Inzaghi e l’arma del riposo: gestione ad hoc col Bologna
Inzaghi col Bologna ha mostrato un nuovo passo nella sua gestione della rosa. Ha guardato alla Champions League, giocandosi qualche rischio, ma senza perdere competitività.
NUOVO PASSO – La gestione della rosa di Inzaghi è stato un tema di discussione costante nel corso della stagione. Con critiche anche feroci, malgrado i risultati. Il tecnico però ha sempre mantenuto la sua strada, figlia di una strategia con ottica superiore. E col Bologna è arrivato un nuovo tassello.
OTTICA CHAMPIONS – Inzaghi in tutta la prima parte di stagione ha dato priorità al campionato, sfruttando le partite di Champions League per dare riposo ai suoi titolari. In tutto il girone, solo in una occasione ha mandato in campo la formazione tipo, col Benfica a San Siro. Nella sfida identificata come fondamentale per garantirsi il passaggio del turno. E quindi poter continuare a gestire allo stesso modo. Nemmeno la sfida per decidere il primo posto con la Real Sociedad ha visto una deroga. Arrivati agli ottavi però era inevitabile che il tecnico rivedesse questa strategia. E la gara col Bologna ha mostrato il come.
RIPOSO, MA SENZA PERDERE COMPETITIVITÀ – Mercoledì l’Inter con l’Atletico Madrid dovrà affrontare una sfida dura, mentalmente e fisicamente. Non si può quindi lasciare nulla al caso. Inzaghi non ha ovviamente snobbato l’impegno col Bologna, in lotta per il quarto posto e praticamente inarrestabile in casa. Ma ha fatto tutto il possibile per arrivare al meglio alla Champions League. In primo luogo ha lasciato in panchina Pavard, Dimarco e Lautaro Martinez. Per tutti i novanta minuti. Tre titolari assoluti, tre chiavi del gioco della squadra. Altri titolari sono andati in campo per ritrovare gamba dopo i recenti infortuni. Ma tra Acerbi, Thuram e Calhanoglu solo il primo ha giocato tutta la partita. Per gli altri due circa sessanta minuti di campo, di rodaggio. Per finire, forte del risultato ma accetando anche qualche rischio, il tecnico ha sostituito sia Mkhitaryan, addirittura al sessantesimo, che Barella. Altri due titolarissimi. Un cambio di gestione evidente, quanto necessario. Il massimo possibile per arrivare al top al ritorno degli ottavi.