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Inzaghi: «Ce la giocheremo alla grande! Mi fa pensare al Porto»

Conferenza stampa per Inzaghi ad Appiano Gentile alla vigilia di Inter-Atletico Madrid di Champions League. Il tecnico ha parlato insieme al suo attaccante, Marcus Thuram

CONFERENZA INZAGHI – Questa la conferenza stampa di Simone Inzaghi alla vigilia di Inter-Atletico Madrid, partita d’andata degli ottavi di finale di Champions League.

Che compagno di squadra era da giocatore Simeone?

Chiaramente domani sarà un piacere ritrovare Diego da avversario. È stato un grandissimo compagno di squadra, abbiamo vinto a Roma alla Lazio e lui è tornato in Spagna all’Atlético Madrid a finire la carriera da giocatore. Siamo sempre rimasti in contatto, un grande compagno di squadra che si sapeva sarebbe diventato un grandissimo allenatore. Basta vedere cos’ha fatto all’Atlético Madrid: tredici anni che li allena e ha vinto undici-dodici trofei. Al di là dell’impronta che dà alle squadre ho visto quest’anno l’Atlético Madrid ed è un piacere vederlo perché gioca un ottimo calcio.

Ora tutti vogliono evitare l’Inter.

Sappiamo cosa abbiamo vissuto l’anno scorso, delle notti magiche assieme alla società e ai nostri magnifici tifosi: vorremmo rifarlo, ma ci sono squadre con tantissime ambizioni come l’Inter. Già domani sera affrontiamo un avversario di assoluto valore, una squadra con qualità e quantità. Ho visto l’Atlético Madrid nelle ultime quattro partite, ha cambiato ventidue giocatori e la squadra non è cambiata. Sappiamo che sarà un turno molto complicato per noi, però ce la giocheremo alla grande. Domani è il primo incontro sui 180’, sappiamo che ci sarà una bellissima atmosfera e ci vorrà la migliore Inter.

Che versione si aspetta Inzaghi dell’Atlético Madrid domani?

Prevedere quello che succederà domani sera non è semplice, perché vedendo le ultime partite dell’Atlético Madrid hanno cambiato. Ho visto l’ultima partita di Liga col Las Palmas e sono stati molto aggressivi, a Riyad in Supercoppa non è stato lo stesso atteggiamento, come nell’ultima trasferta a Siviglia e con l’Athletic Club. È una squadra che palleggia moltissimo, ha grande tecnica e giocatori di qualità. A prevedere la gara non ho alcuna certezza, chiaramente sappiamo di avere davanti una grande squadra con un allenatore che ha dato grandissima mentalità. È una squadra che gioca bene a calcio.

Andando avanti e mantenendo il vantaggio in campionato si vedranno più rotazioni?

Parto da quello che ho fatto l’anno scorso: due mesi molto bene cambiando otto-nove giocatori ogni tre giorni. Avevamo recuperato tutti gli effettivi e per me era la soluzione migliore, adesso non so dire. Venerdì avevamo recuperato dopo sei giorni dalla Roma e abbiamo potuto preparare la partita nel migliore dei modi, in modo giusto e opportuno. Non abbiamo avuto problemi e l’augurio è quello, ma ora giocheremo ogni settantadue-novantasei ore e tutto è più complicato. Per quanto riguarda il campionato venti giorni fa eravamo a -1, adesso siamo a +9 sulla seconda: sappiamo che è difficilissimo, in quindici-venti giorni può cambiare tutto. Non guardiamo a date lontane, ma alla partita che viene. Adesso la squadra è mentalizzata sull’Atlético Madrid, poi penseremo al Lecce sperando di avere meno infortuni. Giocando ogni settimana è più facile averne meno, ma i giocatori sono monitorati. Ogni partita devo fare scelte che non sono semplici, ma i ragazzi hanno dato grandissima disponibilità.

Ancora uno scontro diretto: per Inzaghi ci sono analogie?

Potrei pensare all’anno scorso e agli ottavi col Porto, una squadra molto determinata. Gli allenatori sono stati entrambi due ex compagni di squadra, c’era la prima in casa. I ragazzi sanno che è un ottavo di grandissima difficoltà, dovremo essere bravi a gestire i momenti della gara. Ma su questo i ragazzi sono bravissimi.

Cosa pensa Inzaghi di Simeone?

L’ho detto: un gran giocatore diventato grandissimo allenatore. È difficilissimo rimanere così tanti anni alla guida di una squadra, noi allenatori siamo giudicati dai risultati. Grandissimo carisma e grandissima mentalità di squadra, ma non mi fermerei lì: è una squadra con grandi princìpi, che ha aumentato il palleggio e vuole il dominio del gioco. È una squadra che gioca un ottimo calcio.

C’è la volontà di Inzaghi di diventare il Simeone dell’Inter?

È difficile, l’ho capito negli anni alla Lazio e ora all’Inter. In venti giorni cambiano i giudizi, ho la fortuna di avere questi ragazzi che lavorano col sorriso sempre addosso. Abbiamo fatto sei mesi nel migliore dei modi ma gli importanti sono i tre che mancano, quelli decisivi per le nostre sorti in campionato e Champions League.

