Joao Mario torna protagonista in Italia ma non in Serie A. L’ex centrocampista dell’Inter partecipa alla debacle bianconera in Champions League, condannando di nuovo Allegri a una serie di critiche da cui dover riemergere quanto prima per evitare complicazioni. E per il classe ’93 portoghese non si tratta della prima rimonta ai danni dell’attuale allenatore juventino
PRIMA CON L’INTER – L’avventura nerazzurra di Joao Mario non resterà nella storia. Il centrocampista portoghese, arrivato a Milano a suon di milioni nell’agosto 2016 da campione d’Europa (con la Nazionale Portoghese, ndr) come colpo di presentazione della proprietà Suning, non ha mai convinto. E il motivo è da ricercare principalmente nel progetto tecnico dell’Inter in quegli anni: non c’era. E anche se ci fosse stato, non avrebbe previsto Joao Mario a centrocampo. Il classe ’93 scuola Sporting Clube de Portugal è sempre stato un corpo estraneo a livello tecnico-tattico ma non solo. Il calciatore nel posto giusto al momento sbagliato. O comunque nel posto sbagliato con l’allenatore sbagliato. Nonostante ciò, Joao Mario qualche soddisfazione se l’è tolta anche in maglia nerazzurra. La prima datata 18 settembre 2016 a San Siro. Nella famosa lezione tattica di Frank de Boer ai danni di Massimiliano Allegri, Joao Mario è il migliore in campo dopo le (uniche…) stelle nerazzurre Ivan Perisic e Mauro Icardi, autori della rimonta con gol e assist reciproco nel giro di 10′. Una prestazione completa e superlativa dell’allora talentuoso 23enne portoghese, da 7 pieno in pagella. Non si ripeterà poi tante altre volte. Quel 2-1 in rimonta, però, ancora oggi racchiude un significato: quello che sarebbe potuta essere la prima Inter targata Suning e non è stata. E non è stata non per colpa di Joao Mario.
DOPO CON IL BENFICA – Dalla Serie A alla UEFA Champions League la musica non cambia per Joao Mario opposto ai colori bianconeri. L’1-2 di Juventus-Benfica (vedi highlights) probabilmente non avrà lo stesso significato ma qualche punto in comune sì. La lezione tattica stavolta è firmata Roger Schmidt, quindi non è olandese ma tedesca. La vittima italiana è sempre la stessa, però. La Juventus di Allegri, raggiunta e ribaltata dopo il vantaggio iniziale. E la firma di Joao Mario nella rimonta portoghese non manca. Ed è addirittura sul tabellone dell’Allianz Stadium di Torino, dove l’attuale numero 20 del Benfica piazza il suo nome dopo aver superato Mattia Perin dal dischetto. Un rigore ben calciato. Potente, preciso e sicuro per l’1-1 di fine primo tempo. Al gol su rigore il 29enne portoghese fa precedere e seguire una prestazione “alla Joao Mario”. Qualche errore di troppo – sì – ma anche la solita attitudine alla doppia fase di gioco. Un centrocampista moderno che fatica ad abbinare qualità e quantità nella stessa prestazione. Ci è riuscito vestendo la maglia nerazzurra in quel famoso Inter-Juventus di ormai sei anni fa. Continuerà a provarci ancora con fortune alterne. Chi è meno fortunato quando lo incontra è Allegri, di nuovo rimontato e sconfitto dalla sua squadra: dall’Inter al Benfica la musica non cambia. Joao Mario sa come essere protagonista in campo per battere la Juventus di Allegri.
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