Mondo Inter

Cattelan: «Lukaku e Brozovic? Tengo uno! Riprenderei Conte. San Siro…»

L’Inter vive un momento particolare sia a livello di campo che societario. Alessandro Cattelan, noto conduttore e super tifoso nerazzurro, intervenuto ai microfoni di Cronache di Spogliatoio su Twitch, dice un po’ la sua sull’attualità con qualche aneddoto sui calciatori più vicini a lui

FUTURO – L’Inter naviga un po’ a vista riguardo alla prossima stagione con un grande dubbio legato a Romelu Lukaku. Alessandro Cattelan dice la sua sul possibile rinnovo del prestito dal Chelsea ma anche su Simone Inzaghi: «Io Lukaku lo terrei perché secondo me è fortissimo. Dopo le sue due esperienze all’Inter, posto che quest’anno ha avuto molti infortuni, non so se Inzaghi è l’allenatore giusto per lui. Io come tutti i tifosi medi sacrifico sempre l’allenatore. Chi mi piacerebbe al posto di Inzaghi? Nella condizione dell’Inter, Inzaghi era il meglio che potessimo prendere. È un allenatore molto bravo e io che seguo l’Inter dal 1989 non l’ho mai vista giocare bene come nei primi sei mesi della scorsa stagione. Qualità altissima che non ho mai visto, però mantenere quel livello lì non è facile. Io riprenderei Conte se potessi scegliere. Ma nella situazione dell’Inter, Inzaghi rimane la miglior opzione possibile».

CORNICE – Cattelan si esprime anche sulla suggestione di José Mourinho: «È la persona nel mondo del calcio a cui voglio più bene, al punto che quando è andato alla Roma io ero contento solo perché era più vicino a me. Se l’ho conosciuto? Ho lavorato da autore per i Fifa Awards, lui era uno dei premiati e ho avuto modo di farci quattro chiacchiere di servizio ma tecnicamente non l’ho mai conosciuto bene. Non so se lo riprenderei, secondo me vai a toccare una cosa mitologica. Non è un allenatore con cui abbiamo fatto bene come Conte, José ha fatto una cosa mitologica. Forse lo terrei dentro quella cornice lì».

CASI SPINOSI – Cattelan risponde anche sul futuro di Marcelo Brozovic e sulla questione stadio: «Brozovic? Anche questo è un caso spinoso. Purtroppo la premessa che bisogna fare quando si risponde sull’Inter è sempre come siamo conciati: siamo messi talmente male che tutto deve passare da quell’imbuto lì. Se fossimo una società in salute non lo darei mai via nella vita, ma è uno di quelli con cui puoi fare un guadagno maggiore e con cui sei più coperto a livello di rosa. Brozovic è un mattoncino bellissimo ma se lo levi fai meno danni. Non capisco perché siamo in questa condizione di smembramento, noi dopo Conte ogni anni siamo andati ad avere una rosa peggiore dell’anno prima e questo è un altro merito di Inzaghi. Stadio? Io sono del partito di modernizzare, mi piacerebbe tenere San Siro come Wembley per farci i grandi eventi ma immagino che i costi siano proibitivi. Di sicuro nel cambio stadio spero che ognuno abbia il suo. Non cambierei stadio per avere un altro in condivisione con il Milan».

AMICIZIE – Cattelan racconta il suo debole per Nicolò Barella e la sua amicizia con diversi calciatori nerazzurri: «Con Barella siamo amici e ho un debole per lui, in realtà ho un debole proprio per quel ruolo lì. E poi per Barella nello specifico, a volte dicevo che ha un po’ preso un locale in condivisione con Nicola Berti nel mio cuore dove ci abita anche Paul Ince. È fumantino perché è il suo carattere, ma è parte del perché è così forte. Sulle ammonizioni ha lavorato tanto, è uno di quelli che parla tanto. Ci avrei bisticciato pure io in campo come Lukaku. Io quelli che mandavo a quel paese quando giocavo erano quelli con cui andavo più d’accordo nello spogliatoio. Ho legato con Lukaku, D’Ambrosio, Ranocchia è un caro amico, Darmian che ero andato a trovare anche a Manchester».

MANCANZE – Prosegue Cattelan: «Ero anche amico di Perisic che era un cavallo da corsa e questo perché lui tutte le mattine si svegliava alle sette, si fa un’ora di allenamento a casa con un preparatore personale e poi andava ad Appiano. Questa è una cosa che in tanti fanno ma che in pochi sanno. Perisic lo conoscevo perché abitavamo vicini e ci trovavamo al parchetto con i nostri figli. Quanto manca? Moltissimo. Quando vedi che siamo gli ultimi per dribbling, ti ricordi che lui ogni volta che aveva la palla ti puntava. Con quel tipo di martello lì sapevi che un paio di gol li facevi ad ogni partita. Manca anche per il tipo di carattere, era uno da battaglia. Noi ogni tanto ci perdiamo quest’anno in alcuni momenti».

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