Non c’è un dato in cui l’Inter non sia meglio dell’Atlético Madrid, ma non si può dire sia favorita.

Assolutamente. Io penso che sarà una bellissima gara, fra due squadre che vogliono giocare bene e a calcio e con grandi princìpi. Poi l’episodio può cambiare la partita, vedi il ritorno col Liverpool e la finale col Manchester City. Sarà una bellissima partita, fra due squadre che giocano per entrare nei quarti.

Nella Lazio 99-2000 dodici giocatori sono diventati allenatori: quanto ha influito Eriksson?

Tantissimo. Sven penso abbia influito tantissimo per la gestione, per come si relazionava con noi giocatori. Era un ottimo allenatore e un’ottima persona, con idee innovative che gli hanno permesso di vincere in Italia e all’estero. Tanti sono diventati allenatori grazie a lui.

Il vantaggio in campionato aiuta per la Champions League?

No. Aiuta per il percorso, dobbiamo guardare noi stessi: mancano quattordici partite e quarantadue punti. Siamo partiti a Riyad ed eravamo a -1, adesso in venti giorni abbiamo preso un grandissimo vantaggio ma va tutto veloce. Dobbiamo essere concentrati anche quando dormiamo, le insidie sono dietro l’angolo e in questo caso è l’Atlético Madrid che sappiamo che squadra è. Cercheremo di affrontarla nel migliore dei modi.

All’Inter spesso si dice che gli allenatori vanno via molto più invecchiati…

A me fa piacere portare avanti questo clima che si vede fra società, ambiente, squadra e tifosi. Ci sono dei momenti dove sei il più bravo del mondo e altri dove sei l’ultimo. Bisogna lavorare nel migliore dei modi e trasmettere il calcio che ogni allenatore ha in testa.

Unico dubbio Darmian-Dumfries?

No, si ragiona partita dopo partita. Oggi i ragazzi scesi in campo nella rifinitura stanno bene, tutti e venti vogliono giocare compreso Stankovic. Chiaramente domani dovrò fare delle scelte come contro la Salernitana, abbiamo le assenze di Acerbi, Cuadrado e Sensi. Gli altri venti stanno bene più i tre portieri, domani farò l’allenamento e poi sceglierò.

In cosa l’Inter di Inzaghi può ancora migliorare?

C’è sempre margine, poi quando vinci analizzi le partite con più piacere. Con la Salernitana abbiamo analizzato la partita di Roma.

Lautaro Martinez e Thuram stanno facendo cose fantastiche, in cosa Sanchez deve ancora lavorare?

Io l’ho detto venerdì alla fine della partita con la Salernitana: Thuram e Lautaro Martinez stanno giocando di più, ma sono contento di loro come di Arnautovic e Sanchez che stanno facendo un ottimo lavoro. Vuol dire allenarsi nel migliore dei modi, essere propositivi e aiutare la squadra. Penso ad Arnautovic quando è mancato Lautaro Martinez con Lecce e Genoa, ad Alexis che quando è entrato col Salisburgo ha aiutato o a Roma dove ha avviato l’azione per chiudere la partita. Devono continuare così, adesso giocando ogni tre giorni avranno più spazio ma per me sono risultati importantissimi finora. Magari non agli occhi della gente come Lautaro Martinez e Thuram, ma ai miei hanno fatto benissimo.

Per “europeizzarsi” bisogna andare verso un calcio più di possesso?

Ogni allenatore fa il suo. Simeone l’ho sempre guardato con partecipazione perché è un ottimo allenatore. Ho visto l’ultima partita col Las Palmas e ha fatto un pressing ultra-offensivo, palleggiando molto e usando i braccetti. Ho visto una squadra che gioca bene a calcio, poi dire che partita verrà fuori domani sera non lo so. È un ottavo di finale, sarà molto sentita dai due club ma l’Atlético Madrid sta facendo un ottimo calcio e ottenendo risultati. Sapendo che gioca contro avversarie come Real Madrid e Barcellona, difficili da incontrare.

C’è chi dà l’Inter favorita: è la logica conseguenza di quanto sta facendo vedere in stagione?

Può essere la logica conseguenza di quello che sta facendo la squadra. Ma l’ho detto da prima: dobbiamo rimanere molto concentrati e allenarci come fatto in questi primi sei mesi. Quello che sarà lo vedremo, però la squadra ha delle certezze e princìpi di gioco. Lavorano bene, da qui alla fine saranno tante sfide affrontate sempre nel migliore dei modi. Domani sarà una partita molto difficile ma ce la giocheremo nella migliore dei modi.

Che differenza c’è tra preparare una partita del girone e una sapendo da due mesi qual è l’avversario?

Abbiamo avuto due mesi per capire che avversario è l’Atlético Madrid. Sappiamo della sua forza, rispetto alle partite del girone questa volta abbiamo avuto due mesi e mezzo. Sappiamo che tipo di squadra andiamo ad affrontare, una squadra intensa e fisica che oltre alla quantità ha grandissima qualità. Ha giocatori fortissimi in tutti i ruoli, Simeone come del resto io domani può scegliere liberamente l’undici migliore.

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