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Vieri: «Ecco perché scelsi l’Inter! Dissi sì alla pazzia. E il Milan…»

Vieri ripercorre la sua carriera calcistica partendo dagli inizi in Australia prima di tornare in Italia. L’ex attaccante dell’Inter, ospite della rubrica “Storie di Serie A” curata dal giornalista Alciato per Radio TV Serie A con RDS, ricorda il motivo che gli fece scegliere la maglia nerazzurra e alcuni aneddotti precedenti e successivi al suo lungo periodo ad Appiano Gentile

CALCIO NEL DNA- Continua a far parlare di sé Christian “Bobo” Vieri, che si racconta partendo dalla fine: «Il calcio è la cosa più bella del mondo. Tornassi indietro giocherei fino a 50 anni. Se fai questo sport, lo ami. Troppo bello giocare a calcio. Quando fai un lavoro che ti piace, non ti pesa mai. Ci sono stati momenti belli o brutti ma questo fa parte del lavoro giornaliero. Fare il calciatore era il mio sogno da bambino, da quando ero in Australia. Se hai un sogno, devi seguirlo. Perché i sogni si realizzano. E i miei sogni si sono realizzati. Ho smesso perché ero stufo di tutto e di tutti. Ero stanco mentalmente. Non ero contento. Stavo ancora bene per giocare ma non avevo le motivazioni e ho deciso di smetterla. Ho smesso perché volevo smetterla, quindi va bene così». Vieri, però, non nasce centravanti: «In Australia facevo il terzino sinistro, alla Roberto Carlos, inguardabile (ride, ndr). Poi ho detto all’allenatore di schierarmi davanti, perché facevo più gol degli attaccanti, e sono rimasto centravanti. Così sono tornato in Italia…. Mio nonno mi seguiva. E mi dava 5.000 lire per ogni gol segnato… È andato in bancarotta dopo qualche partita (ride, ndr). Poi è sceso a 1.000 lire a gol…». Questo il primo ricordo di Vieri come giovane calciatore in Italia.

Le prime esperienze di Vieri in Italia

PRIMA DELL’INTER – Prima di arrivare ad Appiano Gentile il percorso di Vieri va avanti attraverso più squadre (Torino, Pisa, Ravenna, Venezia e Atalanta, ndr) fino al grande salto: «La Juventus mi ha introdotto nel grande calcio. Mio padre mi diceva che quella maglia pesava. Era una società piena di grandi personalità. Poi ho spinto io per andare all’Atletico Madrid per questione di soldi (ride, ndr). Ed è stato molto divertente quell’anno in Spagna, non so perché sono andato via. La Lazio era una squadra clamorosa, ancora non so come abbiamo perso quello Scudetto!».

Il motivo che porta Vieri all’Inter

VIERI ALL’INTER – Quindi la scelta di andare all’Inter, che Vieri spiega così: «Perché volevo giocare con Ronaldo e allora mi chiama Narciso Pezzotti, il secondo di Marcelo Lippi, e mi dice: “Se facciamo una pazzia, vieni?”. “Sì, vengo a giocare con Ronaldo”. Volevo proprio andare a giocare con lui e ho dato il mio OK. Poi c’è stata la vendita e ritrovavo Lippi. Giocare a San Siro, stadio delle meraviglie. Con il giocatore più forte che c’era: non c’è proprio paragone con nessuno! A quei tempi Ronaldo era proprio incredibile. I tifosi della Lazio erano distrutti per il mio addio ma io volevo giocare a San Siro con Ronaldo. Era una cosa fuori di testa. Come vedo Ronaldo, gli do la mano e glielo dico: “Io sono qui per giocare con te”. Una bella persona, simpatica e divertente. In giro per Milano la gente ci applaudiva, come se fossimo un gruppo rock (ride, ndr). Alla prima partita di campionato, Inter-Verona, prima di scendere in campo vedo lo stadio tutto pieno e mi dico: “Bobo, non fare cazzate! Devi fare subito gol, se no arrivano subito mille polemiche”. Vado a scaldarmi. E riesco a fare gol subito! Stadio meraviglioso, club meraviglioso. C’era tutto per vincere. Giocare a San Siro è pesante, ci vuole personalità. Mi sono allenato per segnare subito e ci sono riuscito».

Dal Bobo nerazzurro al Bobo rossonero

DOPO L’INTER – Infine, il famoso “tradimento” a tinte rossonere: «Ho scelto il Milan perché avevo risolto il contratto ed ero libero. La prima opzione era tornare all’Atletico Madrid ma non avevano bisogno. Ho detto subito sì ad Adriano Galliani perché volevo stare in una grande squadra. Era la rivale dell’Inter e sapevo avrebbe dato fastidio ma sono andato lo stesso. Sono stato sei mesi e ne ho combinate di tutti i colori perché volevo fare gol e non riuscivo a farli (ride, ndr). Però sono stato benissimo anche al Milan. Volevo giocare e siccome non giocavo né riuscivo a fare gol, giusto che restavo fuori, così sono andato al Monaco in vista del Mondiale». Questa la sincera ammissione di Vieri al collega Alessandro Alciato, giornalista di Amazon Prime Video e non solo.

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