Inzaghi tra Spalletti e Conte: (se) l’Inter ha un problema, serve la soluzione
Inzaghi ha tutte le carte in regola per scrivere la storia dell’Inter, già dalla sua prima stagione in panchina a Milano. L’allenatore nerazzurro può scegliere che finale scrivere, seguendo i modelli del recente passato. Tra Spalletti e Conte c’è di mezzo il tricolore, ma soprattutto la strategia vincente per raggiungere il successo massimo anziché l’obiettivo minimo
PERIODO COMPLICATO – La stagione nerazzurra vive un periodo difficile, mai così complicato come ora. E se il mese da incubo doveva essere alle spalle a partire da metà febbraio (vedi focus), così non è. L’inaspettato passo falso casalingo contro il Sassuolo porta a delle dovute riflessioni in casa Inter, dove si ragiona già sul prossimo impegno. Venerdì si va in casa del Genoa, che è obbligato a tentare il tutto per tutto pur di non retrocedere anzitempo. Guai a prendere sottogamba (anche) questa partita. Quanto a Simone Inzaghi, adesso il suo status di allenatore sulla panchina dell’Inter è cambiato rispetto al suo arrivo. Deve essere proprio Inzaghi a decidere se e come diventare “grande”. L’Inter oggi sembra avere una serie di problemi, che si possono riassumere in un solo pericolo: la paura di non riuscire a ripetersi in Italia. Il sogno chiamato seconda stella.
Inzaghi e l’Inter tra il sogno e la realtà
MODELLI DEL PASSATO – Un problema che può essere facilmente gestito, controllato e allontanato riprendendo in mano il destino nerazzurro. Vincere contro il Genoa e il fanalino di coda Salernitana, senza dimenticare il recupero in casa del Bologna, rimetterebbe l’Inter nelle condizioni di dire la propria. Perché nel frattempo si giocherà Napoli-Milan, la partita-verità della lotta scudetto a tre. Inzaghi sa che può “fallire” in Europa, quindi in Champions League, dove l’obiettivo è già stato raggiunto con la qualificazione agli ottavi di finale. Anche se a Liverpool se la giocherà al 200%, solo che il risultato sarà di secondaria importanza. Ma sa anche che non può fallire in Italia, in Coppa Italia ma soprattutto in campionato. O meglio, può decidere se prendere una piega rispetto a un’altra. Da una parte c’è il modello firmato Luciano Spalletti, dall’altra quello di Antonio Conte, i suoi predecessori. Cosa farà Inzaghi? Gli alibi e le scuse non fanno parte delle opzioni a disposizione. È l’artefice del suo futuro e di quello nerazzurro.
Spalletti o Conte? Questo è il problema…
DUBBIO AMLETICO – L’Inter può arrivare quarta in Serie A, raggiungendo comunque l’obiettivo minimo stagionale (dopo aver vinto la Supercoppa Italiana contro la Juventus, ndr). E se arrivasse seconda o terza non cambierebbe assolutamente nulla, perché a questo punto della stagione le opzioni sono due: vincere lo scudetto o non vincerlo. Arrivare primo in classifica o non arrivarci. Questo è il dilemma. Il piazzamento in Champions League, obiettivo richiesto e raggiunto dal “traghettatore” Spalletti ma rifiutato dall’ambizioso Conte, è esattamente ciò che è stato chiesto a Inzaghi nel momento del suo approdo a Milano. Ma se oggi l’Inter ha tutte le possibilità per bissare il successo della scorsa stagione in Serie A, perché non sfruttarle? Le avversarie finora si sono fatte male da sole più volte – dalla Juventus all’Atalanta, passando per le stesse Milan e Napoli -, l’Inter di Inzaghi non può continuare a singhiozzo. Bisogna correggersi. E cambiare ritmo. Se è vero che quest’Inter ha un problema o più di uno, la soluzione può e deve trovarla solo Inzaghi. Perché se vuole vincere come Conte, può vincere eccome. Altrimenti si farà andare bene pure il piazzamento, come Spalletti (ma a Milano, non a Napoli…).