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Padelli: “Inter sogno, anche da avversario! Ho 3 maglie importanti. Meret…”

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Padelli, nel corso della sua intervista da casa per la campagna #TogetherAsATeam dell’Inter, racconta di come ha iniziato nel mondo del calcio e di quando è diventato portiere. Tifoso interista, invece, lo è stato sempre. Ecco la seconda parte di quanto raccolto da Inter-News.it durante l’#AskPadelli odierno

SOGNO CORONATO – Nell’attuale rosa nerazzurra, Daniele Padelli è senza dubbio il tifoso più sfegatato: «Essendo stato tifoso dell’Inter, qualsiasi portiere dell’Inter diventava automaticamente il mio idolo, perché era riuscito a raggiungere quello che avrei voluto raggiungere io. Gianluca Pagliuca, Francesco Toldo, Julio Cesar, lo stesso Walter Zenga… tutti! Sono nato e cresciuto in una famiglia interista, anche quasi tutti i miei amici sono interisti e io lo sono da sempre. Indossare la maglia dell’Inter è un orgoglio, prima di tutto. Per me personalmente, ma anche per la mia famiglia. Mio padre mi portava qua e là per fare allenamenti e partite. Abbiamo fatto tanti sacrifici, anche ora mia moglie. Sono cose importanti per cui io sarò sempre grato. Sono orgoglioso di vestire questa maglia e di farlo sempre. Ho iniziato a giocare a calcio a 7 anni, perché prima ho provato altri sport, dal karate al basket. Ma ero sempre attratto dal calcio. All’inizio non giocavo in porta, ho iniziato a giocare lì a 13 anni. Fino a 16 anni giocavo in Prima Categoria nella squadra del mio paese. Ho fatto tanta gavetta, questo mi inorgoglisce visto dove sono arrivato partendo dal basso. Forza Inter, sempre!».

LUNGO INSEGUIMENTO – Prima di coronare il sogno Inter, Padelli ne è stato avversario: «Giocare contro l’Inter, soprattutto a San Siro, per era bello e stimolante. Qualcosa di veramente unico. L’ho sempre sognato, perché volevo dimostrare di essere all’altezza. Soprattutto nell’ultimo anno a Torino, quando dovevamo vincere per forza. Siamo riusciti a vincere contro l’Inter e ci siamo salvati. Giocare a San Siro è motivo d’orgoglio, una cosa da raccontare a mio figlio. Ci sono state diverse emozioni da quando sono all’Inter, anche se molte le ho vissute dalla panchina. Ad esempio l’ultima partita contro la Lazio in cui ci siamo qualificati in Champions League. Quella è stata un’emozione grandissima. Le stesse partite in Champions, incredibili. Altre le ho vissute anche in campo in questo periodo, come ad esempio il derby. Sono tante emozioni che mi porterò per sempre. Giocare nell’Inter era il mio sogno, adesso che sono riuscito a realizzarlo è un’emozione incredibile».

Clicca qui per leggere le dichiarazioni di Padelli nella prima parte della sua intervista da casa

REAGIRE AGLI ERRORI – Il ritorno in campo ha comportato qualche critica di troppo, Padelli spiega le difficoltà: «Quando si commette un errore non è mai facile, soprattutto per un portiere, perché sei l’ultimo. Se sbagli, è gol. Non c’è un altro che può aiutarti! In qualche modo bisogna reagire e avere quella forza per dimenticare. Sapere che si è commesso un errore e non se ne devono commettere altri. Pensare all’errore ti fa un po’ perdere di vista la realtà, ti fa deconcentrare sulla prossima parata, uscita o giocata. Bisogna sciacquare il cervello e concentrarsi nuovamente. L’esperienza e il saper gestire determinati momenti viene dopo aver giocato diverse partite. L’importante è rimanere tranquilli, non esaltarsi troppo dopo i miracoli o abbattersi dopo gli errori».

ALLENAMENTI E MAGLIE – Durante la quarantena Padelli si sta tenendo in forma senza particolari problemi: «Fortunatamente noi portieri non abbiamo bisogno di grande spazio per allenarci come il resto della squadra, che deve correre! Seguo alla lettera le indicazioni del preparatore Adriano Bonaiuti, in base a quello che ci chiede di fare. Ci si adatta, siamo professionisti e dobbiamo farci trovare pronti anche in questa situazione. La magia del portiere non la vuole nessuno (ride, ndr). O la scambi con l’altro portiere o è complicato. Però sono contento della mia collezione. A casa ho tre maglie importanti di tre giocatori forti. Ad esempio quelle di Samuel Eto’o e Javier Zanetti. Con Zanetti l’ho scambiata, chiedendo il favore a Samir Handanovic! Da tifoso è stato indimenticabile, per me».

SCUOLA ITALIANA N.1 – Padelli spende parole d’elogio per le nuove leve del calcio italiano nel suo ruolo: «Ce ne sono tanti. Alex Meret a Napoli può fare bene. Non dimentichiamo che Gianluigi Donnarumma del Milan è giovanissimo, ha un’infinità di tempo per crescere e migliorare. Anche Pierluigi Gollini dell’Atalanta, certo. La scuola italiana dei portieri è sempre stata importante, non ho dubbi sul futuro nazionale. Se devo dire una parata bella stilisticamente, ce ne sono tante in una partita. Ma per me la “parata bella” è quella che determina, che viene fatta nel momento e nel modo giusto per portare a casa il risultato. Vuoi o non vuoi, l’estetica nel calcio serve a poco. Serve la sostanza!».

Pubblicato da
Andrea Turano

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