Analisi tattica

Inter-Sassuolo: Inzaghi sottovaluta l’avversario cambiando connotati e idee

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Inter-Sassuolo è un buco nell’acqua inatteso. Lo 0-2 firmato da Raspadori e Scamacca, due degli obiettivi del mercato estivo nerazzurro, è un macigno per le ambizioni tricolori dell’Inter di Inzaghi. Il blackout casalingo non è giustificabile né dalla stanchezza post-Champions League né dalle assenze, perché a complicare tutto è l’Inter stessa. E le modifiche tattiche sono incommentabili. Di seguito l’analisi tattica di Inter-Sassuolo

Pre-Game Analysis: la preparazione e le scelte di Inzaghi

FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza scelto da Inzaghi per affrontare il Sassuolo in Serie A: Handanovic; Skriniar, de Vrij, F. Dimarco; Darmian, Gagliardini, Barella, Calhanoglu, Perisic; A. Sanchez, Lautaro Martinez.

Inter-Sassuolo formazione ufficiale

In-Game Analysis: lo sviluppo e la lettura della partita

HIGHLIGTHS – Nel primo tempo, all’8′ si segnala la prima dormita dell’Inter iniziata con Calhanoglu, che perde una brutta palla (fallo di Berardi?) e favorisce il contropiede del Sassuolo, che trova il vantaggio con Raspadori ma soprattutto con la complicità di Handanovic (0-1). Poi, al 27′ Scamacca, lasciato libero di saltare dalla marcatura nulla di Dimarco e Perisic, può colpire di testa e con l’aiuto del palo raddoppiare (0-2). E al 38′ Handanovic ringrazia la traversa, quella che Berardi colpisce dal limite dell’area. Nella ripresa, dopo i tentativi vani dell’Inter di accorciare le distanze, al 94′ de Vrij si vede annullare il gol dal VAR per un tocco di mano di Dimarco.

MODIFICHE – Nell’intervallo, quindi già al 46′ sullo 0-2, arriva il primo doppio cambio di Inzaghi: fuori Darmian e Gagliardini, dentro Dumfries e Dzeko. L’olandese si posiziona largo a destra e il bosniaco alla sinistra di Lautaro Martinez, l’Inter passa così al 3-4-1-2 con Sanchez trequartista. Al 78′ il secondo e ultimo doppio cambio dell’Inter: fuori Perisic e Calhanoglu, dentro D’ambrosio e Vidal. L’italiano si posiziona terzo destro con Skriniar che si sposta sul centro-sinistra, con Dimarco portato sulla linea dei centrocampisti, e il cileno alla destra di Barella in mediana (come da immagine sotto allegata, ndr).

Inter-Sassuolo formazione finale

Player Analysis: il singolo decisivo in Inter-Sassuolo visto ai raggi X

PROTAGONISTA – Altro giro, altra corsa come in Champions League per indicare il principale colpevole che stavolta non è in campo ma in panchina: Inzaghi. La partita viene persa malamente già in partenza. E il voto preso riassume la sua peggiore partita da quando allena a Milano (vedi pagelle di Inter-Sassuolo). Preparare male una partita è possibile e spesso non è nemmeno un dramma. Leggerla male non ti permette di recuperarla. Nel caso di Inzaghi, la partita viene preparata ignorando completamente i difetti della sua Inter e i pregi del Sassuolo di Dionisi. Troppa sicurezza che si trasforma in sottovalutazione dell’ottimo avversario, arrivato a San Siro per giocare a calcio. Lo stesso non può dirsi dell’undici schierato da Inzaghi, più incentrato sull’improvvisazione. Così non va. Esperimento fallito. Arrogante.

Post-Game Analysis: le considerazioni finali su Inter-Sassuolo

COMMENTO – Che l’avvio dell’Inter sia drammatico si capisce subito dalla prestazione delle due mezzali, costrette a ruotare intorno a Barella, schierato da perno di centrocampo. Gli errori di Calhanoglu con la palla tra i piedi e i movimenti improduttivi di Gagliardini convincono Inzaghi a invertire le mezzali. Tentativo inutile, perché il vero problema è in cabina di regia: perché Barella fuori ruolo? In una mossa sola l’Inter perde il costruttore di gioco e la mezzala in grado di garantire la doppia fase con qualità. A posteriori è facile dirlo ma c’è chi lo diceva anche a priori: perché non Calhanoglu in regia e Barella nel suo ruolo tradizionale? Non a caso con il 3-4-1-2 le cose vanno nettamente meglio e non per merito del regista alto, Sanchez, schierato trequartista. Il Sassuolo riesce a bucare con facilità le maglie nerazzurre. Escludendo Skriniar, i duelli fisici e tecnici in difesa vengono stravinti dagli attaccanti neroverdi. Certo, regalare gol al primo tiro buono è un problema (continua il crollo di Handanovic). Ma è un problema anche non riuscire a concretizzare mezza azione di tutte quelle costruite. L’Inter di Inzaghi sta diventando Dzeko-dipendente senza che il bosniaco riesca a mettere la palla nel sacco, ma Lautaro Martinez sta facendo peggio. Queste sono le tematiche su cui dovrà lavorare Inzaghi nei prossimi giorni: la sua Inter monotematica deve maturare. Anche cambiando tema, quando serve.

OSSERVAZIONE – La squadra schierata da Inzaghi in Inter-Sassuolo non c’entra nulla con la formazione-tipo che finora ha ben impressionato in Italia. E a livello di prestazioni – ma non risultati – anche in Europa. Preparare la partita senza poter utilizzare Bastoni e Brozovic per squalifica è un problema irrisolvibile per questa Inter. Soprattutto se le uniche opzioni in panchina si chiamano Dimarco e Gagliardini, visto che Kolarov (fa ancora parte della rosa?) e Vidal non sono nelle condizioni di giocare con continuità. Accettato questo limite, il compito di Inzaghi è limitare i danni. E invece la decisione ricade sull’aumentare la difficoltà: fuori anche Dzeko (comprensibile) e Dumfries (incomprensibile). E soprattutto Barella schierato fuori ruolo, come già spiegato. In questo modo è impensabile “fare gioco” contro il Sassuolo. La scelta di cambiare i connotati alla sua Inter non paga. E non avendo mai lavorato su un piano B a livello tattico, la squadra improvvisata si ritrova incapace di dominare il gioco, segnare e vincere. Da otto mesi Inzaghi lavora su un’unica idea di calcio che in Inter-Sassuolo viene completamente ignorata. La diagonale Bastoni-Brozovic-Dumfries a supporto di Dzeko viene stravolta in Dimarco-Barella-Darmian con Sanchez costretto a duettare con Gagliardini. Stiamo parlando di un’altra cosa, di un’altra Inter. L’errore di Inzaghi stavolta è da matita blu e non c’è alibi che tenga: la panchina a disposizione non sarà all’altezza della situazione, ma l’allenatore a questo punto della stagione deve conoscere queste lacune. E correggerle lavorando su un altro spartito presentabile, perché un passo falso simile non è davvero accettabile.

Pubblicato da
Andrea Turano

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