CONFERENZA – Inzaghi e Acerbi alla vigilia di Inter-Milan: tutte le dichiarazioni

Inzaghi e Acerbi sono stati protagonisti della conferenza stampa di vigilia di Inter-Milan. L’allenatore e il difensore hanno risposto alle domande dei giornalisti presenti a partire dalle ore 12.30. Rileggi il contenuto della diretta testuale (aggiornato dal basso verso l’alto).
13.08 Finisce qui la conferenza di Inzaghi e Acerbi, alle 14.30 parleranno Pioli e Tonali.
Inzaghi, com’è arrivato a creare questa consapevolezza che bisogna alternare i giocatori?
Innanzitutto è il lavoro quotidiano, per come lavora l’intera rosa. Non dimentichiamo che non siamo un gruppo elevato, come altri nostri competitor. Siamo venti, doppi in tutti i ruoli più ragazzi di prospettiva come Carboni, Zanotti e Fontanarosa che però sarebbe difficile lanciare in questo momento. Siamo venti di movimento, con qualche infortunio che ci ha creato problemi. Dopo il Mondiale si è creato qualcosa, con una semifinale di Champions League e di Coppa Italia – questa poi diventata una finale – che era difficile. Dopo la sosta è diventato un calendario quasi impossibile da gestire, solo così coi ricambi e l’impegno di tutti i giocatori. Siamo stati bravi a gestire le forze, chiedendo a tutti i componenti della rosa un grandissimo contributo.
Nel caso andasse male sarebbe sconveniente legare tutto a questi novanta minuti?
Chiaramente riveste un’importanza grandissima, lo sa Acerbi come tutti i suoi compagni. Ci siamo, vogliamo arrivare là e sappiamo che era un qualcosa di difficilissimo da realizzare ma ci siamo vicini. Sappiamo che le partite possono indirizzare l’intera stagione, però sappiamo il percorso, quello che è stato, la strada in salita che abbiamo dovuto fare quotidianamente e le critiche, che se non sono pretestuose come spesso accade ci devono essere e sono di grande consiglio. Sappiamo che la partita di domani riveste grandissima importanza.
In questo momento il rischio è più sentirsi già in finale o braccino?
Abbiamo un vantaggio, però non si è fatto nulla: basta andare indietro e guardare. Non dovremo assolutamente speculare e gestire niente, fare una partita da Inter con corsa, aggressività e determinazione. Tutti insieme possiamo affrontarla con grandissima fiducia, il braccino non deve venire perché sono tutti giocatori importanti che hanno giocato quattro o cinque finali. Ho la fortuna di avere a disposizione dei giocatori importanti che sanno il valore della partita, quindi dovremmo giocarla come abbiamo fatto negli ultimi derby e negli ultimi mesi.
Inzaghi, avete la sensazione che la qualificazione dipenda dall’Inter?
Assolutamente sì, sappiamo chi andremo ad affrontare ma che siamo in un ottimo momento. Siamo pronti per una partita di questa importanza, ci siamo già passati contro una squadra fortissima come il Benfica: non era un derby, però era lo stesso identico vantaggio dell’andata e giocavamo in casa il ritorno. Andando indietro di quarantotto ore il Sassuolo ci ha creato, all’interno della partita, delle insidie che abbiamo superato tutti insieme per vincere una partita importantissima per il nostro percorso.
Come è arrivata la trasformazione di Calhanoglu in giocatore padrone della squadra davanti alla difesa?
Chiaramente è stata una scelta, un’intuizione. C’è venuto a mancare un giocatore importantissimo per noi come Brozovic, in quel momento ho pensato che potesse essere Calhanoglu la soluzione più importante che potevamo avere. È stato bravissimo, ma mi viene in mente anche Darmian da terzo di difesa che non l’aveva mai fatto: ha sempre giocato da terzino a quattro o da quinto come l’anno scorso. È stato bravissimo lui, ma ho la fortuna di allenare giocatori di qualità che si sanno adattare alle singole intuizioni, mi viene in mente anche Luis Alberto che alla Lazio era un attaccante esterno o seconda punta e poi è diventato una mezzala fra le migliori d’Europa.
