Interviste

Acerbi: «Fatto niente, ma se non passiamo sarà stagione di m…»

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Acerbi è il primo che parla in conferenza stampa alla vigilia di Inter-Milan, ritorno delle semifinali di Champions League. Ecco le sue dichiarazioni, QUI prosegue la diretta con Inzaghi.

CONFERENZA ACERBI − Questa la conferenza stampa di Francesco Acerbi alla vigilia di Inter-Milan.

Stessa situazione di Inter-Benfica: doppio vantaggio.

Ancora di più. Questa è una semifinale, un derby, sappiamo che vogliono ribaltare il risultato. Dipenderà da noi, dal nostro approccio, dalla nostra voglia e determinazione. Vogliamo fare qualcosa di straordinario ma dobbiamo essere tutti pronti.

Siete consapevoli che sia la partita più importante?

Siamo pronti, perché è una partita bellissima da giocare e nello stesso tempo ti mette l’adrenalina e la paura giusta per affrontare una squadra come il Milan. Sappiamo che sarà una partita ancora più difficile, con grandi insidie, vogliamo fare un qualcosa di straordinario che era impensabile a inizio stagione.

Come si vive una partita del genere?

Ci sono ansie positive. Hai mille pensieri, pensi se va bene o se non andrà bene: pensi a tutto. Ma devi essere positivo, devi avere fiducia in te stesso e nel gruppo. Sappiamo di affrontare una squadra forte ma dobbiamo fare la partita noi, col nostro entusiasmo. Se pensiamo di essere all’1% in più di loro sarebbe un grosso errore. Sarà una partita ancor più difficile, faremo di tutto per passare il turno.

Acerbi, l’Inter ha cambiato marcia nell’ultimo mese. Merito della difesa?

La difesa è tutto, se non ti aiuti a vicenda perdi. La difesa è tutta la squadra, tutto il gruppo che ha voluto cambiare marcia: questi sono i risultati. Ma senza il gruppo, senza la coesione di tutti non funziona.

Hai già vinto gli Europei con l’Italia, hai parlato con Barella se ci sono paralleli fra quella squadra?

Sono competizioni diverse. Agli Europei c’erano una serenità e un entusiasmo che poi ci hanno portato a vincere. Adesso abbiamo una grossa possibilità, un grosso entusiasmo e allo stesso tempo bisogna avere rispetto del Milan, che a sua volta si gioca l’accesso a una finale di Champions League. Crediamo nelle nostre capacità, ma dobbiamo fare ancora qualcosa di più.

Come si fa ad anestetizzare il rischio di essere troppo sicuri dello 0-2 dell’andata?

Noi non siamo sicuri dello 0-2, anzi: vedendo le facce nostre dopo la partita eravamo ancora tranquillissimi, senza esultare e senza niente. Penso sia giusto così, perché c’è ancora il ritorno: non abbiamo fatto niente e sarebbe sbagliato pensare di essere già passati col Milan. È una partita a sé, un derby, sappiamo qual è il nostro valore e che sia una partita importante. Bisogna avere l’approccio giusto.

Acerbi, qual è il tuo segreto? Sei l’unico per cui non vale il turnover.

Ringrazio il mister… (ride, ndr) Io mi riposo, però cerco sempre di tenermi pronto e di recuperare energie mentali e soprattutto fisiche per farmi trovare pronto. La partita che si è giocata il giorno dopo è già vecchia, bisogna recuperare fisicamente e mentalmente per la prossima. Il mio approccio mentale dev’essere sempre alto, sia che il mister mi faccia giocare sia che scelga di no.

Questa è una semifinale tutta italiana, un grande vantaggio per tutto il movimento dopo la mancata qualificazione ai Mondiali.

C’è stato un deficit in tal senso, vedere due squadre italiane in semifinale fa piacere. Il resto non mi riguarda, fa sempre piacere trovare a confronto nazionali italiani ma finisce qui.

Di solito, quando si parla di turnover, i calciatori fanno dichiarazioni di facciata. Invece ora sembra che all’Inter i giocatori abbiano capito.

All’Inter tutti possono giocare al posto tuo, devi sempre tenerti stretto il posto. Giocare tutte le partite è bello, però ci stanno i turni di riposo: ci sono anche gli altri che possono dare una mano. Devi sempre farti trovare pronto, perché se un compagno farà bene sarà giusto che l’allenatore scelga lui.

Acerbi, è una rivincita personale per l’esperienza passata al Milan?

No, io sono stato al Milan e ho sempre detto mille volte che sono stato un po’ sciocco. Era un passaggio della mia vita che dovevo fare, ho avuto questa malattia che mi ha fatto ritornare in me. Non è una rivalsa, è una partita di Champions League.

Vuoi riscattare i problemi coi tifosi avuti alla Lazio?

Ormai sono passati. Io sono sincero: ringrazio Inzaghi e basta. Senza di lui sarei rimasto alla Lazio, lui mi conosce. Cerco di fare il meglio sia per i miei compagni sia per chi mi dà fiducia, ma lo faccio per me e non per dimostrare nulla a nessuno. Finché giocherò a pallone andrò sempre avanti per la mia strada, come ho fatto l’anno scorso. Quando cambio squadra sarà sempre lo stesso, so quello che voglio e quello che farò. Questo fa sì che il mister e i compagni, che sono stati straordinari fin dall’inizio, mi hanno dato una mano per entrare. Poi se faccio bene o male il mister decide se farmi giocare.

Quest’annata, con diciassette partite in due mesi e una semifinale di Champions League, ti può spingere a essere ancora di più il professionista che sei diventato?

Se non passassimo domani sarebbe una stagione di merda… Nel senso: basta una partita, che hai vinto 0-2, per far sì che passi da una bellissima stagione a una non dico fallimentare ma dove perdi dopo essere stato avanti 0-2. Domani affrontiamo il Milan, sappiamo com’è e che bisogna affrontarla con grande determinazione. È una buonissima stagione, manca un pezzettino e anche in campionato. Le somme si tirano sempre alla fine, per adesso buona stagione no: vediamo alla fine come andrà.

Pubblicato da
Sandro Caramazza

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