Scamacca è di nuovo nel mirino dell’Inter ma ancora una volta viene paragonato erroneamente al profilo di Lukaku. L’attaccante italiano del West Ham può avere una logica ben precisa negli schemi offensivi di Inzaghi ma l’ambizioso modello da seguire è tutt’altro
VECCHIO PALLINO – Il nome di Gianluca Scamacca torna di moda per l’Inter a distanza di un anno dal trasferimento in Inghilterra. La prima e per il momento unica stagione al West Ham non è da sogno ma nemmeno pessima. Il classe ’99 romano non è la prima scelta per l’attacco nerazzurro ma è una delle opzioni migliori per una serie di parametri. Più giovane di tanti altri profili sul taccuino (es. lo spagnolo Alvaro Morata è un classe ’92). Meno costoso della maggior parte dei centravanti in circolazione (es. il danese Rasmus Hojlund lascerà l’Italia per circa 85 milioni di euro). La scelta di Scamacca, più che obbligata, è ponderata. Persa l’occasione di riportare a Milano il classe ’93 belga Romelu Lukaku, il profilo ideale per l’attacco della nuova Inter di Simone Inzaghi nel 2023 è già fuori budget. Dopo la prima partenza di Lukaku nel 2021, l’Inter può provare ad anticipare la concorrenza della Juventus per il classe 2000 serbo Dusan Vlahovic ma così non è. Nello stesso periodo l’opzione estera migliore porta al classe ’99 svedese Alexander Isak, oggi in forza al Newcastle. L’Inter, però, decide di puntare sull’usato sicuro Edin Dzeko, classe ’86 bosniaco arrivato a Milano praticamente gratis. Scelta intelligente ma non in prospettiva. Infatti, dopo due stagioni si crea il paradosso: adesso l’Inter deve sostituire sia il “suo” Dzeko sia il Lukaku del Chelsea. Ed ecco che torna di moda il vecchio pallino Scamacca.
IDENTIKIT PRECISO – Il profilo di Scamacca c’entra più con Dzeko che con Lukaku. Il centravanti dinamico, ben struttrato fisicamente, è un profilo-chiave in attacco ma non solo per fare coppia con Lautaro Martinez nel 3-5-2 di Inzaghi. Scamacca è un 9 e mezzo che può fare coppia con chiunque. Proprio come Dzeko. La classe non può essere paragonata, ma solo perché il fuoriclasse bosniaco è di un’altra categoria. Ciò che serve all’Inter di Inzaghi, per fortuna, è altro. I gol, innanzitutto. E il 24enne di Roma ha tantissimi margini di crescita da questo punto di vista. Le 16 reti stagionali con al maglia del Sassuolo in Serie A sono un punto di (ri)partenza. E poi c’è il palcoscenico della Champions League, ancora ignoto a Scamacca. Tanti gol da fare, tantissimo sacrificio da garantire. Sull’esempio di Dzeko, non di Lukaku. Ereditare il ruolo dell’ex numero 9(0) belga è compito di Marcus Thuram, che avrà tanto da studiare. Con il capitano Lautaro Martinez punto fisso, Scamacca-Thuram può diventare la nuova coppia che si alternerà come la precedente Dzeko-Lukaku nelle rotazioni di Inzaghi. Resta il rebus quarta punta, perché Joaquin Correa non è più il profilo ideale. E l’Inter deve scegliere il profilo migliore come quarta punta post-Correa. Altrimenti toccherà ragionare nuovamente su chi sostituisce chi. Nel gioco delle coppie di Inzaghi il disegno sembra già delineato: sbagliato parlare di Scamacca come erede di Lukaku, attenzione. È Dzeko il profilo che andrebbe a sostituire, idealmente, il 24enne italiano.
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