Analisi tattica

Inter-Torino: Dumfries attaccante aggiunto, Inzaghi risolve due problemi in uno

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Inter-Torino chiude al meglio l’anno solare nerazzurro. L’1-0 firmato Dumfries conferma l’ottimo lavoro fatto di Inzaghi sia sull’esterno destro olandese sia sul resto della squadra, che non rischia mai seriamente di non portare altri tre punti alla sua classifica. La produzione offensiva aumenta riducendo l’allegria difensiva. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Torino

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza scelto da Inzaghi per affrontare il Torino in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, A. Bastoni; Dumfries, Vidal, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Dzeko, Lautaro Martinez.

Inter-Torino formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 30′ l’Inter va in vantaggio grazie a Dumfries, che trova l’angolino giusto dal limite dell’area su assist di Dzeko (e “velo” di Brozovic), al termine di un rapido contropiede (1-0). Nella ripresa, all’87′ Sanchez non chiude anzitempo la partita colpendo il palo esterno da buona posizione e costringendo l’Inter ad altri 7′ di attesa.

MODIFICHE – Al 69′, sull’1-0, arriva il primo doppio cambio di Inzaghi: fuori Calhanoglu e Lautaro Martinez, dentro Vecino e Sanchez. L’uruguayano agisce da mezzala destra con Vidal che si accentra maggiormente, invece il numero 7 cileno si posiziona alla destra di Dzeko, agendo più da spalla che da rifinitore. All’83′ secondo doppio cambio per l’Inter: fuori Dumfries e Vidal, dentro D’Ambrosio e Sensi Staffetta sulla fascia destra e nel ruolo di mezzala sinistra. Al 90′ il quinto e ultimo cambio nerazzurro: fuori Perisic, dentro Dimarco. Ultima staffetta, questa volta sulla fascia sinistra (come da immagine sotto allegata, ndr).

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Torino visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Più che una sorpresa si tratta di una costante nelle ultime uscite, tutte sopra la media dopo l’avvio sottotono: Dumfries. L’esterno destro olandese è sempre meno difensore e più attaccante ma non solo per il gol segnato, comunque decisivo per i tre punti nerazzurri. La palma di migliore in campo (vedi pagelle di Inter-Torino) gli spetta di diritto per la crescita continua. E soprattutto per aver cambiato totalmente approccio al nuovo ruolo, che ora prevede un nuovo compito. Dumfries, da quarto di difesa, più che quinto di centrocampo ora è un terzo di attacco. E i risultati lo premiamo. E anche Inzaghi. Reinventato.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Torino

COMMENTO – Inter più compassata e meno dinamica del solito, sia per la modifica obbligata in mezzo al campo (Vidal si muove meno di Barella) sia per l’aggressività degli avversari (il Torino tende a non lasciare spazio e tempo per non far ragionare i padroni di casa). Juric costringe Inzaghi a invertire compiti e ruoli: Brozovic si alza per portare pressing sui difensori del Torino in costruzione, mentre le mezzali fanno densità per evitare le imbucate in verticale. Ed è proprio in verticale, grazie a passaggi filtranti illuminati, che l’Inter riesce a rendersi pericolosa. Soprattutto sfruttando i movimenti di Dumfries da destra a tagliare tutto il campo. L’1-0 si spiega così e va anche stretto. L’equilibrio tattico con l’Inter in controllo regge un tempo, a fatica un’ora ma non di più. Poi, negli ultimi 25′, inizia un’altra partita post-sostituzioni, per niente brillante. Vecino non è Calhanoglu né Barella e neppure Vidal, che avrebbe dovuto lasciare il campo prima del turco. Il resto vien da sé. Difendere il vantaggio minimo in queste condizioni, vincendo senza particolari rischi, sottolinea maggiormente il grande risultato ottenuto.

OSSERVAZIONE – Il capolavoro di Inzaghi, confermato all’ennesima potenza in Inter-Torino, è aver trovato una soluzione interna a un doppio problema. Dopo le cessioni di Hakimi e Lukaku l’Inter ha perso completamente il suo binario destro. Per un po’ ha limitato i danni sull’asse Darmian-Dzeko ma è l’arma tattica Dumfries a sparigliare tutte le carte, addirittura quando/se manca Barella. A partire dall’attacco, visto che ormai è Lautaro Martinez ad agire sul centro-destra o in alternativa Sanchez. Dumfries è il jolly due in uno: una sorta di attaccante destro a tutta fascia, forte fisicamente e a dir poco veloce. Un po’ Lukaku un po’ Hakimi, appunto. Inzaghi in questo modo trova un nuovo sbocco per la manovra nerazzurra, che non si limita più al lato sinistro e alle vie centrali. Il punto debole della formazione-tipo diventa quello forte. Anziché preoccuparsi di difendere sono gli avversari a dover preoccuparsi degli attacchi di Dumfries&Co. L’ultima partita del 2021 evidenzia i meriti di Inzaghi: la rivoluzione è servita. Arrivederci al 2022.

Pubblicato da
Andrea Turano

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