Interviste

Di Francesco: «Inter, un fattore fa paura! Due oltre a Lautaro Martinez»

Di Francesco ha parlato in conferenza stampa in vista di Inter-Frosinone, partita in programma domenica alle 20.45 a San Siro. Il tecnico della squadra ciociara incita i suoi a non aver paura della squadra di Simone Inzaghi né tantomeno della spinta del Meazza. Oltre al pericolo Lautaro Martinez, l’allenatore ne individua altri due. Di seguito le sue dichiarazioni ai canali ufficiali del club gialloblù 

CONSAPEVOLEZZA – Eusebio Di Francesco in vista di Inter-Frosinone sottolinea quanto la squadra nerazzurra sia forte ma soprattutto consapevole: «Credo che per poter competere con l’Inter bisognerà superarsi. L’Inter è la squadra più completa, difficile da affrontare, che ha dato continuità al lavoro del proprio allenatore. Ha tante armi a sua disposizione. Difficile da affrontare sotto tutti i punti di vista. Ma quello che fa più paura dell’Inter è la consapevolezza, la conoscenza che hanno tra di loro che la rende una formazione difficile da battere. Se finora abbiamo messo 10, adesso per poter competere con questa Inter bisognerà mettere non dico il doppio ma andarci vicino. Noi dobbiamo andare a giocarci questa gara con lo stesso entusiasmo avuto finora. Come ci schiereremo tatticamente? Questo non lo so, ci devo ragionare sopra. Non voglio dare vantaggi ad una squadra già forte. È normale che dobbiamo preparare una partita accorta e tutto può essere valido. Anche a livello di caratteristiche dei giocatori da schierare, vanno scelte le soluzioni giuste. Ma non dobbiamo perdere la nostra identità e i nostri principi di gioco e battere sul fatto dell’entusiasmo, della tanta voglia di andare a fare la partita. Tatticamente in questo caso non ti posso dire come affronteremo la partita».

PERICOLI – Di Francesco, oltre a Lautaro Martinez, individua altri due pericoli: «Io non condivido il concetto che non sia possibile affrontare l’Inter col sorriso e cercando di divertirci, fattori che ci dovranno accompagnare fino al termine del campionato. È normale che gli accorgimenti tattici non possono riguardare solo un giocatore, come dite voi, che è veramente forte. Penso anche che Calhanoglu sia un giocatore difficile da affrontare e poi c’è uno come Thuram che allunga le squadre avversarie e che ha dato qualcosa di diverso all’attacco dell’Inter. Noi dobbiamo essere bravi ad arrivare col sorriso e divertimento giusto, lo ribadisco. E con la testa giusta. Pur sapendo che le potenzialità sono totalmente differenti».

SODDISFAZIONI – Di Francesco crede che Matías Soulé possa togliersi soddisfazioni a San Siro: «Soulé avrà gli occhi del mondo su di lui? E invece non deve pensarci più di tanto. Per partir bene deve capire come affrontare questi momenti, anche in uno stadio pieno come gli sono capitati già e gli capiteranno ancora. Non deve avere il peso addosso, sicuramente io non glielo darò. È invece una partita nella quale mettendo in campo le sue qualità può togliersi tante soddisfazioni. Non mi piace il concetto che non abbiamo nulla da perdere, sennò si scivola nel famoso luogo comune del ‘come va va…’. Noi dobbiamo cercare di portare qualcosa di importante. Andare a Milano pensando di partire battuti è un pensiero sbagliatissimo, non dobbiamo avere. Se venisse fuori la sorpresa per una sana incoscienza? Già come sto parlando io bisogna avere una sana incoscienza. L’Inter sappiamo che è una squadra fortissima per tanti aspetti e lo sappiamo, come abbiamo detto. È una squadra che ha fatto una finale di Champions. Se leggete le loro interviste, si comprende come abbiano assunto anche consapevolezza in quello che fanno. Gelli? Ho visto che deve lavorare ancora tanto. Sarà convocato. Ma dire che verrà utilizzato ce ne corre. Dovrà lavorare e lo farà durante la sosta».

COLLEGHI – Di Francesco tesse le lodi di Simone Inzaghi: «Spesso degli attaccanti si dice che nessuno si aspetta che diventino tecnici importanti. Lui è stato bravo, ha atteso l’opportunità che gli si era creata con la Lazio quando sembrava dovesse andare alla Salernitana. È curioso, vuol sapere. Io conosco bene anche la famiglia, conosco Pippo. Loro sono di Piacenza dove io ho giocato diversi anni. È un ragazzo che si è costruito da solo ed è stato bravo. Col tempo si matura, anche chi è stato attaccante o centrocampista durante la carriera riesce a diventare un allenatore importante».

SFACCIATAGGINE – Di Francesco chiude facendo intuire il modo in cui il suo Frosinone affronterà l’Inter: «Io ho cercato di dire ai miei ragazzi che quando si entra in campo in qualsiasi stadio la forza sta nel mettersi due tappi nelle orecchie. E concentrarsi sull’obiettivo della propria squadra. Ed è quello che ho fatto anche questa settimana, non ho dato tantissimo peso alla partita in sé. Ho fatto capire che avremo di fronte una squadra forte da contrastare. Ma non significa mettersi dietro cercando di non prenderle ma anche di controbattere».

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