Lukaku: «Inter, fratellanza come nel 2010! Istanbul solo da godere»
Romelu Lukaku ha parlato ai microfoni di CNN a pochi giorni dalla sfida di Champions League tra Manchester City e Inter. Big Rom ha affrontato anche il tema della famiglia, nonché della fratellanza all’interno del gruppo nerazzurro
FAMIGLIA − Lukaku e il legame inscindibile col nonno: «Promisi a mio nonno che mi sarei preso cura di mia madre, quando avevo 12 anni, l’ho fatto. Quindi ogni volta che guardo mia madre e la vedo sugli spalti, io penso a lui e rivolgo gli occhi al cielo. Non importa se vinco o perdo, a me importa tanto della mia famiglia. Mio nonno significava tutto per me. Quando vedo mio figlio, vedo così tanto di lui…Mio nonno, per me era il numero uno. Era il mio più grande fan».
FRATELLANZA − Lukaku non ha dubbi sulla forza del gruppo: «Non potevo guardarla prima (la finale di Champions League, ndr), ma ora, grazie a Dio, posso giocarne una. E avere tutta la mia famiglia lì a sostenermi è bellissimo. Spero di chiudere il cerchio vincendola. Fratellanza Inter? Il Covid-19 stato un momento emozionante perché come squadra abbiamo passato così tanto tempo insieme. A quel tempo passavo davvero molto più tempo con i miei compagni di squadra che con mio figlio».
GODERMI IL MOMENTO − Lukaku ha sensazioni positive e ricorda il Triplete: «Come il 2010? È molto simile. E ad essere onesti, la cosa divertente è che molti di quei giocatori del 2010, vengono a vedere le nostre partite e provano la stessa cosa. Finale col Manchester City? Sarà bellissimo giocare probabilmente contro la migliore squadra del mondo. Voglio solo godermi il momento, non avere pressioni e andare lì ad ottenere il miglior risultato possibile».
NON SOLO IL NORVEGESE − Lukaku conclude sugli avversari: «Haaland? Penso che dominerà, con Mbappé, il calcio mondiale per i prossimi 10 anni. Lotteranno dalla nuova generazione… Prenderanno davvero il sopravvento (da Messi e Ronaldo) nei prossimi due anni. Il Manchester City è una squadra ben allenata. Guardiola è un grande allenatore perché ogni partita ha un piano di gioco diverso».