Inter, due pesi e due misure in panchina: la sostenibilità non è per tutti
Inter, è già tempo di calcoli al dettaglio? Non ancora ma la finestra invernale del mercato può essere utile, soprattutto in vista della prossima stagione. Anche le riserve dovranno essere scelte valutando tutti i pro e i contro della situazione
SPESA INTELLIGENTE – L’obiettivo dell’Inter di alleggerire il proprio monte ingaggi anche nel 2022 è più complicato del previsto. La società nerazzurra dovrà tenere conto sia dei calciatori in scadenza sia di quelli che non vedono il campo. Perché è facile pensare di risolvere tutto liberando i cileni Arturo Vidal e Alexis Sanchez, ma ha comunque un costo. Che si moltiplica in caso di rinnovi (occhio ai croati Marcelo Brozovic e Ivan Perisic) e arrivi a parametro zero. Come nel caso dell’avvicendamento previsto tra i pali in caso di conferma di Samir Handanovic (vedi focus). Ma questo è solo l’esempio più banale e prende in considerazione anche il mercato, perché già in rosa ci sono dei “casi” evidenti.
DUE PESI, DUE MISURE – L’ingaggio contenuto percepito da Roberto Gagliardini (1.5 milioni di euro netti annui) è considerato sostenibile per il suo ruolo da affidabile gregario in rosa. Lo stesso ingaggio, percepito da Aleksandar Kolarov, non è più sostenibile. Lo stesso discorso si può fare per Danilo D’Ambrosio e Stefano Sensi, che guadagnano 2 milioni a testa ma dando garanzie ben diverse. E che dire di Andrea Ranocchia, che guadagna “solo” 1.8 milioni se confrontato ai 2.5 di Matias Vecino (vedi focus). In estate rinnoverà (al ribasso?) solo chi darà garanzie importanti. La sostenibilità economico-finanziaria andrà ricercata anche nelle operazioni minori a completamento della formazione titolare. Riserve utili sì ma strapagate no(n più).