Inzaghi, può diventare il quinto italiano a portare un’italiana in finale di Champions League. Come sta vivendo questo momento?
Siamo a novanta minuti più recupero da un sogno che avevamo insieme coi ragazzi, che ho la fortuna di allenare. Insieme siamo arrivati alla finale di Coppa Italia, fortunatamente abbiamo lavorato molto bene durante la sosta. Abbiamo lavorato molto bene in quella fase, poi con partite così importanti di una vicinanza incredibile forse è stato un bene non avere tanto tempo da pensare. Non dimentichiamo che, pensando al campionato, cinque partite fa eravamo molto lontani da un obiettivo che per noi è basilare e importantissimo. Anche lì ora manca poco, ma la nostra testa è solo a domani. Sappiamo di essere molto vicini, ma abbiamo una partita da fare da vera Inter.
Partendo dallo 0-2 di vantaggio si può abbassare un po’ il baricentro?
Per quanto riguarda le scelte e la formazione fortunatamente io leggo e ascolto poco, però so tutto. La mia grande fortuna, e anche del mio staff, è che ascoltiamo e leggiamo poco. Per quanto riguarda le scelte sappiamo. Dopo la partita è semplice, dici che doveva giocare Tizio o Caio, noi allenatori dobbiamo compiere scelte quotidiane sempre. A volte sei più fortunato, a volte no: è una scelta continua, è il nostro mestiere che ce lo impone. Per quanto riguarda la partita di domani tu puoi avere in mente qualcosa, ma non sai mai cosa viene. Ci sono momenti dove l’Inter sarà aggressiva e dove dovrai difendere, perché è tutta la squadra che dovrà essere brava a coprire il campo nel migliore dei modi. Sappiamo di affrontare una squadra che, indipendentemente da Rafael Leao o no, ha grandi giocatori e vinto lo scudetto l’anno scorso.
Come si affronta il Milan ferito ma non eliminato? Inzaghi, un pensiero sugli arbitri di andata e ritorno?
Non ci riesco sugli arbitri. Nella partita d’andata c’era un episodio da valutare in un altro modo, mi riferisco al fallo di Krunic su Bastoni, che sicuramente avrebbe dato alla qualificazione e al risultato un qualcosa di importantissimo. Però non è stato così, non c’è nessunissimo problema come non c’è per domani: ho tanti amici e conoscenti nel calcio che, quando hanno visto un arbitro francese designato con quattro nel Milan francesi, me l’hanno detto ma non c’è nessun problema. Per quanto riguarda il Milan abbiamo un vantaggio ma non possiamo gestirlo, dovremo fare una partita da Inter sapendo che ci sono insidie ma da superare nel migliore dei modi.
Quanto è lontano Lukaku dalla forma mostrata nel primo biennio all’Inter?
Per quanto riguarda Lukaku sapete quello che può fare, io da allenatore chiaramente lo avevo riportato qua con entusiasmo ma quello che abbiamo visto nell’ultimo mese. È questo Lukaku ed è quello che ci avrebbe dovuto dare tutto l’anno: purtroppo per lui e Brozovic è successo un imprevisto, che ce li ha tolti per cinque mesi. La squadra ha dovuto soffrire senza di loro, siamo riusciti a sopperire facendo partite importanti e finali senza di loro. Però quello che avete visto è Lukaku che è arrivato all’ultimo mese lavorando nel migliore dei modi: dopo un’inattività così lunga tre partite in una settimana non so se può gestirle. Ci ha dato qualità in due partite fondamentali, come Roma e Sassuolo.
Inzaghi, è più tranquillo dell’andata? Cosa c’è di diverso?
Chiaramente è una vigilia importantissima, ma io da allenatore le vivo tutte nello stesso modo. Sappiamo l’importanza della partita, quello che riveste per noi stessi, la nostra società e i nostri tifosi. La dovremo affrontare nel migliore dei modi, sappiamo di avere un meritato vantaggio ma dobbiamo sapere di dover fare una partita da Inter, coprendo il campo nel migliore dei modi. Sappiamo di avere di fronte una squadra con grande qualità.
