Adriano sincero: «Difficile trovare un giocatore come me! Tutti mi dicono…»

Adriano sa bene di non essere stato un calciatori qualsiasi e non lo nega. L’ex attaccante dell’Inter, protagonista del format “Careers Legend” su Inter TV, mette a nudo anche le sue debolezze. Di seguito il secondo estratto delle sue parole
GOL NATURALI – Una volta coronato il sogno chiamato Inter (vedi prima parte), Adriano si è imposto a livello internazionale con gol capolavoro come quello all’Udinese: «Da fuori a volte immaginavo com’era fare un gol in quella maniera. Io anche adesso non mi capacito! In quel momento stavo bene e facevo delle cose che non pensavo di fare: è automatico! Quando stai bene di testa e fisicamente, le cose vengono fuori così. È stato un bel gol. Prima di quella partita, causa fuso orario, avevo riposato poco ma ho detto che volevo giocare (ride, ndr). Pensavo di andare verso la porta e ho visto che c’erano tre giocatori. Il primo l’ho saltato subito. Poi gli altri due erano già vicini all’area di rigore, quindi sono andato a sinistra e l’ho messa all’incrocio. Si dice così, no? Quindi non c’era nulla da fare (ride, ndr). Questo e quello con la Nazionale Brasiliana in finale di Copa America con sono stati i gol più belli per me». Così Adriano dopo aver rivisto il suo storico gol in Inter-Udinese.
C’è solo un Imperatore
NESSUNO COME ME – Adriano racconta che i suoi ex compagni ancora oggi gli fanno pesare il fatto di non aver fatto la carriera sperata: «Tutti i giocatori che hanno giocato con me mi dicono: “Ti voglio ammazzare! Dovevi fare ancora di più!” (ride, ndr). Lo so anche io che potevo fare ancora. Ho passato delle cose che non mi hanno lasciato. Lo so che ero un giocatore importante per qualsiasi squadra con cui giocavo. Però penso che un giocatore come me è un po’ difficile da trovare (ride, ndr). Io sono sempre stato quello che sono. Sono sempre stato il bambino di sempre. Ho sempre scherzato. Mi piaceva ridere, parlare, giocare. Ho sempre ascoltato tutti e questo è molto importante. Oggi magari un giocatore più giovane non ascolta quello più vecchio, ma questo è un errore. Dobbiamo ascoltare sempre gli altri, anche se siamo già lì, c’è sempre qualcosa da imparare. Dobbiamo essere umili per imparare sempre di più». Questo il pensiero dell’Adriano ormai maturo a 40 anni compiuti.
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