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Il 2023 dell’Inter in un concetto da trasportare nel 2024: Colonia 2.0

Cala il sipario sul 2023 e l’Inter può vedere sicuramente il suo bicchiere mezzo pieno. Forse addirittura per tre quarti ma ciò non toglie che, per averlo completamente pieno nel 2024, serve uno step. Uno step che si può definire, in sintesi estrema, con un concetto: “Colonia 2.0”

OBIETTIVO DEFINITO – Il 2023 dell’Inter si chiude sicuramente con un filo di delusione a causa del pareggio in casa del Genoa venerdì sera. Non tanto per il pareggio in sé quanto per la successiva vittoria della Juventus sulla Roma, che riporta la squadra di Massimiliano Allegri a due sole lunghezze dalla capolista. Nulla di grave ma chi pregustava un potenziale +7 deve riguardare le proprie ambizioni. L’Inter di Simone Inzaghi tiene l’unica inseguitrice credibile a distanza minima e non perde di vista il proprio “Obiettivo” stagionale. La reazione nerazzurra dovrà vedersi contro l’Hellas Verona a San Siro nel giorno dell’Epifania. In palio mezzo Scudetto… nel senso che si chiude il girone di andata in Serie A e ad Appiano Gentile non si vuole fallire nemmeno il titolo mediatico di “Campioni d’Inverno”. Per lo Scudetto bisognerà aspettare maggio. Un maggio 2024 sicuramente diverso dalla versione 2023. L’Inter non potrà vincere un’altra Coppa Italia ma lo Scudetto della seconda stella sì. Ed è quello l’unico pensiero in casa nerazzurra. Un pensiero che muove le scelte dell’Inter (e) di Inzaghi fin dall’estate e senza sosta.

Bene ma non benissimo: il 2023 dell’Inter

ANNO MIGLIORABILE – Pensare già al 2024 è doveroso ma è altrettanto doveroso fare una breve riflessione sull’anno che sta per terminare. Lo straordinario 2023 dell’Inter di Inzaghi ha alcune “macchie”, ovvio. La combo nazionale Coppa Italia più Supercoppa Italiana arricchisce la bacheca ma è un contentino. Il terzo storico Scudetto del Napoli affievolisce la delusione per il secondo tentativo tricolore andato a vuoto con Inzaghi in panchina ma non cambia il corso della storia interista. La quarta Champions League solo sfiorata da outsider a Istanbul contro la corazzata Manchester City è una bella storia di calcio ma non sfocia in festa nella Milano nerazzurra. E i cinque Derby di Milano vinti su cinque partite contro il Milan non sono un trofeo, pur ribadendo con piacere la supremazia (stra)cittadina. Il 2023 dell’Inter è più novembre che dicembre: fa 30 ma mai 31. Un po’ come l’ormai ex Romelu Lukaku che, anche in Juventus-Roma, ricorda come è più facile chiacchierare anziché fare i fatti. Citare proprio Lukaku per riassumere il 2023 dell’Inter con vista sul 2024 non è casuale. È la fine ma può anche essere l’inizio di tutto…

Colonia 2.0 per regalarsi un 2024 da Inter

CONCETTO FONDAMENTALE – L’evento più importante del 2023 interista è la Finale di Champions League a Istanbul. Importante ma oggettivamente non traumatico per il tifoso. Anche per il più sognatore. Il tradimento dell’ex idolo, invece, sì. Quello è tanto importante quanto traumatico. Importante in positivo, però (chiedere di Marcus Thuram, ndr). Perché il “non-ritorno” di Lukaku via Chelsea, dopo il prestito annuale, è solo l’apice di un’avventura nerazzurra a tappe fedifraghe. Ben più grave è il tradimento a Istanbul, dove l’attuale centravanti della Roma gioca praticamente da ex Inter. E come dimenticare la precedente fuga estiva in direzione Londra, dopo le promesse fatte sia a Inzaghi sia all’ambiente nerazzurro, già stravolto dall’addio di Antonio Conte ma ugualmente ambizioso. Andando a ritroso, si trova anche il primo vero “tradimento” di Lukaku all’Inter: la Finale di Europa League a Colonia in piena fase COVID-19. La più grande delusione sportiva della recente storia interista. Forse pari solo al famoso recupero di Bologna-Inter… In quel caso, l’Inter di Conte (nonostante Lukaku?) riesce a risollevarsi dalla delusione internazionale e impostare una stagione dominante in campionato. Arriva così il 19° Scudetto. Solo così può arrivare il 20°, quello più atteso: la delusione di Istanbul, mista alla delusione Lukaku, deve caricare l’Inter di Inzaghi verso la seconda stella. Colonia 2.0, appunto.

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