Come sta Correa? È uscito con un affaticamento sabato col Sassuolo.
Per quanto riguarda Correa ha chiesto lui il cambio, chiaramente non l’avrei cambiato perché mi stava soddisfando col Sassuolo. Ha avuto un indolenzimento muscolare, le sensazioni sono buone ma valuteremo l’allenamento di oggi e la sgambata di domani mattina per averlo a disposizione. Dovrebbe farcela, ma non ho questa certezza. Lautaro Martinez è in un ottimo momento, si sta alternando con gli altri attaccanti nel migliore dei modi.
Inzaghi, per lei è vicino l’inserimento nella storia dell’Inter: cosa si prova?
L’avevo già detto prima del Benfica, ma domani “insieme”. Sui nostri tifosi non ho mai avuto nessun dubbio, sono stati sempre vicini. Per quanto riguarda tutti noi ci vorrà testa fredda e cuore caldo, perché sarò ripetitivo ma come ho già detto è la strada migliore per interpretare partite come domani.
Ad agosto al sorteggio non si pensava a questo.
Non eravamo stati fortunatissimi, ma mi ero limitato di dire al mio staff che anche Barcellona e Bayern Monaco non erano contente di avere l’Inter in terza fascia. Adesso siamo arrivati qui e vogliamo andare avanti.
12.46 Finisce Acerbi, ora tocca a Inzaghi.
Dal punto di vista tattico cosa cambia con Rafael Leao in campo, rispetto all’andata? Una scossa il confronto coi tifosi?
Sicuramente una scossa nel Milan domani si vedrà. Non viene da un buonissimo periodo, ma l’abbiamo fatto anche noi. È normale che dopo la sconfitta con lo Spezia domani ci sarà una prova d’orgoglio, vedremo la qualità che il Milan potrà mettere in campo. Rafael Leao è forse il miglior giocatore che ha, ma si dovrà fermare come fatto in altre partite non col singolo ma con la squadra.
Quest’annata, con diciassette partite in due mesi e una semifinale di Champions League, ti può spingere a essere ancora di più il professionista che sei diventato?
Se non passassimo domani sarebbe una stagione di merda… Nel senso: basta una partita, che hai vinto 0-2, per far sì che passi da una bellissima stagione a una non dico fallimentare ma dove perdi dopo essere stato avanti 0-2. Domani affrontiamo il Milan, sappiamo com’è e che bisogna affrontarla con grande determinazione. È una buonissima stagione, manca un pezzettino e anche in campionato. Le somme si tirano sempre alla fine, per adesso buona stagione no: vediamo alla fine come andrà.
Vuoi riscattare i problemi coi tifosi avuti alla Lazio?
Ormai sono passati. Io sono sincero: ringrazio Inzaghi e basta. Senza di lui sarei rimasto alla Lazio, lui mi conosce. Cerco di fare il meglio sia per i miei compagni sia per chi mi dà fiducia, ma lo faccio per me e non per dimostrare nulla a nessuno. Finché giocherò a pallone andrò sempre avanti per la mia strada, come ho fatto l’anno scorso. Quando cambio squadra sarà sempre lo stesso, so quello che voglio e quello che farò. Questo fa sì che il mister e i compagni, che sono stati straordinari fin dall’inizio, mi hanno dato una mano per entrare. Poi se faccio bene o male il mister decide se farmi giocare.
Acerbi, è una rivincita personale per l’esperienza passata al Milan?
No, io sono stato al Milan e ho sempre detto mille volte che sono stato un po’ sciocco. Era un passaggio della mia vita che dovevo fare, ho avuto questa malattia che mi ha fatto ritornare in me. Non è una rivalsa, è una partita di Champions League.
Di solito, quando si parla di turnover, i calciatori fanno dichiarazioni di facciata. Invece ora sembra che all’Inter i giocatori abbiano capito.
All’Inter tutti possono giocare al posto tuo, devi sempre tenerti stretto il posto. Giocare tutte le partite è bello, però ci stanno i turni di riposo: ci sono anche gli altri che possono dare una mano. Devi sempre farti trovare pronto, perché se un compagno farà bene sarà giusto che l’allenatore scelga lui.
