Filip Stankovic: “Inter, sogno il debutto e mi ispiro ad Handanovic”
Il “Corriere dello Sport” ha intervistato in esclusiva Filip Stankovic, giovane portiere (classe 2002) della Primavera dell’Inter. Il serbo, figlio d’arte, è stato portato in panchina da Antonio Conte, contro l’Udinese, mentre Handanovic era alle prese con l’infortunio alla mano, e sogna il debutto con la maglia nerazzurra
FERITA – Suo padre Dejan ha fatto innamorare i tifosi dell’Inter non soltanto per le sue qualità tecniche, ma anche per quelle umane e caratteriali. Filip Stankovic, giovane figlio d’arte, gioca in un ruolo totalmente diverso, ma sogna di ripercorrere le orme del padre in nerazzurro. È già andato vicinissimo al debutto in prima squadra, ma tra lui e il suo sogno si è frapposta una pandemia di proporzioni inaspettate: “Seguivo già allora quello che succedeva a Wuhan, ma non mi sarei mai aspettavo tutto questo. Mi dispiace per la gente colpita da virus e per le famiglie che hanno perso i loro cari. E’ molto triste ciò che sta succedendo. L’immagine che ricorderò tra 10 anni? I volti dei dottori e degli infermieri segnati dalle maschere e dalle lunghe giornate senza pause, magari dopo aver dormito un paio d’ore. Lottano con coraggio contro un nemico subdolo e sono dei veri e propri eroi“.
ROUTINE – Come tutti i calciatori, anche Stankovic è alle prese con la quarantena forzata: “Ammetto senza problemi che giocare a calcio, uscire e stare con i miei amici mi manca, ma questa situazione l’ho presa seriamente. Resto a casa con la famiglia e seguo il programma di allenamenti che mi ha mandato l’Inter. La mattina mi sveglio e studio, da solo o attraverso le video lezioni dell’istituto privato che frequento. Nel pomeriggio dedico un po’ di tempo alla famiglia e facciamo dei giochi da tavolo, poi alle 18 mi alleno insieme a mio fratello nella palestra che abbiamo in casa e a volte mio padre ci aiuta. La giornata, dopo la cena, la chiudo giocando alla PlayStation e a Fifa. Sono fortissimo“.
DISTANZE – La pandemia, inevitabilmente, scandirà in maniera diversa lo sviluppo della nostra vita nei prossimi mesi: “Tutti inizieremo ad apprezzare di più la vita e ci sarà tanta voglia di uscire e di stare insieme. Ora però è importante rimanere a casa e seguire le regole. Mi manca la quotidianità: il calcio, gli allenamenti, vedere la ragazza. Purtroppo da un po’ andiamo avanti a videochiamate“.
GRUPPO – L’Inter Primavera è ancora in attesa di novità dalla Figc: roba di diritti televisivi, come per i grandi. Ma coi compagni nerazzurri Stankovic non si è certamente perso di vista. “Abbiamo una chat di gruppo e ci sentiamo ogni giorno, a volte giochiamo anche alla PlayStation insieme. Mio padre Dejan? Mi impone di rispettare tutte le regole. Lui non transige. Ci ha raggiunto da qualche giorno e ora siamo felici. Cosa gli auguro come allenatore? Di vincere almeno il 50% di quello che ha vinto da calciatore. Non sarebbe male (ride, ndr)”.
REUNION – Una coppia di Stankovic in nerazzurro, con ‘Deki’ in panchina e Filip in porta, sarebbe roba per cuori forti: “Sì per me sarebbe un sogno, ma anche l’esperienza che sto facendo con Antonio Conte è molto bella. Prima panchina (contro l’Udinese, ndr)? E’ stata un’emozione unica stare con campioni del genere. Da loro si impara sempre“.
MENTORE – Il debutto con l’Inter non è ancora arrivato, ma Stankovic sta continuando a lavorare per sfruttare l’occasione giusta. Nel frattempo, apprende da un insegnante di un certo calibro: “Sì certo, per me quello è un vero e proprio sogno. Mai rimanere senza obiettivo. A chi mi ispiro? A Samir Handanovic: per me è un modello. E poi mia mamma è slovena come lui. Mi dice di lavorare, lavorare e lavorare. I consigli li tengo per me“.
Fonte: Corriere dello Sport – Andrea Ramazzotti