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Papà Samardzic: «Colpa dell’Inter, trattavano solo con la Pimenta!»

Il papà di Lazar Samardzic ha rivela diversi retroscena sul clamoroso nulla di fatto nella trattativa con l’Inter. Colpe del club nerazzurro e della Pimenta. Le sue parole a Sportitalia.com

RICOSTRUZIONE − Il padre di Samardzic ricostruisce la vicenda: «L’Inter ha fatto un errore: ha fatto tutta la trattativa e ha chiuso l’affare con una persona che non aveva il permesso per farlo. La Pimenta io l’ho vista una volta sola nella mia vita. Non so lei come abbia fatto a infilarsi in questa cosa, perché la trattativa era tra Udinese e Inter: poi ci siamo trovati lei in mezzo, che voleva chiudere l’affare senza il nostro permesso. Quindi quando ho ricevuto la bozza di contratto dall’Inter e abbiamo visto che c’era lei come intermediaria e rappresentante di Lazar, abbiamo chiesto che questo fosse cambiato. Abbiamo chiesto di parlare direttamente con l’Inter, di avere un incontro con loro e di cambiare questo aspetto: ma loro ovviamente non hanno voluto più fare l’operazione così, senza di lei, sostenevano che l’agente di Lazar fosse lei».

SOLO CON LEI − Continua: «A Ferragosto li abbiamo chiamati. Abbiamo anche scritto una mail. Nessuna risposta, perché per l’Inter era finito tutto perché volevano trattare solo con la Pimenta. Avevano chiuso l’accordo con lei, ma non con noi. Lei non ha nessun permesso da parte nostra: aveva fatto l’operazione con l’Inter perché ovviamente lei ha tanti giocatori lì e ha un buon rapporto con il club, ma non c’era nessun accordo con noi, né nessuna autorizzazione».

COMUNICAZIONE − Il padre di Samardzic parla di problemi comunicativi: «Ci siamo incontrati quel venerdì (11 agosto) a Milano e ho spiegato a loro tutto. Gli ho spiegato che non c’era nessun permesso per la Pimenta di parlare a nome di Lazar. Ma non hanno voluto parlare più di nulla perché erano molto arrabbiati perché continuavano a dire che era lei l’agente. Ma potete controllare ovunque, anche su internet, che la Pimenta non è mai stata l’agente di mio figlio. Il “problema di comunicazione” è stato solo questo, perché mio figlio voleva andare all’Inter, l’Udinese voleva venderlo all’Inter e l’Inter voleva prenderlo. Era tutto ok, se non fosse stato per questo “problema di comunicazione».

NO SOLDI − Si difende: «Non abbiamo mai parlato di soldi con l’Inter. Non abbiamo mai contrattato su nulla, non abbiamo avuto l’opportunità perché nel momento in cui ho spiegato che la Pimenta non era l’agente, automaticamente per l’Inter era già tutto chiuso e non erano più interessati, perché, non si sa perché, pensavano che Rafaela Pimenta fosse l’agente. Io ho detto “scusate mi dispiace ma è un errore, se voi avete delle prove riguardo questa cosa ok, ma visto che non le avete non è colpa nostra”. Mi dispiace, ma abbiamo dimostrato che noi volevamo andare all’Inter e che non abbiamo mai parlato di soldi».

Il padre di Samardzic poi scarica le colpe a Inter e stampa

NESSUNA COLPA − L’incontro con l’Inter spiegato così: «Che errore avremmo fatto? Non so. Ho chiesto a Mr. Ausilio dove avrei sbagliato, di dirmelo. E mi ha risposto che non sapeva chi fossero gli agenti. Io ho ribattuto, “Non è colpa mia, potevi chiedere”. Allora a quel punto sono stato io a dire “Vogliamo vedere i contratti, vogliamo vedere l’offerta con una email scritta e non solo al telefono. Vogliamo vedere l’ingaggio, i bonus”. Non abbiamo visto nulla di scritto. Perché loro avevano mandato tutto a Rafaela Pimenta e avevano sbagliato. La prima volta che mi sono seduto nell’ufficio dell’Inter, ho detto a Mr. Ausilio “Guarda, io non ho mai visto nessun contratto finora, nessuna offerta”. Lui me l’ha stampata in quell’appuntamento e io gli ho detto “Ecco, ora è la prima volta che vedo questi numeri”. Ha detto che l’Inter ha 150 anni di storia, che ha fatto la Finale di Champions… Ho risposto “Certo hai ragione, ma qui c’è stato un errore di comunicazione, mi spiace».

AMICI GIORNALISTIInfine, il padre di Samardzic tira in ballo la stampa: «Io non ho esperienza in questi affari, io sono solo un padre che vuole il meglio per suo figlio. A Udine gioca, perché lui ama il calcio. Sicuramente vuole migliorarsi sempre e vuole giocare un giorno in Champions. Non ci importa dei soldi. Se li volevamo, potevamo andare in Arabia Saudita. Noi vogliamo una carriera e l’Inter sicuramente era una buona situazione, ma sinceramente… Noi non abbiamo nulla di cui pentirci, perché non avrei potuto fare nient’altro, visto che l’Inter non voleva parlare con noi. La stessa cosa l’ho detta a Mr. Pozzo, a Udine, che ha capito la situazione. Questa è tutta la verità, poi di certo i giornalisti, che hanno buoni rapporti con l’Inter, scrivono e riporta un’unica versione, ma la verità non è quella».

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