Analisi tattica

Milan-Inter: Inzaghi ritrova la formazione migliore ma non il gioco né i gol

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Milan-Inter si chiude con un deludente 0-0 che può mettere a rischio la qualificazione nerazzurra verso la Finale di Coppa Italia. A San Siro gioca un po’ meglio il Milan di Pioli, che quantomeno prova a segnare il gol per il vantaggio minimo. L’Inter di Inzaghi risulta apatica a tutto e inconcludente in tutto, nonostante la formazione-tipo in campo e la panchina finalmente al completo. Di seguito l’analisi tattica di Milan-Inter di Coppa Italia

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza scelto da Inzaghi per affrontare il Milan in Coppa Italia: Handanovic; Skriniar, de Vrij, A. Bastoni; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.

Milan-Inter formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

MODIFICHE – Al 65′, sullo 0-0, primo doppio cambio per Inzaghi: fuori Barella e Lautaro Martinez, dentro Vidal e Sanchez. Staffetta a centrocampo e in attacco con i cileni protagonisti. All’80′ terzo cambio nerazzurro: fuori Dzeko, dentro Correa. L’argentino si posiziona alla sinistra di Sanchez. All’88′ secondo e ultimo doppio cambio per l’Inter: fuori Dumfries e Perisic, dentro Darmian e Gosens. Staffetta anche sulle fasce (come da immagine sotto allegata, ndr).

Milan-Inter formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Milan-Inter visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Se la partita non finisce 1-0 il motivo è uno solo: Handanovic. E non perché faccia miracoli, tutt’altro. Il capitano nerazzurro si limita a fare il suo lavoro. Ovvero quello di parare. Se il Milan riesce ad arrivare al tiro una, due e pure tre volte, e la partita finisce 0-0, bisogna evidenziare i meriti del portiere. Perché al pari ruolo Maignan gli attaccanti dell’Inter non fanno nemmeno il solletico (intervento di Lautaro Martinez a parte…). L’unico giocatore non di movimento è il migliore in campo interista (vedi pagelle di Milan-Inter) nonostante quindici compagni avvicendatisi in campo. Fa riflettere, perché Inzaghi schiera la migliore formazione possibile e anche dalla panchina si alzano le “riserve” migliori. E invece la notizia del Derby di Milano di Coppa Italia è Handanovic che para un paio di tiri diretti in porta. Concentrato.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Milan-Inter

COMMENTO – L’Inter approccia con poca cattiveria alla partita, giocata in maniera molto più aggressiva e convincente dal Milan. Troppi gli errori individuali. I principali pericoli arrivano sulla fascia destra, presidiata principalmente da Dumfries, che insieme al resto della squadra fatica a contenere l’esuberanza di Rafael Leao. Nonostante ciò, non è così complicato arrivare sul fondo sfruttando l’ampiezza e le verticalizzazioni. All’Inter ormai i ruoli si sono invertiti, reparto per reparto. Il portiere gioca meglio con i piedi che con le mani. La difesa è chiamata a creare scompiglio in attacco attraverso le avanzate dei due terzi. Il centrocampo né costruisce né fa filtro. E l’attacco fa di tutto per non risultare pericoloso in zona gol. Checché ne dica Inzaghi, così non può andare avanti. Non c’è davvero nulla da salvare. Il gol prima o poi arriverà, ma in Milan-Inter viene a mancare perfino il gioco. Un altro passo indietro per l’Inter di Inzaghi, dopo le sconfitte interne contro Liverpool e Sassuolo e il pareggio senza reti in casa del Genoa. Male. Inter-Salernitana oggi rappresenta l’ultima spiaggia nerazzurra: no, non è un’esagerazione.

OSSERVAZIONE – L’Inter si è persa da troppo tempo e non dà impressione di aver capito come riprendersi. Si fa un gran parlare del problema in attacco, che non segna da oltre 400 minuti, come se gli altri reparti stessero meglio. La ritrovata solidità difensiva, almeno per quanto riguarda i clean sheet, fa cadere l’attenzione sul vero reparto in difficoltà: il centrocampo. Barella è in una fase continua per la sua discontinuità. Le prestazioni negative di Brozovic quasi (ri)mettono in dubbio il ricco rinnovo solo da ufficializzare. E Calhanoglu è nella sua fase alternata, quella in cui la sufficienza è un miraggio. Perfino gli esterni ne risentono. Insomma, il centrocampo è il reparto in cui Inzaghi dovrebbe intervenire… ma non può, non avendo alternative credibili in panchina. Il problema è tutto qui. Mancano i gol, sì. Ma adesso manca soprattutto il gioco. E l’Inter, se non domina le partite, non riesce a creare i presupposti per vincerle pur subendo il gioco avversario. Questo è uno dei difetti dell’esteta Inzaghi.

Pubblicato da
Andrea Turano

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