Editoriali

Troppi elogi per la prima Inter di Inzaghi? L’ambiente ne aveva bisogno

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La prima Inter di Simone Inzaghi raccoglie elogi da tutte le parti. Forse troppo affrettati, ma per certi versi anche necessari. Ecco perché.

BUONA LA PRIMA – C’era molta attesa nel vedere la prima partita ufficiale dell’Inter 2021/22. La prima con Simone Inzaghi al posto di Antonio Conte. La prima senza Achraf Hakimi e Romelu Lukaku (e Christian Eriksen). La prima con il “peso” dello Scudetto cucito sul petto. Ebbene, contro il Genoa l’Inter ha iniziato da dove aveva finito. Vincendo e segnando tanto. Finalmente di nuovo davanti ai propri tifosi. Generando subito un turbinio di elogi quasi sperticati per il lavoro del nuovo tecnico (vedi focus). Un’esaltazione forse esagerata, visto soprattutto l’avversario del primo turno. Ma al tempo stesso si tratta di lodi fisiologiche.

Perché la prima Inter di Inzaghi è piaciuta tanto

CRESCITA MENTALE – Quella dello scorso sabato era la prima partita dell’Inter novella Campione d’Italia. E, al tempo stesso, la prima dopo la sconvolgente estate nerazzurra. In cui la meritata goduria per lo Scudetto vinto è stata subito sgonfiata dagli addii di alcuni dei pilastri di questo titolo. Era pertanto lecito nutrire profonda curiosità nel vedere come l’Inter avrebbe reagito. E lo ha fatto alla grande, dimostrando che gli uomini chiave di questa rosa hanno compiuto un decisivo passo avanti in termini di leadership. Un’evidenza emersa soprattutto negli occhi, nelle gambe e nella testa di Milan Skriniar (che ha sbloccato la gara), Marcelo Brozovic e Nicolò Barella. E questo era un fattore assolutamente non scontato, visti gli smottamenti dell’ambiente nerazzurro negli ultimi mesi.

LAVORO RAPIDO – La prima Inter di Simone Inzaghi è infine piaciuta molto proprio per il modo in cui ha sonoramente vinto. Perché lo ha fatto partendo dai pattern di gioco instillati da Conte. Il nuovo tecnico non ha invocato un insano repulisti del passato recente, mossa che avrebbe potuto davvero destabilizzare i nerazzurri. Con estrema intelligenza Inzaghi è partito dalle ottime basi gettate nell’ultimo biennio, provando ad esaltare ciò che era rimasto sopito. Come una maggiore verticalità, un gioco più fluido e un’interpretazione più flessibile del ruolo da parte di diversi elementi (Brozovic su tutti). Tutto questo dopo una sola estate, con Europei e Copa America di mezzo. I meriti del nuovo tecnico sono quindi indubbi.

Chi ben comincia… ma il lavoro non è finito

ALLORI VIETATI – L’Inter riparte vincendo, ma sarebbe illogico pensare che le gerarchie di Serie A siano rimaste immutate. Le diretti concorrenti sono più agguerrite, e la sensazione è che la lotta per le posizioni europee sarà più serrata che mai. Inzaghi dovrà quindi essere bravo a mantenere alta la tensione, facendo leva sulla voglia di conferma dei giocatori. Gli obiettivi minimi imposti dalla società sono chiari (primi quattro posti e ottavi di Champions League), ma non dovranno essere l’unico punto di arrivo. Bensì un punto di partenza per il prossimo futuro dell’Inter, affinché la stagione 2020/21 non rimanga una splendida eccezione.

Pubblicato da
Riccardo Buson

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