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ESCLUSIVA IN – Pistocchi: «Inter, ecco la differenza tra Conte e Inzaghi! Onana e Lukaku…»

Maurizio Pistocchi esprime qualche considerazione su Onana, Lukaku e sulla doppia sfida dell’Inter contro Fiorentina e Viktoria Plzen in esclusiva per Inter-News.it. Dopo la prima parte dell’intervista (vedi articolo), il focus si sposta sul campo. Interessante, in particolare, l’analisi sulle differenze tra Conte e Inzaghi. Di seguito la seconda e ultima parte dell’intervista esclusiva a Pistocchi

Pistocchi, passiamo al campo. André Onana sembra essere stata veramente la soluzione a tutti i mali dell’Inter? Le piace come portiere? Qual è il suo punto di forza e quello in cui magari può ancora migliorare?

È sempre molto facile dare le colpe a uno solo quando non arrivano i risultati. Samir Handanovic ha fatto degli errori in alcune partite ma in altre ha anche salvato il risultato. Onana è un portiere moderno, bravo con i piedi. Ha un’esplosività maggiore. Però anche lui fa degli errori, soprattutto sulle uscite. L’ho seguito in Olanda e sulle uscite fa fatica. È un prototipo di portiere importante su cui lavorare. Il problema dell’Inter non era solo Handanovic ma anche Handanovic. Se tu prendi 14 gol non può essere soltanto il portiere il problema.

E che ne pensa della personalità di Onana?

La deve dimostrare sul campo e non negli atteggiamenti con i tifosi. Noi abbiamo avuto grandissimi portieri come Enrico Albertosi, Gianluigi Buffon e Dino Zoff, che non erano “esuberanti”. Ma questo fa parte dell’atteggiamento di una persona. Importante che Onana dimostri la personalità tra i pali e sul campo. In questo senso penso che si sia presentato con grande autorevolezza.

Pistocchi su Lukaku e i prossimi impegni

Pistocchi, intorno all’infortunio di Romelu Lukaku si è creata una situazione poco chiara. Infatti, non ci sarà neanche a Firenze. Secondo lei è dovuto ad una possibile ricaduta avvenuta nelle scorse settimane o si tratta solamente di massima precauzione? Tra l’altro il Mondiale è alle porte…

Tanti giocatori in giro per l’Europa stanno avendo grandi difficoltà fisiche a causa di questo plus ultra di partite ravvicinate. Sta distruggendo i giocatori. I giocatori sono degli atleti che hanno bisogno dei tempi di recupero. Ci sono giocatori anche importanti che non ce la faranno a rientrare prima di gennaio, con il rischio di saltare anche il Mondiale. L’Inter fa bene ad avere la massima cautela su Lukaku, ha bisogno di più tempo per rientrare perché ha stazza e soprattutto si tratta di giocatori che sfruttano le proprie accelerazioni. Bisogna trattare il corpo umano con il rispetto che merita. E dunque non esagerare nella iper-gestione dei calciatori. Mi diceva un allenatore: la prima partita vai a 100, la seconda a 70 e la terza a 40.

Fiorentina prima e Viktoria Plzen poi. Come vede Pistocchi queste due partite? Più complicato il match di Serie A o quello in Champions League, considerando anche la pressione del match point?

La Fiorentina è una squadra difficile da incontrare. Ed è una squadra che ha raccolto meno di quanto ha prodotto. Produce tantissimo dal punto di vista del gioco offensivo ma segna e conclude poco. Però è una squadra aggressiva che gioca bene ma lascia anche degli spazi alle spalle. In questo senso l’Inter può avere qualche vantaggio. Il Viktoria Plzen è una squadra comunque modesta. L’Inter già ha saputo vincere all’andata in Repubblica Ceca. La partita complicata sarà quella di domani al Franchi, stadio sempre caldo e ambiente con entusiasmo.

Conte e Inzaghi: ecco la differenza tra i due

In passato Pistocchi ha analizzato brillantemente le idee tattiche di Antonio Conte, che nel corso dei mesi si è corretto arrivando così a vincere lo Scudetto con l’Inter. Che tipo di osservazione fa oggi sulle idee di Simone Inzaghi? C’è qualcosa in cui sbaglia e dovrebbe correggere prima che sia troppo tardi?

L’Inter di Conte ti dava la sensazione di essere una squadra molto organizzata che non lasciava nulla al caso. I movimenti dei due attaccanti, soprattutto, erano sincronizzati. Uno veniva incontro e l’altro andava in profondità. C’era un grande collegamento tra i reparti. Ricordo che l’Inter era in grado anche di tenere il pallone per più di 14-15 secondi consecutivi e andare a far gol. Ti dava l’impressione di essere una squadra difficile da battere. L’Inter di Inzaghi, invece, non ti dà questa impressione. Ti dà l’impressione di essere una squadra molto forte ma che ha perso un po’ di automatismi sia nel reparto offensivo sia difensivo. Ti concede di più.

Merito dei giocatori più forti a disposizione?

Conte non aveva, ad esempio, Hakan Calhanoglu, che negli ultimi due anni sta facendo molto bene e si è anche scoperto regista davanti la difesa. Giocatore molto importante così come Henrikh Mkhitaryan, capace di fare uno o due ruoli. Quello che deve fare Inzaghi è sfruttare al massimo le capacità della squadra. Prendo l’esempio di Nicolò Barella, giocatore che conosco molto bene già ai tempi del Como. Può fare la mezzala, può fare il play, può fare di tutto a centrocampo ma è da sfruttare al meglio. Nelle ultime due uscite, sia a Barcellona sia contro la Salernitana, abbiamo visto un Barella finalmente al livello di quello che è. Perché è un giocatore molto importante. Bisogna che Inzaghi strutturi il sistema per far arrivare il centrocampista italiano vicino l’area di rigore. Perché è un giocatore che può fare la differenza. Può fare assist e gol. Barella ha tutto per essere il leader tecnico della squadra.

Si ringrazia Maurizio Pistocchi per la cordialità e la disponibilità mostrata nell’intervista.

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