Bologna-Inter inizia bene e finisce male, malissimo. Il gol di Perisic illude. Radu regala due punti extra ai padroni di casa, a cui Inzaghi rende il compito finale ancora più facile grazie ai soliti cambi dettati da fissazioni controproducenti legate alle ammonizioni. Al di là dei meriti altrui, il 2-1 ha tanti colpevoli nerazzurri. Di seguito l’analisi tattica di Bologna-Inter in Serie A
FORMAZIONE – Ecco il 3-5-2 di partenza dell’Inter scelto da Inzaghi per affrontare il Bologna in Serie A: A. Radu; Skriniar, de Vrij, F. Dimarco; Dumfries, Barella, Brozovic, Calhanoglu, Perisic; Lautaro Martinez, J. Correa.
HIGHLIGHTS – Nel primo tempo, al 3′ Perisic si inventa una giocata straordinaria calciando di sinistro dal limite dell’area dopo essersi accentrato dalla destra sugli sviluppi di una rimessa laterale (0-1). Poi, al 29′ Arnautovic svetta più in alto del suo marcatore – che inspiegabilmente è Dimarco – e di testa su cross di Barrow da sinistra brucia Radu (1-1). Nel secondo tempo, all’81′ Sansone appoggia in rete il clamoroso liscio di Radu su rimessa laterale battuta da Perisic (2-1).
MODIFICHE – Nella ripresa, sull’1-1, al 63′ arriva il primo doppio cambio dell’Inter: fuori Barella e Correa, dentro Sanchez e Dzeko. Il cileno si posiziona sulla trequarti alla sinistra di Lautaro Martinez con il bosniaco unica punta nel 3-4-2-1 che per l’Inter significa fare a meno di un mediano. Al 70′ il terzo cambio di Inzaghi: fuori Dimarco, dentro D’Ambrosio. L’italiano si posiziona nel ruolo di terzo destro con Skriniar dirottato sul centro-sinistra. All’80′ ecco il secondo e ultimo doppio cambio nerazzurro: fuori Dumfries e Calhanoglu, dentro Darmian e Gagliardini. Staffetta sul lato destro del centrocampo (come da immagine sotto allegata, ndr).
PROTAGONISTA – Quello che succede all’81’ rischia di rimanere scolpito nella memoria dello scudetto in palio e allora il focus – negativo – non può che essere sul portiere nerazzurro: Radu. Facile identificarlo come peggiore in campo. Più difficile dargli un voto “normale” ma così non può essere dopo il 2-1 (vedi pagelle di Bologna-Inter). Il liscio sulla rimessa laterale di Perisic, che si trasforma in assist per il gol di Sansone a porta vuota, è un infortunio troppo grave da accettare. Il vice-Handanovic non è mai stato considerato tale in due stagioni e l’Inter ne paga tutte le conseguenze in 90′, nella partita con più pressione mediatica della stagione. Sbagliato parlare degli assenti, ma se i presenti sono questi… Male, male. Malissimo. Stralunato.
COMMENTO – Non riuscire a essere più forte del tuo dodicesimo, in campo non per scelta ma per obbligo, qualifica la prestazione dell’Inter a Bologna. Basti pensare che la squadra padrona di casa gioca a specchio, schierando un 3-5-2 che prova ad annullare il potenziale nerazzurro. E ci riesce bene. L’Inter nel primo quarto di partita attacca lateralmente con i due quinti di centrocampo e centralmente con i due terzi di difesa, ma non riesce a imporre la propria manovra in maniera dominante. Capito il bug della difesa (la marcatura di Dimarco su Arnautovic), il Bologna inizia a rendersi pericoloso con i traversoni verso l’area di rigore. Così arriva il pareggio e iniziano le insicurezze per l’Inter. La squadra di Inzaghi è visibilmente impaurita, nervosa e stanca. Priva di ogni idea su come superare l’ostacolo Bologna. Le occasioni per tornare in vantaggio ci sono ma arrivano tutte dai piedi di Dimarco. Qualcosa non va, palese. E i cambi fanno il resto. L’Inter esce – definitivamente – di scena quando Inzaghi torna a preoccuparsi più dei cartellini nel taschino dell’arbitro che dei punti in palio per la classifica.
OSSERVAZIONE – Dire che l’Inter perde per colpa dell’errore di Radu è oggettivo. Ma superficiale. Dire che l’Inter non avrebbe comunque vinto è altrettanto oggettivo. E un pareggio, alla fine, lo puoi strappare sia con sia senza lo pseudo autogol di Radu. La verità è che l’Inter di Inzaghi, sull’1-1, è già fuori dai giochi. E non riuscire a riporta la partita sui binari giusti, quelli del 2-2 “salva” risultato (sarebbe stato un punto d’oro per le combinazioni della classifica finale…). L’Inter non perde solo per Radu ma anche per Radu. Accettato questo, bisogna soffermarsi sulle scelte di Inzaghi a partita in corso. Messi da parte tutti gli alibi – anche questi oggettivi – di una rosa non competitiva a causa di n assenze (Handanovic, Bastoni, Gosens, Vidal e Caicedo quelle fisiche, le altre pratiche), il tecnico nerazzurro gioca male il suo jolly. Preso da frenesia, inizia a mettere mano alla formazione cambiando modulo e uomini. Tutto giusto, se non fosse che le scelte sono dettate dai cartellini gialli. Barella ammonito? Fuori. Dumfries e Calhanoglu ammoniti? Fuori. L’Inter – già deficitaria in porta, in difesa e in attacco – si ritrova in un attimo senza centrocampo. Senza densità né spinta o qualità, difficile riprendere in mano la partita. Il Bologna attacca bene e difende meglio, ma la partita la stravince in mezzo al campo. Tolto il filtro e perso l’equilibrio, l’Inter di Inzaghi nella mezz’ora finale fa acqua da tutte le parti. Inzaghi perde la bussola in un attimo e non riesce più a risolvere i problemi, non avendo altre opzioni in panchina. Un problema che avrebbe dovuto conoscere bene prima del fischio d’inizio e delle modifiche. E l’Inter così rischia di perdere uno Scudetto che oggi non è più sotto controllo. L’autogol inzaghiano è un assist a porta praticamente vuota per Pioli, che ora può sfruttarlo con almeno un partita paracadute (pareggio) su quattro. Inzaghi può solo sperare che il collega rossonero sfrutti – male – questa occasione: come Radu, purtroppo, in Bologna-Inter.
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