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Udinese-Inter (3-1): Inzaghi mette la firma su un lunch match horror prima delle 13

Udinese-Inter è il capolavoro della bruttezza tecnico-tattica che una squadra allenata da Inzaghi può mai pensare di mettere in scena. Al vantaggio firmato Barella dopo 5′ segue l’autogol di Skriniar e l’uno-due finale dopo oltre 90′ di non-calcio. E le responsabilità di quanto accaduto non possono non ricadere principalmente sull’allenatore, colpevole più della frenetica lettura che della (superficiale?) preparazione della partita in sé. Un lunch match da dimenticare in casa nerazzurra. Di seguito l’analisi tattica di Udinese-Inter in Serie A

Pre-Game Analysis: il modulo e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare l’Udinese in Serie A: 1 Handanovic ©; 37 Skriniar, 15 Acerbi, 95 A. Bastoni; 2 Dumfries, 23 Barella, 77 Brozovic, 22 Mkhitaryan, 36 Darmian; 9 Dzeko, 10 Lautaro Martinez.

Udinese-Inter formazioni ufficiali
Udinese-Inter formazioni ufficiali

In-Game Analysis: sviluppo e lettura di Udinese-Inter

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 5′ Barella di destro delizia Udine con una precisa punizione nel sette dal limite dell’area (0-1). Poi al 22′ arriva l’autogol di Skriniar, sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Pereyra, che riporta il risultato in parità (1-1). Nel secondo tempo, al 55′ Dzeko supera Silvestri e deposita in rete ma è in fuorigioco sull’assist di Barella. Al 73′ il palo salva Handanovic sul tiro di Deulofeu. All’85′ il colpo di testa di Bijol, in anticipo su de Vrij e con Handanovic immobile su corner battuto dallo scatenato Deulofeu, vale il vantaggio bianconero (2-1). Infine, al 93′ Arslan di testa su cross del solito Deulofeu da destra chiude i giochi (3-1).

SOSTITUZIONI – Al 31′, sul risultato di 1-1, arriva il primo doppio cambio di Inzaghi: fuori Bastoni e Mkhitaryan, dentro Dimarco e Gagliardini. La catena sinistra nerazzurra viene cambiata dopo appena mezz’ora causa ammonizione di coppia. Al 69′ il secondo doppio cambio nerazzurro: fuori Darmian e Dzeko, dentro D’Ambrosio e Correa. L’italiano agisce da terzo destro con Skriniar che scala in mezzo e Acerbi sul centro-sinistra, così Dimarco può alzarsi nel ruolo di quinto di centrocampo, invece l’argentino si posiziona alla sinistra del connazionale Lautaro Martinez. Infine, all’80′ ecco il quinto e ultimo cambio dell’Inter: fuori Acerbi, dentro de Vrij. L’olandese si piazza al centro della difesa facendo scalare Skriniar nel ruolo di terzo sinistro.

Player Analysis: focus sul singolo nerazzurro

FLOP – Altro passaggio a vuoto dell’Inter, che delude in tutto e di conseguenza il protagonista in negativo non può che essere l’allenatore: Inzaghi (vedi pagelle di Udinese-Inter). La formazione titolare non sembra nemmeno quella sbagliata, anzi. Inzaghi senza Calhanoglu opta per la coppia Mkhitaryan-Darmian, quindi qualità in mezzo ma copertura sulla fascia. Poi le ammonizioni mandano in tilt le idee iniziali – già poco incisive in campo – e l’Inter non si ritrova più. La gestione dei cambi fatta da Inzaghi nella ripresa, se possibile, è addirittura più preoccupante del doppio cambio fatto nel primo tempo. Spostamenti, non modifiche. Scelte conservative, forse figlie della paura di perdere anziché di non vincere. Il blackout finale è inspiegabile. Terrorizzato.

Post-Game Analysis: considerazioni finali su Udinese-Inter

COMMENTO – Il lunch match a Udine inizia alle 12:30 ma per l’Inter finisce già prima delle 13. Escludendo il gol di Barella su punizione, tatticamente la squadra di Inzaghi non c’è. Il 3-5-2 di Sottil copre meglio il campo e, soprattutto, sa come far male agli ospiti. Pensare che l’Udinese sia solo una squadra fisica è un errore. Un errore dettato dalla superficialità. Bastoni soffre la rapidità di Deulofeu e compagni, anche per questo Inzaghi lo sostituisce dopo l’ammonizione. Ma è il gioco in verticale che causa i maggiori problemi all’Inter, incapace di limitare e di proporlo a sua volta. La produzione tecnica nerazzurra è ai minimi storici. La situazione ovviamente peggiora con l’ingresso di Gagliardini per Mkhitaryan, ma davvero Inzaghi non può proporre di meglio? Sì, facile pensare ad Asllani senza modificare il sistema di gioco. Così come a un’altra soluzione mettendo in stand-by, almeno per un’ora, un 3-5-2 che ha smesso di funzionare da tempo. Oggi all’Inter serve proteggere meglio la difesa (sotto shock) e rinfornire l’attacco sia per vie centrali sia sfruttando le corsie laterali. E in Udinese-Inter non si vede mai nulla di tutto ciò.

OSSERVAZIONE – La fase degli alibi è finita da tempo ma deve finire presto anche quella dell’improvvisazione. Accettare un’altra prestazione come quella fornita dall’Inter a Udine non può rientrare in nessun tipo di programmazione. Inaccettabile. Si può perdere ma non si può accettare di perdere senza giocare a calcio. E senza nemmeno sforzarsi nel farlo. Un’Inter così povera di gioco e svuotata nell’anima non si vedeva da un po’ di tempo. Brutta, brutta, brutta. Inzaghi ha le sue responsabilità in questo senso, perché non vale la scusa del “mancava Lukaku”. Il famoso piano B dell’Inter che non esiste è una lacuna su cui l’allenatore deve essere interrogato. Alla ricerca di motivazioni e risposte credibili. Lo spettacolo indegno di Udinese-Inter deve far riflettere: la sosta arriva nel momento migliore possibile per l’Inter di Inzaghi ma in realtà saranno due settimane pesantissime dopo questa sconfitta. E l’ambiente nerazzurro, dopo un lunch match horror simile, oggi non sembra in grado di reggere quest’altra botta…

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