Inzaghi in Champions League ha stupito tutti per le scelte di formazione dell’Inter anti-Bayern Monaco in controtendenza rispetto al solito. Ma le sue dichiarazioni post-partita hanno sùbito sconfessato la rivoluzione: atteggiamento “gattopardesco”
NO CAMBI – “Cambiare tutto per non cambiare niente”. È una delle celeberrime frasi del Gattopardo, romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, poi trasposto su grande schermo da Luchino Visconti. Una frase che, nel romanzo e nel film, descriveva l’immobilismo auspicato dalla classe nobile, in cui i cambiamenti sarebbero stati solo di facciata. La sostanza sarebbe rimasta tale. E la partita tra Inter e Bayern Monaco può rientrare, almeno parzialmente, in questo concetto. Le scelte di formazione di Simone Inzaghi, chieste a furor di popolo, non sono l’inizio di una “rivoluzione” ma una sorta di specchietto per le allodole. Un contentino per far stare buoni i tifosi. Infatti, lo “status quo” nell’undici titolare tornerà di prepotenza già a partire dalla sfida di sabato contro il Torino, per stessa ammissione del tecnico in conferenza stampa (vedi dichiarazioni).
DIFFICOLTÀ – In un momento di difficoltà totale, sia fisica che mentale, aver dato seguito alle proprie scelte sarebbe stato un segnale di forza al gruppo. E all’ambiente. Una guida salda che fa di tutto per risollevare le sorti di una squadra che, già a inizio settembre, sembra annaspare nella depressione di una stagione “fallimentare”. Il dietrofront immediato denota confusione e mancanza di polso fermo. La speranza è che la squadra e il tecnico con lei possano risalire la china al meglio. Magari cambiando qualcosa, se necessario. Resta un mistero come, in una situazione di palese difficoltà, calciatori come Asllani non riescano a trovare minuti, anche di fronte a prestazioni non eccelse da parte dei titolari. Inzaghi dovrà osare di più se ha intenzione di risollevare le sorti di una stagione ancora lunghissima.
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