Sconcerti ha dubbi sull’Inter a livello di tenuta, in vista della partita contro la Salernitana di stasera e in relazione all’ultimo periodo. Il giornalista ne ha parlato a Maracanà su TMW Radio, anche delle opzioni di formazione con Sanchez che punta una maglia (vedi articolo).
LE SCELTE – Mario Sconcerti valuta la formazione studiata da Simone Inzaghi per Inter-Salernitana: «Intanto credo che alla vigilia di una partita l’allenatore abbia sempre ragione. È l’unico che vede i giocatori tutti i giorni, sa i tipi di movimento. Sbagliare sarebbe controproducente per lui, sarebbe masochistico. Stupisce Ivan Perisic, che era uno dei pochi in forma: probabilmente ha solo bisogno di riposo. Poi la prossima settimana ci sarà la Champions League: c’è bisogno di un po’ d’alternanza. Alexis Sanchez trequartista sarebbe qualcosa che cerca di curare questa sterilità dell’attacco dell’Inter. È anche giusto mettere Sanchez al posto di Hakan Calhanoglu e vedere cosa succede, ma non mi sembra una soluzione stabile. L’Inter ha bisogno di Calhanoglu».
IN CORSA – Per Sconcerti l’Inter, anche non facendo risultato oggi, resterebbe in lotta: «Fuori dai giochi se non vince? Non credo. Mancano undici partite, credo che si vinca il campionato facendo circa trenta punti nel caso dell’Inter. Ne ha trentasei a disposizione, invece di trentatré delle altre. Nei miei calcoli possono perdere tra i cinque e i sei punti tutte e tre le squadre davanti, l’importante è arrivare a 84 che terrebbe fuori la Juventus. Però dei punti è probabile che li perderanno qua e là: nella parte finale del campionato c’è molto più stress e pressione, è facile trasformare la vittoria in una pareggio. Però hanno il vantaggio di potersi permettere un cammino meno esasperato».
3-5-2 CONFERMATO – Sconcerti non vede bene un cambio modulo: «Si può fare, ma a me sembra che l’Inter abbia poche soluzioni in questo momento. È ferma a centrocampo, tanto che per sostituire Calhanoglu mette un attaccante e per sostituire Perisic mette un giocatore come Matteo Darmian, ideale per il gioco di Simone Inzaghi e fondamentale nella prima parte per l’adattamento di Denzel Dumfries. Però non ha uomini per cambiare gioco, perché si basa su giocatori insostituibili: Calhanoglu, Marcelo Brozovic e Nicolò Barella. Puoi cambiare il gioco quanto vuoi ma è un’altra squadra, e questa è potenzialmente prima».
DIFFICOLTÀ – Sconcerti conclude con un’analisi: «La nuova povertà dell’Inter l’hai scoperta adesso a febbraio, non è più la corazzata che aveva in più giocatori come Radja Nainggolan e Stefano Sensi, o riserve come Aleksandar Kolarov che ormai non è più un giocatore. Si è prosciugato tutto intorno alla squadra base: il problema sono i giocatori, non il gioco. Hanno delle difficoltà e non hanno grandi possibilità di ricambi. Bisogna calcolare che l’Inter è una squadra che ha fatto dieci punti in meno dello scorso anno, a oggi. Dieci punti sono tanti, più del 10%: tantissimi. È evidente il problema delle grandi squadre italiane, che non riescono più a tenere il passo dei loro costi. Sono costrette ad asciugare la rosa, questo è un problema di tantissime squadre italiane».
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