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Inter-Porto (1-0): Inzaghi prepara e vince la partita (in 15) solo con la panchina

Inter-Porto termina 1-0. Risultato minimo, probabilmente stretto, ma importantissimo in vista della trasferta in Portogallo. Il gol di Lukaku nel finale evita l’ennesima serata internazionale beffarda. Ottima la prova della squadra di Inzaghi, che punta tutto sulla ripresa e sfrutta bene anche la superiorità numerica. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Porto in Champions League

Pre-Game Analysis: il modulo e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Simone Inzaghi per affrontare il Porto in Champions League: 24 Onana; 37 Skriniar, 15 Acerbi, 95 A. Bastoni; 36 Darmian, 23 Barella, 20 Calhanoglu, 22 Mkhitaryan, 32 F. Dimarco; 9 Dzeko, 10 Lautaro Martinez ©.

In-Game Analysis: sviluppo e lettura di Inter-Porto

HIGHLIGHTS – Dopo un primo tempo senza particolari episodi, nella ripresa, al 78′ e sul risultato di 0-0, il Porto rimane in dieci per l’espulsione di Otavio, che rimedia il secondo cartellino giallo della sua serata dopo una brutta entrata su Calhanoglu. L’Inter gioca in superiorità numerica l’ultimo quarto d’ora abbondante di partita. E all’86′ Lukaku ribadisce in rete il pallone rimbalzato sul palo dopo il suo stesso colpo di testa su cross di Barella dalla destra svettando su Pepe (1-0).

SOSTITUZIONI – Nel secondo tempo, al 58′ sul risultato di 0-0, arriva il primo doppio cambio di Inzaghi: fuori Dimarco e Dzeko, dentro Gosens e Lukaku. Solita staffetta preannunciata in entrambi i ruoli-chiave dello schiacchiere interista. Al 72′ ecco il terzo cambio per l’Inter: fuori Mkhitaryan, dentro Brozovic. Il croato si posiziona davanti alla difesa facendo scalare Calhanoglu alla sua sinistra nel ruolo di mezzala. Infine, all’81′ e in superiorità numerica, spazio al quarto e ultimo cambio nerazzurro: fuori Skriniar, dentro Dumfries. L’olandese agisce da quinto destro, facendo arretrare Darmian in difesa nel ruolo di terzo destro, per il finale di assalto totale.

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Player Analysis: focus sul singolo nerazzurro

TOP – Serviva un segnale, che arriva in tempo come il gol-vittoria che vale come premio: Lukaku (vedi pagelle di Inter-Porto). Il centravanti belga in attacco fa quello che Onana fa tra i propri pali: la differenza. Finalmente! Prima sforna un assist per Lautaro Martinez, che manca l’appuntamento con il gol solo per una questione di millimetri/millisecondi. Poi viene fermato dal palo ma per fortuna la respinta vale la rete dell’1-0. Sembrava essere un’altra serata horror, invece adesso può essere la serata della rinascita. Anche se non è ancora al 100% della forma (e si vede). Carico.

Post-Game Analysis: considerazioni finali sulla partita

COMMENTO – Il Porto di Sergio Conceicao è una squadra più brava a far giocare male gli avversari che a proporre il proprio calcio. Soprattutto quando l’avversario è di livello tecnico superiore. A San Siro si ripete questo canovaccio. L’Inter di Inzaghi approccia bene ma l’agonismo dei portoghesi non è indifferente. Tradotto: l’Inter è aggressiva, il Porto – a tratti – di più. E ne paga le conseguenze Otavio, con l’espulsione che lascia i compagni in dieci e quasi sicuramente decide la partita di andata. In undici contro undici probabilmente sarebbe finita 0-0, al di là del finale all’attacco dell’Inter a prescindere dall’espulsione. La prestazione di Calhanoglu e compagni è dominante ma imperfetta: buono il fraseggio, ottimi i cambi di gioco alla ricerca degli esterni, meno i cross per le punte. Qualche sbavatura difensiva di troppo permette a Onana di esaltarsi tra i pali. L’Inter non soffre molto ma, quando rischia, rischia troppo. Questo va corretto. L’1-0 sta stretto, eppure è un gran risultato: Inzaghi andrà in Portogallo avendo a disposizione due risultati su tre. I quarti non sono prenotati ma più facili da raggiungere, ora.


OSSERVAZIONE – Ci sono partite che si preparano in undici contro undici e altre che si pensano, quindi preparano, in quindici-sedici. Inter-Porto fa parte della seconda tipologia. Inzaghi schiera l’undici più affidabile, in teoria. Quello che dà più garanzie a livello di continuità. La squadra che sta meglio fisicamente in questa fase della stagione. Non l’undici più forte. Quello che rappresenta la formazione-tipo. La squadra pensata per vincere le partite dall’inizio. Tutto l’opposto: a San Siro scende in campo l’Inter B con la consapevolezza che saranno i panchinari a cambiare la partita. E va esattamente così. Lukaku segna il gol-vittoria nel finale dopo aver cambiato la partita entrando al posto di Dzeko, ma se l’1-0 fosse arrivato prima con la firma di Lautaro Martinez – su assist del belga – sarebbe stata la stessa cosa. E Gosens? Nessuno lo scriverà ma in rapporto prestazione/tempo è il migliore in campo: migliora l’Inter in entrambe le fasi di gioco. Su Brozovic non vale nemmeno la pena soffermarsi: il primo pallone toccato è quasi un mezzo gol. Dumfries è l’arma tattica da sfruttare nel finale in undici contro dieci, ma la vera mossa di Inzaghi è aver tolto Skriniar anziché Darmian per non limitarsi al risultato minimo. Dettagli che fanno riflettere. L’1-0 di Inter-Porto dice tanto: una partita pensata così e cucita su quindici uomini anziché (i primi) undici. In Portogallo sarà un’altra battaglia, ma va bene così.

Extra analisi tattica di Inter-Porto (Champions League)

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