Nicolò Barella rovina la sua prestazione in Real Madrid-Inter con un’espulsione, chiudendo da peggiore in campo. Un gesto che impone riflessioni: merita davvero la fascia di capitano?
PRIMO ROSSO – Nicolò Barella non stava particolarmente brillando in Real Madrid-Inter. Ma la sua prestazione è passata da opaca a ingiustificabile nel giro di pochi secondi. E più precisamente attorno al minuto 64, quando Eder Militao lo scaraventa verso i cartelloni pubblicitari. Un intervento potenzialmente pericoloso, che il 23 nerazzurro riesce a disinnescare comunque, ma non a perdonare. E da terra è sufficiente anche solo tentare un fallo di reazione per ricevere un’espulsione sacrosanta (riconosciuta anche da Simone Inzaghi). Primo cartellino rosso con la maglia dell’Inter per il sardo, che compromette i suoi ottavi di finale.
GESTO INUTILE – La cosa che infastidisce del gesto di Barella non è tanto il fallo in sé: ribadiamo che la reazione c’è tutta, e l’arbitro non poteva fare altrimenti. E si può anche comprendere il gesto del 23, visto che la spinta di Eder Militao verso i cartelloni pubblicitari a lato del campo poteva causargli un serio infortunio. Tuttavia bisogna contestualizzare la situazione: era il 64′ di una gara pressoché inutile, in cui il passivo per l’Inter era limitato (solo 1-0). Non aveva pertanto senso rovinare la gara (e probabilmente le future due) cadendo preda del mero istinto.
RIFLESSIONI – Sin dal momento del suo rinnovo (ma anche prima), si dice che Nicolò Barella sarà il capitano dell’Inter nel futuro prossimo. Del resto, è un ruolo che il centrocampista 24enne conosce bene, avendo già indossato (a soli 18 anni!) la fascia di capitano del Cagliari. Tuttavia non è scontato e nemmeno irriconoscente dire che la maglia dei sardi è ben diversa da quella dell’Inter. E, per quanto sia preferibile avere come capitano un giocatore di movimento, il numero 23 non sembra ancora pronto a una carica di cotanta responsabilità. Il suo futuro è nerazzurro (il contratto scadrà nel 2026), pertanto la fascia di Samir Handanovic finirà prima o poi sul suo braccio: ma prima servirà attendere un ulteriore step di crescita per Barella, che deve ancora lavorare per spegnere certi istinti di campo.
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