Sconcerti – giornalista sportivo -, nel consueto appuntamento con la rubrica “Un cappuccino con Sconcerti” sul portale “CalcioMercato.com”, analizza le scelte di Conte nel finale di Roma-Inter. Il pareggio è considerato coerente alle decisioni prese dal tecnico
ESSERE GRANDI O NO – Per Mario Sconcerti il bicchiere dopo Roma-Inter non può che essere mezzo vuoto: «Una grande squadra, se ribalta il risultato a Roma e a mezz’ora dalla fine vince, porta in fondo il risultato. Se non ci riesce, non è uno straordinario peccato, vuole solo dire che non è ancora una grande squadra. E che forse non ha avuto nella partita nemmeno una guida tecnica da grande squadra. Acciaccata, ma quasi senza più avversario, l’Inter si è subito ripiegata ad aspettare la Roma nella propria metà campo dopo aver segnato il secondo gol. La Roma via via è andata sempre più avanti e ha ricominciato a tirare in porta. Non c’era dominio, ma un’insistenza che l’Inter aveva agevolato. Il gol è arrivato quasi come una conseguenza naturale. Non c’era superiorità e non è stato un episodio. È stato solo il risultato di un comportamento sbagliato. La realtà è che l’Inter non tiene gli attacchi avversari per più di venti minuti, poi prende gol. Ne ha subìti 23, fanno circa 50 in un anno. Nessuno ha mai vinto subendo così. La Juventus di Maurizio Sarri, che fu un record, vinse (lo Scudetto, ndr) subendone 43. Può però Antonio Conte dire se, potendo rigiocare, farebbe le stesse scelte fatte a Roma nell’ultima mezz’ora?». Questa l’analisi di Sconcerti, che punta il dito contro Conte.
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