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Gilardino: «Inter incredibile, ma noi dobbiamo esaltarci! Coraggio»

Alberto Gilardino, in conferenza stampa alla vigilia di Inter-Genoa, ha parlato della partita di domani a San Siro. Il tecnico del Grifone la presenta così.

CONFERENZA GILARDINO − Alla vigilia di Inter-Genoa, Alberto Gilardino ha parlato in conferenza stampa.

Ci arrivate nel momento migliore, cosa ti aspetti?

Dobbiamo continuare a sognare, a interpretare le gare con spirito e umiltà. Rimanere aggrappati alla gara con atteggiamento e prestazione. Questo diventa determinante nella gara di domani. I ragazzi si meritano una partita del genere per come andiamo ad affrontare la prima della classe in Italia e una delle prime in Europa. Merito di Inzaghi e dell’Inter per quello che stanno dimostrando in questi anni e in questa stagione. Dobbiamo esaltarci nei momenti difficili.

Infortunati? 

Haps, Matturro e Ankeye fuori. Johan recuperato, tutti gli altri a disposizione.

Genoa aggressivo, anche con l’Inter così?

Dobbiamo pensare di interpretare la partita nel modo giusto nell’atteggiamento. Ci saranno più partite all’interno di esse e dobbiamo essere bravi a giocarle. Sapendo le grandissime qualità e il momento straripante degli avversari, ma consapevoli del nostro percorso. Deve essere sentimento di consapevolezza, normale che ci vorrà sacrificio e corsa. Ma dobbiamo esaltarci. Dobbiamo fare punti, andare forte e correre. Il nostro riferimento deve essere a fare il meglio di quello che possiamo da qui alla fine, ancora non c’è matematica. Fare 42 punti e dopo averlo raggiunto si può parlare di altro.

Come fermare l’Inter? Le piace Inzaghi?

Inter squadra incredibile per quanto riguarda gli interpreti. Hanno un’idea ben chiara in testa, vedendo le loro partite, già a partire dai loro attaccanti per spirito e atteggiamento, quelle sono sensazioni che poi un allenatore va a stimolare e lavorarci. E’ riuscita a modellarsi anche in base agli interpreti. Inzaghi bravo a dare un’identità ben precisa a questa squadra vincente.

Inzaghi con la media punti nella storia dell’Inter. Lei sta facendo molto bene. Come giudica il suo lavoro?

Significa lavoro e lavoro. Rispecchia la volontà che cerco di trasmettere alla squadra, ai ragazzi. Cerco di motivare lo staff e di motivarsi tutti insieme. Tutti ci motiviamo per cercare di superare ogni limite che qualsiasi persona può avere. Serve lavoro e perseveranza. Il campionato è ancora lungo, dobbiamo dimostrare ancora.

Amore dei tifosi e attaccamento.

Sempre percepito attaccamento dei giocatori verso la squadra. La cosa più felice è quella di aver ricreato l’attaccamento e l’amore dei tifosi alla squadra. Il mio percorso un crescendo di lavoro e miglioramento. Anche nelle sconfitte uno può modellarsi, mi aspetto tanto della squadra in questa ultima parte di campionato.

Come motivi i tuoi ragazzi? Sarà sempre il solito Genoa?

Ci saranno momenti dove ci difenderemo. Si è difeso anche l’Atletico Madrid a San Siro pur facendo un’ottima partita. Ma ci saranno anche momenti in cui avremo la palla, bisogna gestire questi momenti e giocare come abbiamo sempre dimostrato. Personalità, coraggio, umiltà.

Rinnovo Frendrup e fiducia merito tuo?

Ne sono consapevole, felice che tanti stanno prolungando il contratto. La società vuole tenere un blocco compatto di giocatori, che vogliono rimanere a vestire questa maglia così importante. Aver potuto lavorare e far crescere questi giocatori è stimolante e importante.

Punti deboli Inter?

Ad oggi ha dimostrato di non averne. Sia nei singoli giocatori di difesa, non c’è Acerbi gioca Pavard, de Vrij, Carlos Augusto, Dimarco, Dumfries; in mezzo al campo non c’è Calhanoglu, c’è Barella, Mkhitaryan, Asllani. Difficile trovare punti deboli. Ma in una partita secca bisogna avere coraggio, sofferenza e personalità.

Gli attaccanti che diventano allenatori fanno meglio.

Significa poco e nulla. Una volta dicevano che difensori e centrocampisti erano più pronti per fare gli allenatori. Poi si è dimostrato di no. Ma se uno mette tutto se stesso, studia, lavora, questo mestiere si può fare in maniera ottimale.

Come vedi Spence e Bohinen?

Quando vado a fare la formazione c’è difficoltà nel farla perché i ragazzi vanno a duemila all’ora. Ultimamente ci sono giocatori come Malinovsky, Spence, Vitinha che giocano poco e nulla. Ma vanno forte e glielo dico io di andare forte. Quando questi giocatori hanno questo tipo di atteggiamento è tanta roba, vuol dire che ci siamo. La volontà è andare sempre forte, c’è mentalità forte da mantenere fino al 26 maggio e continuare.

Arbitri e polemiche. C’è un problema?

Non mi piace parlarne. Ricordo certe situazioni. Quanti sono? Arbitri, assistenti, quarto uomo, Var. Siamo umani, l’errore capita. Io devo pensare alla mia squadra.

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