Zanetti: «Rambert era quello forte! Inter, sogno. Lautaro Martinez…»
Zanetti ha presentato il suo libro ‘Un legame mondiale’ in cui si è focalizzato sul suo arrivo all’Inter e in Italia. Cita Rambert e anche Lautaro Martinez.
A CASA − Javier Zanetti non ha dubbi sull’Italia: «L’Italia è ormai il mio Paese, quando arrivai la conoscevo poco, perché guardavo le partite del Napoli di Maradona o perché mia madre mi parlava della Grande Inter. Quando sono arrivato diluviava e ho iniziato subito a capire alcune cose che poi questo Paese mi ha dimostrato».
INIMMAGINABILE − Zanetti racconta il suo arrivo: «Quando mi hanno chiamato non potevo crederci, ero in Sudafrica con la Nazionale. Non ci credevo, iniziavo a muovere i primi passi nel calcio ed arrivava subito l’opportunità che sognavo sin da bambino. Il mio punto di riferimento nel calcio italiano era Baggio. Arrivavo in Italia, all’Inter, una società che aveva già una grandissima storia dietro: arrivai con Rambert, un mio connazionale che era più forte, perché era un attaccante ed era il capocannoniere dell’Independiente. Ricordo la presentazione a Palazzo Martini, c’erano Bergomi, Facchetti, Angelillo, Suarez, Mazzola. Sentivo un senso di famiglia».
ACCOGLIENZA − Zanetti ricorda le origini italiane: «Il mio bisnonno era di Pordenone. Quando arrivai ho pensato a quello che mi avevano trasmesso i miei genitori: mi aspettavo l’ospitalità che mi è stata data sin dall’inizio, ho sempre detto che l’Italia è un Paese molto accogliente».
ORGOGLIOSO − Pupi Zanetti e le parole al miele per il Toro: «Lautaro Martinez? Felicissimo di quello che è diventato qui all’Inter. Con Piero Ausilio non ci siamo sbagliati, perché Lauti è da cinque anni con noi e tutti gli anni è migliorato tanto. Oggi lo vedi leader, lo vedi con questo senso di appartenenza, con questo amore per l’Inter».
MADRID − Infine, Zanetti non può non ricordare la finale del 2010: «Ho pianto anche durante la partita. Era troppa la mia felicità per regalare ai tifosi dopo 45 anni un momento del genere, avevo anche l’onore di essere capitano e riportavo la Coppa a Milano. Resterà un momento indimenticabile».