Lamouchi: “Inter, bell’esperienza con momento difficile. West affascinante”
Lamouchi ha giocato all’Inter nella stagione 2003-2004, proveniente dal Parma. L’ex centrocampista francese ora è un allenatore, e fino a inizio ottobre era manager del Nottingham Forest in Championship. Intervistato da “Il Posticipo”, ha parlato anche del suo anno in nerazzurro e delle problematiche incontrate.
PASSAGGIO RAPIDO – Sabri Lamouchi ammette i rimpianti per essere rimasto solo un anno all’Inter: «Certo, anche se il mio dispiacere più grande è stato aver detto no alla Juventus l’anno prima. Nel 2002 ho avuto la possibilità di trasferirmi a Torino: sulla panchina bianconera c’era Marcello Lippi. Non sono stato io a dire di no, è stato Arrigo Sacchi a farlo perché voleva trattenermi a Parma. L’anno dopo sono andato all’Inter: è stata una bellissima esperienza, ma c’era tanta concorrenza, una rosa fatta di trentadue professionisti e tanti nazionali, era molto difficile giocare».
CONTRASTO – Lamouchi dichiara di aver avuto problemi con Héctor Cuper: «Era un uomo duro. Penso che non mi volesse all’Inter fin dall’inizio, forse per questo motivo non abbiamo parlato tanto durante la stagione. È stata un’annata sfortunata però è stata un’esperienza. C’erano grandi campioni come Javier Zanetti, Christian Vieri e Fabio Cannavaro. Giocare nell’Inter è sempre bello anche se non è mai facile trovare spazio in una grande società. Ricordo il momento più difficile, quello in cui abbiamo cambiato allenatore: dopo Cuper è arrivato Alberto Zaccheroni. Mi ha colpito l’attitudine della squadra, del club, dei tifosi che sono rimasti vicini ai giocatori con la loro grande passione».
DOPPIO EX – Lamouchi all’Auxerre ha avuto a che fare con Taribo West, che proprio dal club francese si trasferì all’Inter nel 1997. L’ex centrocampista lo ricorda in maniera particolare: «Era un personaggio impressionante. Era bello prendersi del tempo e mettersi a parlare con lui: volevi capire perché fosse in quel modo. Ricordo una persona interessante che ti spingeva a parlare di religione e a pregare. West portava la parola di Dio nello spogliatoio, aveva fede e sapeva trasmetterla. Taribo giocava e parlava col cuore, era un uomo affascinante».
Fonte: IlPosticipo.it – Simone Lo Giudice