Zazzaroni: «Inter, polemiche inutili per ravvivare. Acerbi? L’ha detto!»
Ivan Zazzaroni non vuole soffermarsi troppo su quanto accaduto in Inter-Empoli. Il giornalista spende più parole sul caso Acerbi-Juan Jesus.
INUTILE – Ivan Zazzaroni, intervenuto nello studio di Pressing, sembra quasi voler dare poca importanza alle discussioni scaturite da Inter-Napoli. Così il giornalista, anche sul caso da moviola: «A parte il fatto che per un occhio umano beccare quel fuorigioco ci vuole Tarzan. È un fuorigioco millimetrico e solo il VAR può prendere una decisione. Si parla di un fuorigioco di una squadra che ha vinto 2-0, ha fatto 18 tiri in porta, ha 54 punti di vantaggio. La reazione di Lautaro Martinez alla sostituzione? Ma chi se ne frega. Hanno quattordici punti di vantaggio, gli possono girare un po’ le scatole se Inzaghi lo chiama fuori, è normale. Noi ci attacchiamo con le unghie per tentare di rendere vivo un campionato che in questo momento vive di posto Champions League e corsa salvezza per due posti».
Poca Inter, tanto Acerbi: l’idea di Zazzaroni
SENTENZA – Ivan Zazzaroni si sofferma maggiormente, invece, sul caso Acerbi-Juan Jesus. Questa l’opinione in merito del giornalista: «Acerbi per me quelle cose le ha dette, la sentenza è sbagliata. Immaginando quel tipo di sentenza lo ha anche scritto, perché mancavano prove e testimoni, e ho chiesto a Juan Jesus di perdonare per la seconda volta per evitare di passare per bugiardo o diffamatore. Perché a un certo punto si è pensato anche a questo. È andata come è andata e il giudice sportivo per me ha avuto anche fin troppo coraggio nell’emettere quella sentenza. Paolo Rossi fu condannato senza prove per le scommesse, diciamola tutta. In questo caso il tema era molto delicato. Bisogna rispettare le sentenza ma si possono discutere. Non sono stato l’unico a vederla sbagliata. Ho visto che Gravina ha preso una posizione, Abodi un’altra. Mi dispiace anche per Acerbi, ma quella cosa secondo me Juan Jesus non se l’è inventata. Secondo me l’Inter ha giustamente lavorato sotto con gli avvocati perché c’era un patrimonio anche umano da difendere. Il tema era molto delicato, come il periodo in cui è successo il fatto, è normale che fai fatica a prendere una posizione prima ancora che si pronunci il giudice sportivo».