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Inzaghi, Lazio-Inter una lezione da superare ma non dimenticare

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Simone Inzaghi è il principale imputato per il risultato finale di Lazio-Inter. L’allenatore dovrà evitare di ripetere certi errori.

UNICO COLPEVOLE – In Lazio-Inter arriva la prima sconfitta stagionale per i nerazzurri. E subito sono partiti i processi ai vice Campioni d’Italia, con un nome su tutti sul banco degli imputati. Ovviamente quello di Simone Inzaghi, reo di non aver saputo guidare adeguatamente i suoi contro i biancocelesti. Non ci prolungheremo nell’evidenziare quanto questi processi siano esagerati nei toni e precoci nei tempi. Il tecnico nerazzurro ha commesso diversi errori di lettura venerdì, in più momenti. Pertanto ci limiteremo a individuare e isolare gli aspetti che non dovranno essere dimenticati del 3-1 di Roma. Affinché si riconosca la lezione da imparare, per evitare di commettere nuovamente certi passi falsi.

Inzaghi, quante forzature in Lazio-Inter

SENSAZIONI FRAINTESELo avevamo anticipato, e si è puntualmente verificato. Anche stavolta contro la Lazio Inzaghi ha schierato Roberto Gagliardini dal primo minuto. Il motivo? Avere un giocatore fisicamente pari a Sergej Milinkovic-Savic, per provare a schermare il serbo. Col senno di poi, una scelta che si è rivelata inefficace (vedi nota tattica). Ma anche col senno di prima più di qualche dubbio era lecito. E non tanto per le presunte capacità del numero 5 di fronteggiare il serbo (autore dell’assist dell’1-0).

MANOVRA DEMINERALIZZATA – Schierare Gagliardini al posto di Hakan Calhanoglu significa infatti preparare la gara in un modo specifico. Ossia con l’obiettivo di limitare gli avversari, anziché imporre il proprio gioco. Una decisione difficile da capire, considerando le qualità di costruzione della manovra dell’Inter. E altrettanto inefficace si è rivelata la scelta di schierare Federico Dimarco per compensare le mancanze in impostazione. Contro la Lazio i nerazzurri sono partiti volutamente in difetto nella trazione offensiva (a differenza di quanto successo in una precedente, pesante sconfitta). Ma Inzaghi dev’essere consapevole delle potenzialità della propria rosa. L’Inter gioca per dominare la partita, non per inseguire o adeguarsi all’avversario.

LETTURE DIFFICILI – Se le scelte al fischio d’inizio non si sono rivelate vincenti, lo stesso vale per le decisioni in corso d’opera. Lo scorso anno si è parlato a lungo dei cambi a volte incomprensibili di Inzaghi. Spesso e volentieri il tecnico dell’Inter si limitava a sostituire i giocatori ruolo per ruolo, apparentemente senza basarsi sull’andamento della gara. E questo si è visto anche contro la Lazio. La sostituzione di Denzel Dumfries, fin lì uno tra i migliori dell’Inter, non trova spiegazioni logiche. E altrettanto forzata sembra la sostituzione 1:1 tra Romelu Lukaku e Edin Dzeko. Due centravanti che fanno tuttavia mestieri diversi. E inserire Joaquin Correa come trequartista, togliendo presenza (già di per sé deficitaria) in mezzo al campo, è suonata solo come l’ultimo, disperato tentativo di cambiare le sorti della gara. Ma l’azzardo non sempre paga.

Servono più coraggio e maggiore consapevolezza

APPROCCIO DIVERSO – In buona sostanza, Inzaghi ha commesso degli errori oggettivi in Lazio-Inter. Che non giustificano tuttavia il clima accusatorio delle ultime ore nei suoi confronti. Gli errori del tecnico sono per certi versi recidivi, ma giungono comunque al 26 agosto. La stagione è appena agli inizi, e nulla è compromesso. Certo, sarà necessario che Inzaghi impari da questi errori, innanzitutto riconoscendoli. E servirà poi una maggior consapevolezza nei mezzi a sua disposizione. La rosa dell’Inter potrà forse avere dei limiti (che analizzeremo nei prossimi giorni). Ma non così evidenti da non essere in grado di impensierire la Lazio, seppur allo Stadio Olimpico. La stagione è lunga, il supporto della dirigenza non manca: Inzaghi può lavorare in totale serenità, evitando di complicarsi la vita da solo.

Pubblicato da
Riccardo Buson

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