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L’Inter si tinge di (ner)azzurro! Candreva il più presente tra gli italiani

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Antonio Candreva è il calciatore italiano più presente, finora, nella nuova Inter di Antonio Conte. Seguono a ruota Nicolò Barella e Cristiano Biraghi. Sensi penalizzato dagli infortuni. 

NUOVA VESTE –  L’Inter ha un nucleo interno a colorato d’azzurro. Il nuovo corso di Giuseppe Marotta e Antonio Conte ha chiarito sin da subito la propria volontà di far da serbatoio alla Nazionale targata Roberto Mancini: «Si lavora meglio, con tanti italiani in rosa, e la compattezza del gruppo ne beneficia» ci siamo spesso sentiti dire dai protagonisti della società. In un periodo storico in cui gli Azzurri stanno vivendo un secondo Risorgimento, lo zampino dell’Inter è assolutamente preponderante. Sotto questo punto di vista, sembrano essersi invertiti i rapporti di forza con la Juventus. Ma tra la presenza corposa di italiani in campo e la vittoria costante di trofei non intercorre (almeno per ora) un rapporto di diretta proporzionalità. L’Inter, e Antonio Conte, ci stanno lavorando, ma nel frattempo possono godersi i frutti dei loro investimenti.

SORRISI AZZURRI – Tra gli ‘azzurrabili’ maggiormente presenti in campo, spicca la figura di Antonio Candreva, di cui vi abbiamo ampiamente parlato in numerosi approfondimenti (QUI e QUI). La sua rinascita è un caso assolutamente peculiare, testimoniato dalle 19 presenze totali condite da 2 gol e 4 assist. Segue a ruota lo stacanovista Nicolò Barella, ancora alle prese con l’infortunio al ginocchio, capace di mettere insieme 17 apparizioni su 23 gare totali giocate dall’Inter finora. Il gol capolavoro all’Hellas Verona è ancora negli occhi di molti tifosi. Sono 15, invece, le presenze per Cristiano Biraghi che, complici i problemi ricorrenti di Kwadwo Asamoah, dal 20 ottobre le ha giocate quasi tutte dal primo minuto. Da ricordare, finora, soprattutto l’assist per Danilo D’Ambrosio nella vittoria di misura contro la Lazio.

GLIADIATORI – Proprio l’ex Torino segue a ruota con 14 partite, anche lui preda di un lungo infortunio, e nonostante i rinforzi arrivati in difesa sta trovando il modo di alternarsi con Candreva e non solo. Quattordici sono anche le presenze per Matteo Politano, leggermente in ombra nelle ultime uscite per la troppa voglia di strafare. Per Roberto Gagliardini, invece, siamo di fronte ad un restyling completo: 13 partite, tanti problemi fisici ma anche due prestazioni superbe contro le genoane (l’ultima, in ordine di tempo, al cospetto di Thiago Motta con gol annesso). Stefano Sensi è forse il più grande rimpianto di questo scorcio d’annata: la sua qualità e le sue giocate aveva impressionato inizialmente. Poi i problemi all’adduttore hanno costretto l’Inter a cambiare pelle e ad inclinare di poco il proprio rendimento. La speranza è che il 2020 ci restituisca un giocatore depurato e di nuovo decisivo. Chiudono la graduatoria il giovane Alessandro Bastoni (con 8 presenze), Sebastiano Esposito (7 e un gol su rigore all’attivo), l’uomo spogliatoio Andrea Ranocchia (2 presenze, entrambe dal primo minuto a inizio campionato) e Federico Dimarco (coinvolto in due partite, entrambe le volte da subentrato).

DESTINI COMUNI – L’Inter, dunque, ha riscoperto un’anima azzurra sopita e decisamente nascosta nell’ultimo decennio. Basti pensare che nella formazione che sfidò il Bayern Monaco, al Santiago Bernabeu il 22 maggio 2010, non figuravano italiani in campo. Va detto che la crisi post triplete, e la carenza di italiani in campo, non sono necessariamente ricollegabili. Ma l’inversione di rotta, imposta da dirigenza e allenatore, ha riportato l’Inter su binari ‘patriottici’ e qualcosa è effettivamente cambiato. Conte sorride, ma può fare lo stesso anche Roberto Mancini. D’altronde, i due si sono seduti in momenti diversi sulle stesse panchine e sanno esattamente cosa si prova nei panni dell’altro. Solidarietà (ner)azzurra.

 

Pubblicato da
Daniele Berardi

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