Diego Godin – intervistato dal sito ufficiale della UEFA – parla del suo ambientamento in Italia e in particolar modo del suo inserimento nella filosofia dell’Inter di Conte. Ecco la seconda parte dell’intervista (vedi qui la prima)
INTER FORZA UNDICI – L’Inter stasera cerca l’impresa in casa del Barcellona, dove Diego Godin si è già reso protagonista di diverse battaglie calcistiche: «Come ho detto prima, quello che vale in Champions League vale per qualsiasi altra competizione… Finora ho imparato e ho visto che, per poter fare bene, bisogna essere una squadra e sapere cosa significa essere una squadra. Tutti i giocatori devono impegnarsi a difendere su ogni pallone e a fare tutto quello che serve dal punto di vista difensivo. Dobbiamo sapere come muoverci quando non abbiamo la palla per aiutare i compagni, difendere e riconquistare il pallone. Tutti e undici i giocatori devono impegnarsi così. È fondamentale, sia in partita sia per raggiungere i propri obiettivi calcistici».
A SCUOLA DA CONTE – Non manca una domanda su Antonio Conte, a cui Godin dà grandi meriti: «Impariamo ogni giorno. È un processo quotidiano, soprattutto perché per noi è un allenatore nuovo. Per ora siamo in una fase di adattamento e sviluppo. Il mister ci comunica i suoi concetti, ci fa capire come vuole che giochiamo, come deve lavorare la squadra e la sua mentalità. Ci trasmette anche la sua passione, ovvero il suo modo di vivere la vita e il calcio: anche questa è una parte molto importante. Non solo ci spiega i suoi concetti tattici, ma anche il suo modo di “sentire” il calcio, che ha la stessa importanza. E noi impariamo. Non posso fare esempi particolari, ma stiamo imparando molto».
DIFENSORE ALL’ITALIANA – L’importanza che l’Italia dà alla fase difensiva ha motivato parzialmente la scelta di Godin di approdare all’Inter: «Sì, forse, ma non era l’unico motivo. È vero, però, che sono più adatto al calcio italiano che a quello inglese, anche per le sue caratteristiche e per il modo di vivere il calcio. Dal punto di vista culturale, Italia e Spagna sono più simili rispetto all’Inghilterra. Ed è anche vero che siamo più simili come mentalità calcistica e per la passione dei tifosi».
Fonte: UEFA.com
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