passa ancora in Spagna, in Segunda Division: prima al Girona, poi al Tenerife. 59 gare e 26 reti. Una fioritura arrivata tardi? No, perché tra Huesca (Liga), Cremonese e Deportivo La Coruna i numeri crollano di nuovo: 2 reti in due stagioni. Lo scorso anno col Venezia c’è stato un timido tentativo di ripartenza (4 gol e 17 gare), dopo aver passato il precampionato da titolare dell’Inter.
ADDIO – E a fine agosto 2020 è rientrato proprio all’Inter, ancora proprietaria del suo cartellino, undici anni dopo il suo acquisto. Undici anni in cui Longo, come tanti altri prima di lui, non è mai riuscito a far vedere tra i grandi le meraviglie distribuite tra i giovani, innescando l’eterno dibattito sulla sopravvalutazione dei campionati Primavera. Oggi si interrompe quindi il suo legame ultra-decennale coi colori nerazzurri. Un rapporto dove il bilancio pende nettamente dalla parte dei rimpianti per l’attaccante, che non è mai stato davvero in grado di garantirsi un posto nella rosa dell’Inter.