Questa è una semifinale tutta italiana, un grande vantaggio per tutto il movimento dopo la mancata qualificazione ai Mondiali.
C’è stato un deficit in tal senso, vedere due squadre italiane in semifinale fa piacere. Il resto non mi riguarda, fa sempre piacere trovare a confronto nazionali italiani ma finisce qui.
Acerbi, qual è il tuo segreto? Sei l’unico per cui non vale il turnover.
Ringrazio il mister… (ride e guarda Inzaghi, ndr) Io mi riposo, però cerco sempre di tenermi pronto e di recuperare energie mentali e soprattutto fisiche per farmi trovare pronto. La partita che si è giocata il giorno dopo è già vecchia, bisogna recuperare fisicamente e mentalmente per la prossima. Il mio approccio mentale dev’essere sempre alto, sia che il mister mi faccia giocare sia che scelga di no.
Come si fa ad anestetizzare il rischio di essere troppo sicuri dello 0-2 dell’andata?
Noi non siamo sicuri dello 0-2, anzi: vedendo le facce nostre dopo la partita eravamo ancora tranquillissimi, senza esultare e senza niente. Penso sia giusto così, perché c’è ancora il ritorno: non abbiamo fatto niente e sarebbe sbagliato pensare di essere già passati col Milan. È una partita a sé, un derby, sappiamo qual è il nostro valore e che sia una partita importante. Bisogna avere l’approccio giusto.
Hai già vinto gli Europei con l’Italia, hai parlato con Barella se ci sono paralleli fra quella squadra?
Sono competizioni diverse. Agli Europei c’erano una serenità e un entusiasmo che poi ci hanno portato a vincere. Adesso abbiamo una grossa possibilità, un grosso entusiasmo e allo stesso tempo bisogna avere rispetto del Milan, che a sua volta si gioca l’accesso a una finale di Champions League. Crediamo nelle nostre capacità, ma dobbiamo fare ancora qualcosa di più.
Acerbi, l’Inter ha cambiato marcia nell’ultimo mese. Merito della difesa?
La difesa è tutto, se non ti aiuti a vicenda perdi. La difesa è tutta la squadra, tutto il gruppo che ha voluto cambiare marcia: questi sono i risultati. Ma senza il gruppo, senza la coesione di tutti non funziona.
Come si vive una partita del genere?
Ci sono ansie positive. Hai mille pensieri, pensi se va bene o se non andrà bene: pensi a tutto. Ma devi essere positivo, devi avere fiducia in te stesso e nel gruppo. Sappiamo di affrontare una squadra forte ma dobbiamo fare la partita noi, col nostro entusiasmo. Se pensiamo di essere all’1% in più di loro sarebbe un grosso errore. Sarà una partita ancor più difficile, faremo di tutto per passare il turno.
Siete consapevoli che sia la partita più importante?
Siamo pronti, perché è una partita bellissima da giocare e nello stesso tempo ti mette l’adrenalina e la paura giusta per affrontare una squadra come il Milan. Sappiamo che sarà una partita ancora più difficile, con grandi insidie, vogliamo fare un qualcosa di straordinario che era impensabile a inizio stagione.
Stessa situazione di Inter-Benfica: doppio vantaggio.
Ancora di più. Questa è una semifinale, un derby, sappiamo che vogliono ribaltare il risultato. Dipenderà da noi, dal nostro approccio, dalla nostra voglia e determinazione. Vogliamo fare qualcosa di stroardinario ma dobbiamo essere tutti pronti.
12.31 Si comincia con Acerbi.
12.15 Un quarto d’ora all’inizio della conferenza stampa di Simone Inzaghi. Il tecnico presenterà Inter-Milan partita in programma domani alle ore 21 italiana allo Stadio Giuseppe Meazza e valida per il ritorno delle semifinali di Champions League (andata 2-0). Con lui ci sarà anche Francesco Acerbi. Nell’attesa qui le ultime novità sul recupero di Rafael Leao.
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