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Moratti: «Zhang molto simpatico: le cose le sa! Ecco cosa serve all’Inter ora»

Moratti – ex Presidente dell’Inter -, intervenuto a “La politica nel pallone” sulle frequenze di Rai Gr Parlamento, spende parole di elogio per alcuni dei protagonisti della squadra campione d’Italia. Dal Presidente Zhang al capocannoniere Lukaku, passando per l’AD Sport Marotta e l’allenatore Conte. Senza dimenticare il fidato Oriali, segreto di ogni successo

FINALMENTE SCUDETTO – Arrivano altre dichiarazioni di Massimo Moratti dopo il trionfo nerazzurro: «È uno scudetto non sofferto, decisamente. Ed è una cosa importante e abbastanza rara. Ma sicuramente voluto a tutti i costi, con grande tenacia, che è sicuramente la caratteristica più importante. Giusto approfittarne per far festa ed essere felici, sperando nel futuro ma senza essere troppo esigenti perché tutto è difficile! I migliori? Romelu Lukaku è stato il trascinatore, è fantastico giocare per il resto della squadra sapendo che in attacco c’è uno a cui, se dai la palla, al 50% fa gol. Lukaku è stato l’uomo più importante dell’Inter. Lautaro Martinez ha un grandissima classe e sarebbe un peccato venderlo. Poi c’è Nicolò Barella, che ha dato forza al centrocampo con carattere, passione e tenacia, tutto ciò che è necessario per rafforzare la personalità della squadra. Ora devi cercare di prendere i giocatori che diano qualcosa in più per fare la differenza anche in Champions League, ma già questa squadra l’anno prossimo la affronterebbe meglio delle ultime due stagioni. Bisogna rinforzarla e vedere un po’ di classe in più. Magari un centrocampista che distribuisca i palloni, come già fa Christian Eriksen, non farebbe male. Eriksen nella seconda parte della stagione ha dato segno di saper gestire bene il suo ruolo, senza fare fatica ma facendole sembrare semplici. I meriti di Lele Oriali? Oriali è sempre vicino all’allenatore ed è molto bravo nel suo ruolo di proteggerlo. L’ho voluto con noi per un periodo molto lungo e il suo ruolo è sempre stato quello di facilitare il lavoro di ogni allenatore. Beppe Marotta è stato bravo a gestire tutte le difficoltà di questa stagione, senza essere esibizionista. Mi è piaciuto molto».

BOMBER INTERISTI – Soffermandosi solo sugli attaccanti della storia interista, Moratti non ha dubbi: «Ronaldo è a un livello chiaramente più alto anche se non ha vinto in Italia, ma è un miracolo averlo visto giocare con noi. Gli altri attaccanti hanno caratteristiche diverse, da Antonio Angelillo che aveva una classe nel vederlo giocare… E non pensavo Lukaku potesse migliorare così tanto, spero possa farlo anche l’anno prossimo! Diego Milito resta il centravanti che in tre partite ci ha fatto vincere tutto: rispetto e amore nei suoi confronti. Zlatan Ibrahimovic è fantastico: ricordiamoci che, dove andava, vinceva il campionato! Come minimo. Per noi è stato fenomenale. Quando l’ho preso, fu un piacere fatto alla Juventus… Mi piaceva come attaccante e poi ho avuto la fortuna di prendere Roberto Mancini come allenatore, che era la persona giusta da prendere dopo aver ricevuto la maglia dell’Inter con un grande tricolore cucito sul petto. Ci ha veramente rilanciato: ha messo l’Inter nelle condizioni di tornare a essere una squadra vincente».

FIDUCIA IN SUNING – Moratti fa il tifo per la permanenza della proprietà cinese nella Milano nerazzurra: «Tutti i grandi club italiani hanno sempre avuto problemi di bilancio. Quest’anno è più difficile a causa della pandemia, ma la formula della Super League non poteva andar bene. Devono trovare delle soluzioni, riducendo le spese. Non è facilissimo nel calcio mettere in linea le squadre, a meno che non ci siano interventi speciali. Io spero che con Suning ci sia un rapporto durevole, perché sono partiti con grandi ambizioni, che sono riusciti subito a raggiungere con questo scudetto. Quest’anno è stato terribile per tutta l’industria mondiale, particolarmente in Cina, dove c’è stato qualche problema e si sono trovati inguaiati, così dicono loro. Forse ora non possono avere la stessa fiducia iniziale, ma credo stiano lavorando per poter rimanere e rilanciare le loro ambizioni e la voglia di far bene. Steven Zhang è un ragazzo, una persona che ha molta sensibilità e attenzione. Ha un metodo che è uno dei più intelligenti che ci siano. Si presenta senza presunzione e diventa una spugna quando parla con qualcuno per cercare di assorbire tutto. In realtà ti rendi conto che le cose le sa, infatti ha capito subito in che ambiente si trovasse e le difficoltà dell’Inter rispetto alle altre. Si è dovuto fidare dei dirigenti italiani, essendo straniero. Ha fatto quello che voleva lui, prendendo i migliori dirigenti e allenatori sulla piazza, per cercare di costruire qualcosa di importante. Mi è sempre piaciuto questo atteggiamento rispettoso, umile e gentile: molto simpatico».

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