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Inter, c’è un nuovo ‘sceriffo’ Godin in città? Conte ci spera

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La buona prestazione e il gol del 2-1 contro il Torino potrebbero restituirgli serenità. Conte spera che Godin torni  su buoni livelli per avere un’alternativa in più nel reparto difensivo, messo sotto accusa dopo gli errori delle ultime partite

IN (RI)SALITA – Una partita non fa primavera, ma a guardare i numeri di Diego Godin, dopo Inter-Torino, sembrano esserci margini per un sorriso profondo. Tre tiri, di cui uno nello specchio, due passaggi chiave, 89,7% di precisione nei passaggi e 83 palloni toccati. A tutto questo, si aggiunge la prima rete nerazzurra dopo una sponda splendida di Lautaro Martinez. Insomma, mettendo fra apici l’affermazione seguente, ‘Diego Godin ha imboccato finalmente la direzione giusta‘.

DECISIVI – Gli apici si rendono necessari per almeno due ordini di motivi. Obiettivamente, il Torino ha creato poche difficoltà alla retroguardia nerazzurra e il baricentro della squadra di Moreno Longo si è mantenuto sempre molto basso. Ma qui subentrano i meriti della squadra di Antonio Conte, Godin compreso. La capacità dei due difensori esterni del terzetto di alzarsi in pressione ha fatto la differenza. Soprattutto nel primo tempo, quando l’Inter faceva poca fatica nel recupero palla, sulla trequarti avversaria, proprio grazie all’atteggiamento reattivo di Godin e Alessandro Bastoni.

FONTE DI GIOCO – Inoltre, soprattutto nel primo tempo di Inter-Torino, il fulcro della manovra nerazzurra sembrava essere proprio Godin, ancor più di Marcelo Brozovic. Non a caso, a fine gara, il croato chiuderà con 99 palloni toccati: soltanto 16 in più del difensore uruguaiano. Questo perché il Torino lasciava all’ex Atletico Madrid molto spazio per giocare e venire in avanti. Godin prendeva fiducia col passare delle azioni arrivando anche al tiro pretenzioso in qualche occasione.

E ADESSO? – È ancora presto per parlare di rinascita e di un Godin rivitalizzato. L’interpretazione della gara, da parte del Torino, potrebbe aver sporcato la valutazione generale, ma i buoni segnali non possono essere lasciati da parte. Diego Godin ha fatto tanta fatica sin dalle prime partite con l’Inter, scivolando lentamente dietro Bastoni nelle gerarchie. L’uruguaiano ha messo in mostra lacune di diverso tipo e in molti non hanno fatto fatica a bollarlo come semplicemente “inadatto alla difesa a tre“. Diventa difficile pensare che un elemento della sua caratura ed esperienza internazionale non sia in grado di prendere bene le misure ad un nuovo schieramento tattico. Le criticità nel rendimento di Godin andrebbero ricercate da altre parti. Come ad esempio la grande tenuta fisica che il ruolo del terzo di difesa richiede. Ecco perché Conte spera di riavere il suo ‘sceriffo’ in buona salute, mentale e psicologica, già dalle prossime partite. A fine campionato, Dio provvederà. Rivoluzione permettendo.

Pubblicato da
Daniele Berardi

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