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Calhanoglu tende la mano al Milan: tutti d’accordo, tranne gli ex!

Calhanoglu continua la sua serie finora infallibile dal dischetto salendo a quota 14 centri in Serie A. Il turco, se in campo sta dimostrando tantissimo e non solo per i calci di rigore, fuori dal campo sta facendo anche meglio con dichiarazioni sempre misurate sulla sua ex squadra, il Milan, che di certo non gli ha reso la vita semplice

SENTENZA – Hakan Calhanoglu ormai è una certezza per l’Inter, sia dagli undici metri che non. Il turco nel ruolo di regista ha trovato la sua dimensione perfetta, per non parlare del ruolo di rigorista: il centrocampista infatti ha finora siglato 14 penalty consecutivi in campionato, talmente una sentenza da arrivare ad affermare di aver sentito per la prima volta pressione a Udine. Il motivo? Sia la posta in palio, ovvero 3 pesantissimi punti scudetto, che le ‘macumbe’ degli avversari che attendono con ansia un suo errore.

Calhanoglu, grande maturità sia in campo che fuori: il 22 aprile potrebbe chiudersi il cerchio e la sua calma è davvero la virtù dei forti

Nel bene e nel male, Calhanoglu è sempre molto sincero. Anche quando dichiara di sentirsi il migliore al mondo è completamente onesto, piaccia o no. Quest’ultimo chilometro da percorrere per il raggiungimento della seconda stella mette sul suo cammino un’occasione enorme, qualcosa che se non è destino proprio non sapremmo come definirlo: la possibilità di laurearsi campione d’Italia proprio contro il Milan, la sua ex squadra che di certo non gli ha reso la vita semplice.

Dagli sfottò dei tifosi dopo lo scudetto rossonero di due anni fa, vinto in volata proprio contro l’Inter, a quelli certamente più pesanti e irrispettosi dei suoi ex compagni, Zlatan Ibrahimovic in primis, in pubblica piazza. Di certo Calhanoglu ci ha pensato e tanto, ma le sue soddisfazioni se l’è prese: la Supercoppa vinta nettamente e senza discussioni ma anche la semifinale di Champions League, anche quella stravinta senza molti indugi. Il 22 aprile a San Siro andrà in scena il derby che potrebbe appunto valere la seconda stella, ma Calhanoglu non intende surriscaldare gli animi e con grande maturità dopo Udine ha teso la mano alla sua ex squadra. Questione di stile, personalità e consapevolezza: il ‘nuovo’ Calhanoglu mette d’accordo tutti (tranne i suoi ex tifosi, chiaro).

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