Nicchi: “No VAR in Serie A? Possibile. Dopo Torino gli arbitri piangevano”
Nicchi, presidente dell’AIA, è tornato su una delle sue dichiarazioni nel corso della trasmissione “La Domenica Sportiva”, quella sul mancato impiego del VAR in caso di ripresa della Serie A (vedi articolo). Oltre a spiegare perché ha fatto notare alcune problematiche mosse dagli arbitri durante l’emergenza.
NO TECNOLOGIA? – Marcello Nicchi spiega perché il VAR in Serie A potrebbe restare spento: «Potrebbe essere una delle cose che ci costringono a dover fare. Come sapete avere il centro unico a Coverciano sarà importante, il VAR si svolge in furgoni o posti angusti dove l’arbitro VAR dovrebbe andare lì in uno spazio di due metri quadri, a contatto con un operatore VAR che non sai da dove viene e chi ha frequentato. Non c’è la distanza di sicurezza, che potrebbe essere anche quella uno dei problemi. Spero non accada, che ci diano stanze sanificate, ma questo è un problema ancora della Serie A».
PAURA CONTAGIO – Nicchi racconta come gli arbitri si sono preoccupati dopo lo stop della Serie A: «Fra le ultime partite giocate ci sono state quelle di Torino (Juventus-Inter, ndr), Udine (Udinese-Fiorentina, ndr) e Genova (Sampdoria-Verona, ndr), dove erano stati impegnati arbitri importanti come Marco Guida e Fabio Maresca. Dopo che è venuto fuori che ci sono stati giocatori colpiti dal Coronavirus vi assicuro che ho pregato giorno e notte che gli arbitri non avessero problemi. Piangevano quasi al telefono, queste sono le cose di cui ci si deve preoccupare. Siamo vicini alla risoluzione del problema, ma incominciamo a ragionarci prima per non fare le cose in fretta. Spero che il VAR ci sia, non mancherebbe perché siamo tornati indietro ma per una questione d’emergenza».