Editoriali

Marotta e le bugie bianche, nuovo capitolo: Skriniar sul menù dell’Inter 2022

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Marotta porta a scuola tanti dirigenti sportivi. E soprattutto porta a spasso chi non riesce a trarre un’informazione dalle sue dichiarazioni. L’AD Sport nerazzurro ha fatto chiarezza sulle strategie dell’Inter in sede di calciomercato, creando più di un dubbio sulla bontà di tali mosse. Alla fine tutto si riassume con “Skriniar in vendita” ma prima di arrivarci bisogna capire cosa c’è dietro il ragionamento marottiano. Una serie di bugie bianche poco convincenti

DIFENSORE SOSTITUIBILE – Non è una regola scritta ma può tranquillamente essere un modus operandi utile, soprattutto quando si parla di strategia in ambito sportivo. Quando Beppe Marotta parla, bisogna prendere appunti. E sforzarsi a interpretare i concetti espressi, a volte astrattamente. Che non sono poi così facili da tradurre concretamente, questo è vero. L’Amministratore Delegato Sport dell’Inter, nella sua lunga carriera calcistico-dirigenziale, ha esaltato la funzione delle “bugie bianche”, di cui è grande esponente. L’ultima in ordine di tempo riguarda i piani nerazzurri in vista della prossima stagione: «In questo mercato è molto più difficile sostituire un attaccante che un difensore». Vero o falso? A livello generale e storico, è vero. Ma a livello specifico e presente, non lo è. Per niente. Ciò non significa che sia falso ma di certo non è una verità assoluta. Ed è questa la prima bugia bianca di Marotta. Quella più facile da inquadrare.

Perché l’attaccante è più importante del difensore all’Inter

DA SKRINIAR A BREMER – Proviamo a parafrasare il concetto guardando dall’altra prospettiva: «In questa rosa è molto più difficile ricevere un’offerta indecente per un attaccante che per un difensore». Oggettivo. Se in difesa, sotto i 27 anni, hai Milan Skriniar (vedi editoriale) e Alessandro Bastoni (vedi editoriale), ad esempio, e in attacco solo Joaquin Correa e Lautaro Martinez (vedi editoriale), automatico pensare a un doloroso sacrificio dietro. Tralasciando Bastoni, che in questi giorni sembra piuttosto “tranquillo” sullo scenario del calciomercato, in circolazione non ci sono difensori di livello superiore a Skriniar. E anche ci fossero, l’Inter non può/potrebbe permetterseli. Ci sono alcuni centrali difensivi pronti a fare il salto di qualità, proprio come Gleison Bremer (Torino), citato dallo stesso Marotta. Ma non sarebbe una sostituzione facile. Anzi, non sarebbe nemmeno una sostituzione vera e propria. Bensì un’ottima operazione in entrata per provare a rinforzare il reparto depotenziato nel trio titolare in caso di cessione di Skriniar. Questa è la seconda bugia bianca firmata Marotta. Sostituire bene senza poter reinvestire denaro è un merito, ma limitare i danni non significa (quasi) mai migliorare.

La “bugia” di Marotta tra Skriniar e Lautaro Martinez

LAUTARO MARTINEZ SALVO – In conclusione, basti pensare a quello che sta succedendo in queste ultime settimane. L’Inter non riesce a piazzare Correa, deve liberarsi di Edin Dzeko (vedi focus) e deve negoziare l’addio con Alexis Sanchez (vedi focus). E nel frattempo lo stesso Marotta ha già apparecchiato sia il ritorno di Romelu Lukaku sia l’arrivo di Paulo Dybala a parametro zero. Riavvolgiamo il nastro… E inseriamo i nomi specifici: «In questo mercato è molto più difficile sostituire Lautaro Martinez che Skriniar». Come suona ora? Se puoi presentarti ai nastri di partenza con la coppia offensiva Lukaku-Dybala, avendo Dzeko-Correa come alternativa in panchina, fai plusvalenza con Lautaro Martinez e blindi la difesa mettendo Bremer al centro tra Skriniar e Bastoni. Ed ecco che tutto torna, o quasi. Quasi, perché rinunciare al sicuro (il classe ’97 Lautaro Martinez tuo) per l’insicuro (i classe ’93 Dybala e Lukaku non tuoi) è il prezzo da pagare che l’Inter oggi non può pagare. Sarebbe un azzardo, probabilmente vincente per una strategia da instant team ma non per chi ragiona sul medio-lungo periodo. Più facile rischiare una sostituzione 1:1, puntando su un altro ’97 come Bremer al posto del classe ’95 Skriniar, che può essere fonte di plusvalenza, sperando di continuare a creare valore economico ma anche tecnico. Per il presente e soprattutto il futuro. Fare mercato pensando alla sostenibilità finanziaria e alla competitività sportiva porta a certi ragionamenti. E Marotta è il primo a farli e doverli fare.

Il piano B dell’Inter alla fine potrebbe essere un piano A

ATTACCANTE INSOSTITUIBILE – Il difensore viene sacrificato non con l’obiettivo di salvare l’attaccante. Piuttosto, l’attaccante non viene sacrificato perché non ci sono le condizioni, così a “pagare” è il difensore. L’Inter oggi non può azzardare la mossa più “logica” per tre motivi: 1. Dybala non dà garanzie al 100% (idem Correa); 2. Lukaku non è un asset nerazzurro ma del Chelsea almeno fino al 2023 (quando il contratto di Dzeko scadrà); 3. Lautaro Martinez oggi non ha mercato tale da giustificare una cessione, almeno in tripla cifra, a differenza dei difensori, in particolare Skriniar che, essendo anche a un anno dalla scadenza, può creare un’interessante forbice tra “costi da non sostenere post-rinnovo” e “ricavi da godere post-cessione”. Che è il riassunto estremo del concetto di “sostenibilità”, economico-finanziaria ma non tecnico-sportiva. Perché la cessione di Skriniar non può essere messa in conto facendo un discorso generale. Questo lo sa anche Marotta, che in pubblico evita di specificare alcuni dettagli fondamentali per arrivare alla soluzione del rebus. E per fortuna lo stesso AD Sport nerazzurro ha spiegato che si ragiona anche su alternative nel caso in cui il piano A fallisca (e non è detto che sia un male…). Skriniar è il piatto forte del menù estivo dell’Inter ma serve un’offerta tale da giustificare il sacrificio, altrimenti sarà un piacere continuare a vederlo alla guida della difesa nerazzurra. E a farne le spese saranno altri, sia in entrata sia in uscita. Un top player in meno in attacco (due tenori anziché tre?), a centrocampo (chi genera plusvalenza?) o difesa (niente Bremer?), rimettendo Skriniar al centro dell’Inter. Il piano B di Marotta alla fine è un piano A ma visto da un’altra prospettiva: attacco e difesa devono equilibrarsi. E questa non è una bugia bianca.

Pubblicato da
Andrea Turano

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