Analisi tattica

Lazio-Inter: Inzaghi dovrà lavorare su 3 limiti, la squadra va in tilt nel finale

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L’Inter torna dopo la sosta internazionale ma trova lo scenario opposta al pre-sosta. Stavolta arriva una sconfitta in rimonta e il rigore di Perisic è inutile. Il 3-1 di Roma mostra un paio di debolezze della squadra di Inzaghi, forse tre. Le pochissime alternative in rosa e la mancanza di carattere battagliero, quest’ultima caratteristica fondamentale dell’Inter di Conte. Si giocano sempre due partite in una. Di seguito l’analisi tattica di Lazio-Inter

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco l’undici di partenza scelto da Inzaghi per affrontare la Lazio in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, A. Bastoni; Darmian, Barella, Brozovic, Gagliardini, F. Dimarco; Dzeko, Perisic.

Lazio-Inter formazione ufficiale

MODULO – L’Inter si presenta in campo con il “suo” 3-5-2, ma è completamente stravolto nei reparti avanzati. In particolare sul centro-sinistra, dove il triangolo è Gagliardini-Dimarco-Perisic con il croato schierato in attacco.

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 12′ Perisic spiazza Reina su rigore, guadagnato da Barella su leggerezza di Hysaj, che gli tocca il piede dopo la bella verticalizzazione dell’Inter (0-1). Nella ripresa, al 64′ Immobile imita Perisic dal dischetto e spiazza Handanovic, punito il tocco di mano di Bastoni sull’incornata di Patric dagli sviluppi di un calcio d’angolo (1-1). All’81′ Felipe Anderson punisce Handanovic, che respinge centralmente il tiro di Immobile, sull’azione che la Lazio conduce con Dimarco a terra (2-1). Infine, al 91′ Milinkovic-Savic di testa svetta su Skriniar dagli sviluppi di un calcio di punizione e buca nuovamente Handanovic (3-1).

MODIFICHE – Al 67′ primo triplo cambio per Inzaghi: fuori Bastoni, Gagliardini e Perisic, dentro Dumfries, Vecino e Correa. L’olandese gioca da quinto destro con Darmian che si sposta a sinistra, l’uruguayano agisce da mezzala destra con Barella che va sul centro-sinistra e l’argentino affianca Dzeko in attacco, così Dimarco scala da terzo sinistro in difesa. Al 76′ quarto cambio per l’Inter: fuori Dzeko, dentro Lautaro Martinez. L’argentino si posiziona sul centro-sinistra dell’attacco, facendo spostare Correa alla sua destra. All’86’ quinto e ultimo cambio nerazzurro: fuori Barella, dentro Calhanoglu. Il turco chiude da mezzala sinistra votata all’attacco (come da immagine sotto allegata, ndr).

Lazio-Inter formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Lazio-Inter visto ai raggi X

PROTAGONISTA – I voti sono crollati dopo il crollo nella mezz’ora finale (vedi pagelle di Lazio-Inter), ma in una sconfitta simile bisogna prendere un simbolo: Lautaro Martinez. Inzaghi lo risparmia dal 1′ e fa bene, dopo il viaggio internazionale last minute. Gli preferisce gerarchicamente Correa, che entra circa 10′ prima. Poi il numero 10 dell’Inter entra in campo, ma si fa notare solo negativamente. Suo l’errore che porta alla ripartenza della Lazio con Dimarco (già) a terra, quindi al 2-1. E pur provando a rendersi pericoloso, non incide. Troppo stanco? Sicuro. Troppo nervoso? Evidente, vista la reazione dopo il gol di Felipe Anderson e poi nel finale. L’Inter ha deciso di puntare su Lautaro Martinez, rinnovandogli il contratto a cifre importanti (manca la firma…), dopo la crescita tecnica. Ora serve anche la crescita caratteriale. Confuso.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Lazio-Inter

COMMENTO – L’Inter inizia bene ma non si capisce dove iniziano e finiscono i meriti propri, dato che la Lazio del primo tempo è incomprensibile. La libertà lasciata a Brozovic da parte di Sarri è un rischio che non affonda la Lazio solo perché Inzaghi non ha attaccanti da mandare in rete. La squadra è ordinata e rapida, gioca in verticale e crea molti pericoli nella metà campo biancoceleste. La scelta di schierare Gagliardini mezzala è sensata, sebbene il numero 5 non faccia benissimo. Certo, chi lo rimpiazza nel finale fa anche peggio… Inzaghi è costretto nell’effettuare determinate scelte post-sosta. Se l’Inter ha delle lacune in rosa, non lo scopriamo a metà ottobre. Probabilmente qualche scelta estiva è stata sbagliata, ma ora bisogna solo lavorare sui difetti per trovare soluzioni utili a tamponare i problemi. Fare cambi meno scontati? Nel frattempo, è palese manchi quello spirito battagliero tipico dell’Inter di Conte, che riusciva a fare scudo contro le difficoltà. Campioni d’Italia, dov’è la mentalità?

OSSERVAZIONE – Nel momento in cui è la Lazio a lasciare spazi incredibili alle spalle dei centrocampisti, l’Inter fa ciò che vuole. I lanci di Brozovic tagliano il campo in diagonale e in verticale, mettendo gli esterni (in assenza di attaccanti…) nelle condizioni di far male. Lo 0-1 del primo tempo va anche stretto, ma servono le punte per arrotondare i risultati. Al contrario, quando è l’Inter a lasciare campo alla agli avversari, è finita: non esiste una soluzione in fase di ripiego. Una volta può andare bene, un’altra volta ci scappa indirettamente la beffa (il corner “causato” da Perisic che porta al rigore…), la terza volta prendi la paghi direttamente con il gol. L’Inter, se si disunisce, perde tutti i suoi pregi di squadra votata all’attacco e libera di muoversi, e rischia le imbarcate. Questo è l’aspetto su cui deve lavorare maggiormente Inzaghi. Un aspetto tattico, ma anche atletico e mentale. L’Inter non può continuare a giocare due partite in una, quelle prima e dopo i cambi. I cambi “disperati” non funzionano contro squadre forti e organizzate. Due punti persi e regalati, perché tre sarebbero stati troppi.

Pubblicato da
Andrea Turano

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