D’Ambrosio, nella seconda parte dell’intervista sui profili social dell’Inter (vedi articolo), ha risposto ad altre domande relative al campo e non solo. Questo il resto delle parole del difensore napoletano, anche sul suo ruolo.
COMPAGNI – Danilo D’Ambrosio riceve un messaggio da Milan Skriniar e gli risponde: «Mi piace molto giocare con te. Dentro e fuori dal campo ti ritengo un professionista serio, di tutto rispetto, ma anche un grandissimo giocatore. Ti auguro il meglio, questo è l’augurio che ti faccio. Gabriele Oriali è sicuramente una persona che serviva all’Inter. C’è un rapporto diretto, l’ho sempre stimato, lo conoscevo da quando era in Nazionale e l’Inter è stata molto brava a riprendere uno come Oriali».
LE SCELTE – D’Ambrosio pensa a cosa ci sarà dopo il calcio: «Diventare allenatore è una cosa che non rientra nei miei piani. Sto cercando di aprire un’attività, perché comunque i miei genitori hanno una pizzeria da oltre trent’anni nel mio paese, a Caivano. Spero di aprire quanto prima un ristorante, perché a causa di questo problema del Coronavirus ci siamo un po’ fermati. Come mi muovo per segnare sui calci d’angolo? Più che istinto penso determinazione, perché quando studio gli avversari scelgo una linea precisa e vado lì. Sono convinto che se arriva la palla riesco a segnare».
I MIGLIORI – D’Ambrosio dà i suoi modelli: «I giocatori più forti che ho incontrato sono Cristiano Ronaldo e Lionel Messi, come compagno invece Javier Zanetti. Nonostante l’abbia incontrato in un’età avanzata della sua carriera (è arrivato all’Inter a gennaio del 2014, ndr) per me lui è stato un modello. Mi ispiro, perché la mia carriera è stata simile essendo lui un esterno d’attacco che è arretrato, a Gianluca Zambrotta. Poi ho sempre ammirato Fabio Cannavaro, un grandissimo difensore che è anche napoletano, come diciamo noi ha la cazzimma giusta».
IL RUOLO – D’Ambrosio chiude parlando della sua posizione in campo: «Con mister Antonio Conte, che ti dà tanti consigli, dovunque gioco mi trovo bene. Sia terzo centrale di difesa o quinto esterno so cosa fare, per me non c’è differenza. Cambia il tipo di interpretare il ruolo, ma non ho preferenze. Sono legato a tutte le maglie che ho avuto, le ho nel mio armadio. Questa (l’attuale prima maglia dell’Inter, ndr) è una di quelle, ma sono legato a tutte. Quando faccio gol poi è particolare».
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