Inter-Cagliari: Young bene (da fermo) ma senza Brozovic manca il resto
Un altro 1-1 per l’Inter, che rallenta a San Siro contro il Cagliari del “suo” Nainggolan. Il vantaggio di Lautaro Martinez (espulso nel finale) viene pareggiato proprio dal belga. Pessima la prestazione della squadra di Conte senza Brozovic in cabina di regia. Prestazione che fa scopa con quella arbitrale. Si salva solo il debutto di Young largo a destra. Ecco l’analisi tattica di Inter-Cagliari
PRESENTAZIONE PRE-PARTITA
FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Conte per affrontare il Cagliari: Handanovic; Skriniar, de Vrij, Bastoni; Young, Barella, Borja Valero, Sensi, Biraghi; Lukaku, Lautaro Martinez.
MODULO – Approccio tattico annunciato alla vigilia, quindi solita Inter impostata sul 3-5-2 ma in emergenza totale. Manca l’infortunato Brozovic, sostituito davanti alla difesa dall’esperto Borja Valero. La novità è la fascia destra, su cui debutta Young dopo anni di Manchester United.
RESOCONTO PARTITA
PRIMO TEMPO – Ritmi bassi e gioco in verticale che non punge, i primi minuti non sono buoni neanche come riscaldamento pre-partita. Il primo sussulto è al 14′ con gol di testa annullato a Barella per fuorigioco su lancio di Barella. Al 17′ primo cambio forzato per Conte: fuori Skriniar, dentro Godin. L’uruguayano si posiziona al posto dello slovacco sul centro-destra. Soliti errori in tutti i reparti, la stanchezza accumulata danneggia la lucidità in manovra e giocate. Al 29′ l’Inter va in vantaggio grazie al colpo di testa di Lautaro Martinez su cross chirurgico di Young dalla destra. Il vantaggio ridà fiducia e tranquillità all’Inter, che finalmente inizia a far girare la palla in modo più concreto, alzando il baricentro nel tentativo di schiacciare il Cagliari. Niente calcio champagne, ma è normale se il centrocampo è assente ingiustificato. Il primo tempo termina 1-0: ennesimo vantaggio firmato da Lautaro Martinez, ma prestazione rivedibile.
SECONDO TEMPO – La ripresa si apre senza modifiche, anche se l’Inter appare subito più schiacciata per il pressing portato dal Cagliari. La particolarità del centrocampo è Barella molto più avanzato, quasi a ridosso delle punte, mentre Sensi “trotterella” davanti alla difesa, più statico anche di Borja Valero. Più Cagliari che Inter, poi, dopo un’ora di gioco, cresce finalmente il rendimento di Sensi, che prende in mano il centrocampo accorciando continuamente negli ultimi venti metri. L’Inter finalmente crea i presupposti per il raddoppio, sprecando di tutto sotto porta. E manca un rigore su Young. Al 78′ Nainggolan dalla distanza pareggia sfruttando al meglio la deviazione fortuita di Bastoni che mette KO Handanovic, ma l’errore iniziale è il fallo non fischiato su Godin quando perde palla sull’out di destra. All’82’ secondo cambio per l’Inter: fuori Sensi, dentro Sanchez. Il cileno si piazza alle spalle delle due punte nel 3-4-1-2 finale. Inter riservata in avanti per cercare il nuovo vantaggio. All’85’ terzo e ultimo cambio per Conte: fuori Biraghi, dentro Dimarco. Staffetta sulla fascia sinistra La disperazione non porta gol ma un rosso: al 94′ espulso Lautaro Martinez per proteste, costringendo l’Inter a chiudere con il 3-4-2 (come da immagine sotto allegata, ndr). Il secondo tempo termina 1-1: altri due punti persi nella ripresa per l’Inter, che ha un problema nel gestire il vantaggio e riprendere la partita.
CONSIDERAZIONI POST-PARTITA
PROTAGONISTA – Debuttare con San Siro gremito non è cosa da tutti i giorni, farlo bene non è scontato anche se hai 34 anni: Young. L’inglese impiega almeno un quarto d’ora per capire la propria collocazione nel ruolo di quinto destro “contiano”, poi trova ordine e concretezza. Splendido il cross da fermo che porta al gol di Lautaro Martinez. Primo assist al debutto in Serie A, non male. Con il passare dei minuti cresce anche in fase difensiva e nella ripresa spinge più di tutti, venendo anche abbattuto in area ma clamorosamente senza ottenere il rigore. Buona la prima. Prezioso.
COMMENTO – L’Inter butta all’aria altri due punti. In casa. A gennaio. Con il mercato aperto. E in emergenza. Questo basta per riassumere un concetto: il nervosismo pre-partita di Conte è motivato, perché il tecnico va a una velocità diversa rispetto a società e squadra. La prestazione dell’Inter non è all’altezza di una squadra che vuole provare a vincere lo scudetto. O meglio, che vuole quantomeno provare a impensierire la Juventus, rendendo il trionfo tricolore più complicato delle ultime stagioni. E invece adesso bisogna pensare più alla Lazio che alla Juventus. Il nervosismo misto a silenzio post-partita invece è motivato dall’arbitraggio, tutt’altro che perfetto. Ma non è questa la sede per approfondire certi aspetti. Dopo Inter-Cagliari arriva un’altra sentenza: senza Brozovic non c’è squadra. Mancano corsa, lanci, passaggi, tiri e visione di gioco. Borja Valero può metterci solo una di queste componenti, Barella forse due, ma se Sensi si sveglia dopo un’ora e solo per un quarto d’ora non ci sono margini per sopperire all’assenza del croato.
Basti pensare che nella linea a cinque brilla solo il debuttante Young che, assist a parte, fa una partita da 6 in pagella. Va tutto male, compresa la staffetta finale a sinistra. E la beffa arriva dal mercato, che adesso potrà pure portare Eriksen (senza Brozovic e con questo Sensi diventa vitale) e magari Giroud (con Lautaro Martinez squalificato per più giornate e Lukaku che necessita di rifiatare…), ma è già troppo tardi. Il calo fisiologico è arrivato: l’Inter ha perso sei punti per mancanza di uomini in rosa e impossibilità di fare rotazioni. Solo un regalo della Juventus potrebbe far rientrare la squadra di Conte in competizione per lo scudetto, altrimenti c’è da puntare alle coppe: Fiorentina (subito) e Ludogorets nel mirino, poi chissà. Un vero peccato: il vantaggio competitivo costruito da Conte fino alle feste è stato dissipato, la stagione dell’Inter (purtroppo) inizia oggi. Aspettando una conclusione degna del mercato eh.