Ventola: “Inter, che spasso Ronaldo! Quella volta con lo Spartak Mosca…”
Ventola scrive una lunga lettera all’Inter nella quale ripercorre i suoi anni in nerazzurro, accanto a campioni del calibro di Ronaldo e Baggio. L’ex attaccante ricorda il suo debutto, il momento in cui capì che avrebbero puntato su di lui e gli “scherzi” del Fenomeno. Di seguito le sue parole
ARRIVO ED ESORDIO – Nicola Ventola ricorda l’arrivo all’Inter: “Ronaldo, Baggio, Recoba, Zamorano, Kanu, Pirlo, Kallon. Quando mi hanno detto che sarei andato all’Inter ho pensato: “Vado a fare l’ottavo attaccante?”. Arrivo in punta di piedi, chiedo il numero 78 e la società mi invita a prendere l’11. Lì capisco: Ronaldo 9, Baggio 10, Ventola 11. Puntavano su di me! Debutto contro lo Skonto Riga, a Pisa: gol. In campionato andiamo a Cagliari e siamo sotto 2-0: io e Pirlo entriamo al posto di Baggio e Djorkaeff. Faccio una doppietta indimenticabile, anche con un gol in girata al volo. La partita che davvero non scorderò mai. 2-2″.
VELOCE COME IL VENTO – Ventola in nerazzurro giocò accanto a Ronaldo, il Fenomeno: “Ho iniziato fortissimo, all’Inter. Ed era uno spasso allenarsi con Ronaldo. Andava troppo veloce, per tutti. E poi rideva, scherzava, non si prendeva sul serio. Spesso sfidava Colonnese e West: “Chiudete le gambe, vi faccio tunnel”. Li avvisava, poi faceva passare la palla tra le gambe. Al termine di una seduta si era messo in testa che dovevo tirare io le punizioni. Gli dicevo: “Ronie, ci siete tu, Baggio, Djorkaeff e non ho mai tirato una punizione in vita mia”. Insisteva, voleva provare uno schema, anzi uno scherzo. Lui partiva, fintava di destro e me la toccava di tacco sinistro. Un gioco”.
SCHEMA VINCENTE – E lo schema funzionò davvero, ricorda Ventola: “Avevo sempre 20 anni, ero a San Siro ed era la Champions League: Inter-Spartak Mosca. Punizione, Ronie si avvicina e mi dice: “Nick, lo facciamo?”. “Sei matto?”. “No no, lo facciamo, preparati”. Pensate a Filimonov, il portiere dello Spartak, che si prepara a parare la punizione di Ronaldo. Lui parte, finta, tocco, io faccio partire un destro che finisce dritto all’incrocio. Ci credete? Io non ci credevo, e un po’ mi scappava da ridere”.
Fonte: inter.it