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Inter-Getafe, qualcosa resta in penombra: cali di tensione e poca qualità

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Inter-Getafe ha regalato diversi spunti di riflessione anche in negativo. I ragazzi di Antonio Conte devono lavorare sulla tenuta mentale e sui cali di tensione, che ieri sera avrebbero potuto compromettere la qualificazione

OMBRE – Grandi sorrisi e altrettanta soddisfazione, in casa nerazzurra, dopo Inter-Getafe. Sono parecchie le note positive dopo gli ottavi di finale di Europa League (ne abbiamo discusso QUI). Ma per par condicio ed eccesso di zelo siamo andati a cercare il pelo nell’uovo, cioè quegli aspetti negativi che hanno rischiato di compromettere la qualificazione.

TORPORE – Pronti, via e l’Inter rischia seriamente di passare in svantaggio. Il miracolo di Samir Handanovic, su colpo di testa di un attaccante del Getafe, sveglia i nerazzurri. Una disattenzione che poteva costar caro. Ma la squadra di Antonio Conte avrebbe potuto aspettarsi una partenza a razzo degli spagnoli. Avevamo più volte sottolineato le peculiarità della formazione di José Bordalás, che se avesse trovato il vantaggio, nei primi minuti di Inter-Getafe, avrebbe costretto i nerazzurri all’arrembaggio disperato. A quel punto, perforare il fortino iberico non sarebbe stata un’impresa semplice. Anche perché gli iberici hanno dimostrato di essere a proprio agio quando gli spazi da coprire restano stretti.

MOMENTI – Ma anche dopo aver trovato il vantaggio, l’Inter ha mostrato una tenuta mentale pericolosamente altalenante. I nerazzurri hanno abbassato troppo il loro baricentro nel secondo tempo. Il Getafe ha cominciato a spingere anche grazie alla nuova linfa delle sostituzioni. Le mischie in area hanno cominciato a divenire una costante, portando al rigore (per fallo di mano di Diego Godin) poi fallito da Jorge Molina. Se fosse entrato in porta quel penalty, Inter-Getafe avrebbe certamente cambiato volto. Quell’occasione ha anche concesso agli avversari la possibilità di cullare rimpianti, nonostate tra le due formazioni il gap tecnico fosse davvero notevole.

SCELTE – L’aspetto più preoccupante di Inter-Getafe, assieme ai cali di tensione, riguarda la gestione del pallone e la fluidità del giro palla. Alla vigilia della sfida di Europa League avevamo sottolineato quanto sarebbe stato importante far viaggiare il pallone con intensità e rapidità. L’Inter dei primi venti minuti ha mostrato una gestione del giro palla balbettante, che ha reso il gap tecnico quasi invisibile. La pressione furiosa del Getafe arrivava senza problemi dalle parte di Handanovic, anche se rischi in tal senso non ne sono arrivati. I nerazzurri dovranno cominciare a familiarizzare con questo approccio europeo, messo in piedi da squadre che giocheranno alla morte per non abbandonare la competizione. È vero, inoltre, che rinunciando a Christian Eriksen Conte ha preferito alzare gli scudi, piuttosto che affrontare gli spagnoli in maniera spavalda con la qualità del danese. Le sue scelte in fin dei conti hanno pagato, ma l’atteggiamento positivo dell’ex Tottenham, e la sua esperienza internazionale, potrebbero incrementare spaventosamente il suo minutaggio da qui a fine agosto.

Pubblicato da
Daniele Berardi

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